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8 Aprile 2024 , , ,

Lacinskij How To F*ck Everything

2024 - Doremillaro [SB] Recs
[Uscita: 07/03/2024]

Non è un caso che No Landing for Ashes, brano di apertura di “How To F*ck Everything”, il nuovo album di Lacinskij - moniker del compositore e producer catanese Giuseppe Schillaci - sia nato su un aereo a cui è stato negato l'atterraggio a causa delle ceneri vulcaniche che oscuravano il cielo. L'incipit concettuale racconta di un album che sembra essere attraversato dalla necessità artistica di assorbire l'energia della materia per introdurla in un circuito interiore di decodificazione. “How To F*ck Everything” ha una sostanza basica fatta di post-rock ed innesti di umori shoegaze che si muovono lungo una spina dorsale attraversata da un midollo di drone-music connesso a tessuti industrial. Il cammino lungo il sentiero tracciato dalla musica di Lacinskij è volutamente impervio, fatto di discese ripide sul limite di abissi spettrali e foreste senza luce in cui risuonano le voci di rituali postmoderni ed una continua trascendenza del reale catturata sul nastro di fields recording. Con il collettivo canadese Godspeed You! Black Emperor Lacinskij condivide la visione ideologico-politica di rovesciare la prospettiva del suono per farlo diventare altro da sé, neutralizzarne il significato per assegnarne uno diverso, nel flusso di una continua ricomposizione. Giuseppe “Lacinskij” Schillaci ha prodotto e suonato tutti i brani, ad eccezione di alcuni in cui si è avvalso della partecipazione di Mario Lo Faro dei Clustersun, Chantal Di Maria e Glinca. Nonostante le sovrastrutture e le stratificazioni dei suoni, al centro di ogni brano c'è sempre la voce, che sia nascosta o in primo piano. In questo senso le inclusioni di samples di Enrico Berlinguer, Noam Chomsky, Slavoj Žižek, Isaac Asimov, David Graeber, oltreché dello stesso Schillaci, sono funzionali a collocare la porzione umana al di fuori di una dimensione spazio-temporale. No Landing For Ashes, con le chitarre di Mario Lo Farosi attesta su territori prossimi ai Mogwai per la ricerca di una intensità emotiva montante come una marea elettrica, mentre la successiva C Minor Death March è un flusso ambient definito da un perimetro di synth. Da segnalare le rifrazioni pianistiche di Stoned &Thrawned (uno dei momenti centrali della tracklist) che ricordano le latitudini di Nils Frahm, allo stesso modo di Stasi il cui corpo sintetico è trafitto dalla voce di Chantal Di Maria. La conclusiva Francesca chiude il cerchio: le spire si allentano per lasciare entrare ossigeno nei polmoni e guardare dritto il sole senza chiudere gli occhi. “How To F*ck Everything” è un disco di sperimentazione delle possibilità, da assimilare senza pregiudizi. Anche perché, forse, nessuna utopia è irrealizzabile.

Voto: 7.5/10
Giuseppe Rapisarda

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