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14 Ottobre 2020 ,

Thurston Moore By The Fire

2020 - Daydream Library
[Uscita: 25/09/2020]

A tre anni di distanza da ”Rock'n'Roll Consciousness”, ritorna Thurston Moore, che dallo scioglimento dei Sonic Youth si è sempre posto in continuità con il passato, a dimostrazione che il marchio di fabbrica SY era sostanzialmente il suo. Non che Lee Ranaldo o Kim Gordon siano stati da meno (quest'ultima ha dato prova di uno scarto notevole rispetto all'identità dei Sonic Youth con “No Home Record” dell'anno scorso). Il buon vecchio Thurston riparte invece da una formula rodata che in “By The Fire” trova nuovi esiti creativi. Se le canzoni che avevano anticipato l'album ci avevano fatto intendere uno stile alt-rock, specialmente Hashish, con le sue concentriche trame indie-rock, riff slabbrati e sensibilità pop, il contenuto di “By The Fire” rivela in realtà molto di più. Siamo infatti sempre in territori SY, ma quelli più sperimentali e dilatati, che danno vita ad un'ipnosi sonora interrotta solo da sporadici episodi. E Thurston ci va giù pesante: più di 80 minuti in cui si mescolano spigolosità hc, stasi ambient, drone-music, tappeti kraut, dolcezze dream-rock, seguendo uno schema polimorfo e ondivago, rintracciabile in tutte le tracce sopra i 10 minuti (Breath, Siren, Locomotives, Venus). Oltre ad Hashish, a richiamare invece i Sonic Youth più “facili”, ci sono Calligraphy e Dreamers Work, con la loro delicata vena tra l'elettrico e l'acustico, che si scopre via via negli intrecci di chitarra; Cantaloupe riserva invece uno stoner rock strafatto, con tanto di assolo di chitarra (dello stesso Moore o di James Sedwards? Non sappiamo), mentre They Believe In Love rimanda a certe virate tra l'elettronica e l'industrial. Ma quello che si nasconde tra le pieghe “By The Fire” è soprattutto una musica in grado di elevarsi al di sopra dei singoli elementi e ascendere ad una dimensione spirituale, portando il rock verso un livello superiore rispetto ai suoi canoni convenzionali. Se c'è qualcosa che i Sonic Youth ci hanno insegnato è proprio questo, e Thurston Moore è qui per dirci che è ancora possibile trasformare il linguaggio rock in qualcosa di diverso.

Voto: 8/10
Ruben Gavilli

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