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15 Aprile 2024 ,

Modern Stars Termination

2024 - Clostidrium Records/Little Cloud Records/Sister9 Records
[Uscita: 01/03/2024]

Continua l’esplorazione sonora dei romani Modern Stars sulle connessioni e implicazioni che il presente e il futuro tecnologico potranno avere sulle nostre vite e sulla nostra psiche. Nel disco d’esordio “Silver Needles” del 2020 dominavano i toni cupi e angosciosi dello shoegaze, “Psychindustrial” era influenzato dai classici della letteratura distopica, mentre il successivo “Space Trips For The Masses” ricercava nel viaggio spaziale e psichedelico la possibilità di trovare almeno la felicità interiore, con questo quarto lavoro, "Termination", che esce per un consorzio di etichette americane e inglesi, volgono lo sguardo all’interazione sempre più complessa e per molti versi preoccupante fra uomo e macchina, un futuro prossimo che riesce difficile immaginare e dalle imprevedibili conseguenze. Chi conosce e ha apprezzato la musica dei tre laziali, Andrea Merolle (elettronica, chitarra e voce), Andrea Sperduti (batteria), Barbara Margani (voce) a cui si aggiunge il bassista Mario Bruni, sa già quali siano le caratteristiche dello stile dei Modern Stars: una miscela di shoegaze e psichedelia con forti influenze kraut e con la particolare suggestione provocata dall’intreccio della voce monocorde e ipnotica di Merolle e il canto lirico della Margani. Una formula che via via negli anni si è sempre più consolidata con una pienamente raggiunta maturità espressiva e compositiva. La breve If/Then ci introduce nelle atmosfere lente del disco con una batteria geometrica e pochi tocchi di elettronica e voci che senza soluzione di continuità ci portano a una Nowhere che si slabbra verso uno space-rock lisergico e avvolgente, con Confession ritroviamo il sitar a creare atmosfere ancor più suggestive e ipnotiche su una ritmica kraut, mentre una chitarra limpida e dolorosa e le voci ci trasportano su lande irreali e tormentate. Bartleby, ispirata al celeberrimo personaggio di Melville, e primo singolo, ha un andamento epico in levare che ti cattura magnificamente, a riprova della capacità di scrittura della band, in Organization sembra di ascoltare i Velvet trasportati dalla sudicia New York in una dimensione onirica e scura, Be Pure si dipana in un ritmo ossessivo e martellante mentre le chitarre distorte shoegaze creano paesaggi gravidi di oscuri presentimenti. In Coming Down il contrasto fra la voce lirica della Margani che ci trasporta verso territori immaginifici e irreali e quella ipnotica, elettrica di Merolle raggiunge risultati davvero sorprendenti, concludendo questo viaggio allucinante e inquieto verso le spire di un futuro che ci renderà forse più vittime che protagonisti.

Voto: 7.5/10
Ignazio Gulotta

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