Sonic Youth SPINHEAD SESSIONS -1986
[Uscita: 17/06/2016]
Stati Uniti #consigliatodadistorsioni
Registrate allo Spinhead Studio di North Hollywood, da cui prendono il nome, queste sessioni dei Sonic Youth erano originalmente destinate ad essere la colonna sonora del film “Made In USA” di Ken Friedman, del 1987, che parla di due personaggi che decidono di lasciarsi alle spalle la vita della working-class nella città carbonifera di Centralia, Pennsylvania e di intraprendere un viaggio lungo le strade degli Stati Uniti. La potente produzione del film decise però che per rendere appetibile ad un pubblico giovanile il film sarebbero dovuti occorrere dei ritocchi sostanziali. Tra questi, l’esigenza di una colonna sonora diversa.
Quella che poi finì nel film, la si può ascoltare nell’album “Made In The USA” che i Sonic Youth pubblicarono per la Rhino nel febbraio del 1995. Fin dalle battute iniziali si può intuire la scelta dei produttori: canzoni di alt-rock piuttosto generico per gli standard dei S.Y.. Quello a cui si avvicinarono con queste “Spinhead Sessions” non viene sfiorato neanche dalla serie SYR (Sonic Youth Recordings), di cui l’ultimo nono episodio è proprio la colonna sonora di un altro film, “Simon Werner a Disparu” (“Light Out”, 2011) di Fabrice Gobert. In questa soundtrack si sentono rimandi di queste sessioni forse nei momenti più inquieti come il Thème de Laetitia. La soluzione che il gruppo ha adottato per pubblicare il materiale inedito ha di fatto complicato ancora la faccenda.
La Goofin’ Records, che pubblica questo disco, non è altro che una delle tante case discografiche gestite dal gruppo che in rete non esiste (se cercate il sito ufficiale vi apparirà la homepage di una label finlandese di rockabilly) e non si può non notare il gioco di parole con la Geffen, major label con cui i S.Y. pubblicarono alcuni dischi all’inizio nel terzo millennio. La vicenda di queste Spinhead Sessions ha fortunatamente trovato sbocco e oggi possiamo godere di sette tracce che fotografano i quattro di New York City mentre si addentrano in un mondo sconosciuto, anticipatore della furia noise di “Daydream Nation”, non foriero dell’elettricità imminente di “Evol” (1986) o “Sister” (1987). Il tema su cui si gioca è quello proposto da Theme with Noise. Nei suoi 4 minuti scarsi le chitarre levitano, basso e batteria rotolano all’infinito in un ritmo desolante che finisce per scomparire nel vuoto. L’apertura è affidata ai 16 minuti abbondanti di Ambient Guitar & Dreamy Theme in cui il gruppo trascende il noise-rock rendendolo impalpabile e ipnotico. High Mesa è un indolente pow-wow su cui ribollono i feedback di Thurston Moore e Lee Ranaldo.
Unknown Theme riprende il riff del pezzo precedente, Wolf è un jingle per sole chitarre dall’effetto straniante; il basso di Kim Gordon continua a martellare i toni trasognati di Scalping, e Theme 1 Take 4 non è altro che una demo di Theme with Noise. Le vicende del gruppo con l’uscita di Evol entrarono nella leggenda e queste jam finirono presto nel dimenticatoio. Oggi, trent’anni dopo, abbiamo la possibilità di riascoltarne l’inquietudine, la tensione creativa, l’espressività. Mai i Sonic Youth avevano prima di allora esplorato territori così oscuri come quelli delle soundtracks. Era il 1986 e (per la cronaca) la nascita della collaborazione tra David Lynch e Angelo Badalamenti avrebbe cambiato definitivamente le sorti delle colonne sonore.
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