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18 Ottobre 2019

Kim Gordon No Home Record

2019 - Matador Records
[Uscita: 11/10/2019]

La sessantaseienne più famosa dell’indie-rock americano non si è fermata davanti a niente nel decennio che ci separa dallo scioglimento dei Sonic Youth, destreggiandosi in diversi panni: artista, musicista, attivista, scrittrice. Dopo le prove piuttosto insipide col duo Body/Head con Bill Nace, Kim Gordon esordisce come solista in “No Home Record”. Di cosa parla? Esatto: alienazione urbana, la vanità di microscopiche vicende personali diluite negli orizzonti sterili ed opprimenti della società capitalistica, di violenze, amori e automatismi ai tempi dei Death Grips e dei black midi. È inutile dire che presto si levano le grida al capolavoro su più fronti, si parla di un disco-racconto sulla modernità e l’ambiente metropolitano, la disgregazione di valori, la frantumazione dell’individuo, paranoia e ossessione come unici istinti dell’individuo contemporaneo. “No Home Record” è effettivamente un sintomo dei nostri tempi, o se volete, ne è espressione; il cantato ansiogeno, la scelta di strascichi industrial e hip-hop, qualche sventagliata no-wave rendono bolle di industrial-pop inquieto e tutto sommato pregevole (Sketch Artist, Don’t Play It, Paprika Pony). Un ritorno al noise-rock dei tempi andati non necessariamente è un male (Murdered Out, Hungry Baby), mentre i momenti più “sperimentali” lasciano indifferenti (Cookie Butter, Air Bnb), considerato che già più di 40 anni fa i Suicide illustravano quadri di desolazione interiore e inferni metropolitani. Earthquake riesce nell’intento di elevare la musica di Kim Gordon ad uno stadio più impalpabile e metafisico, complice un’ipnotica cantilena raga in sottofondo. Come si diceva, Kim riflette la nostra realtà, la registra e la risputa senza filtro, il che è forse un’operazione apprezzabile ma non è abbastanza. Si dovrà anche dare un’interpretazione a questa realtà così spaventosa e orrorifica, no? Il disco è stato spesso accostato al cinema di David Lynch: quanto veramente “No Home Record” scandaglia i recessi dell’animo umano, sonda le sue paure più ataviche, non attraverso l’istinto irrazionale, ma insinuando il dubbio che la realtà sia inspiegabile, misterica, destinata a non essere compresa dal genere umano? Quando troveremo queste tematiche in un disco di Kim Gordon, grideremo anche noi al capolavoro (forse).

Voto: 6/10
Ruben Gavilli

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