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14 Marzo 2024

​Seeyousound – International Music Film Festival 2023 24/02 - 02/03/2023, Torino


La nona edizione di SEEYOUSOUND #SYS9, la prima totalmente liberata da restrizioni pandemiche, ha rispettato le attese con una positiva ricezione critica, per l’affluenza registrata e per aver incluso spazi nuovi con aperture interdisciplinari, capaci di attrarre curiosità inedite, oltre l’orizzonte delle immagini e dei suoni con il ritorno alle live-session. Sul piano dei contenuti, #SYS9 diretto da Carlo Griseri, ha riproposto una struttura felicemente collaudata nelle precedenti edizioni, con alcune scelte coraggiose e di difficile collocazione di contesto, innestate su un ventaglio capace di riflettere tensioni emotive e far emergere il disagio culturale di un mondo sempre più ai margini, dove nasce la speranza e la musica è l’anima della vita. Le scelte della migliore produzione mondiale, contenute nella sezione INTO THE GROOVE (13 titoli, curata da Griseri e Alessandro Battaglini) fra quelle scelte, in anteprima italiana l’ultimo lavoro del regista russo Kirill Serebrennikov (dissidente, ora di casa a Berlino) “Tchaikovsky’s Wife” [2022, in concorso a Cannes], l’intreccio matrimoniale tra la giovane allieva Antonina Milioukova e il compositore: un film che si muove tra suggestivi piani sequenza e un realismo onirico, la sofferenza mentale della moglie, lo scenario di una passione vissuta come un dramma intimo e irrisolto.

#SYS9 rende omaggio a Serebrennikov con un’altra pellicola “Leto (Summer)” [2018] sull’artista rock Viktor Tsoj e la band Kino, nella Leningrado anni ‘80. Tra gli altri titoli della sezione, la New York anni 2000 prima dell’avvento di Spotify in “Meet Me In The Bathroom” [2022, Will Lovelace, Dylan Southern]. Il periodo fulgido di Sinéad O’Connor dal 1987 al 1993, in “Nothing Compares” [2022, Kathryn Ferguson] un ritratto nuovo e più consapevole dell’artista.

Nell’intenso “Infernot - Viaggio nella musica folk” [2022, Elia Romanelli] l’intrecccio fra l’epopea di un luogo simbolo e storico di Torino, il Folk Club e la musica popolare italiana. Ironia, complicità e sentimenti contrastanti nel vivace “Les gouts et les couleurs” [2022, del francese Michel Leclerc]. I 50 anni dei King Crimson storica band rock-prog e della loro iconica guida Robert Fripp, alla continua ricerca del suono perfetto, rivivono nel riuscito documentario “In the Court Of The Crimson King” [2022, Toby Amies]. Esce dall’oblìo il gruppo nero britannico Cymande nel toccante “Getting It Back: The Story of Cymande” [2022, Tim MacKenzie-Smith]: agli albori dei ‘70 si impose con un originale linguaggio jazz-soul-funk prima negli Usa per poi essere dimenticato e sciogliersi in Inghilterra. Tra i 5 live della sezione, da segnalare la prima assoluta dell’opera concettuale “Sequenze Parallele”, eseguita in anteprima al film “Tchaikovsky’s Wife” nella serata inaugurale di SYS9. “Il violoncello suonato da Manuel Zigante interagisce in tempo reale con il codice informatico di Riccardo Mazza dando vita all’opera musicale, mentre le immagini realizzate ed elaborate da Laura Pol dialogheranno con immagini create dall’Intelligenza Artificiale.” [dal programma di sala]: frutto di una ricerca ambiziosa che spazia da un ampio respiro cromatico e sonoro all’immaginifico, non mi ha convinto del tutto la sua esecuzione, collocata nel contesto della serata: ho percepito consensi poco favorevoli da una parte del pubblico. Altra sezione portante del festival RISING SOUND - MUSIC IS THE WEAPON e sin dalla prima edizione curata da Juanita Apráez Murillo “racconta storie e sentimenti altrui, permettendo di superare le differenze e le incomprensioni tra persone, comunità e nazioni, la musica offre un senso di appartenenza e di collettività, oltre che di forza in situazioni difficili, come il confronto con la resistenza violenta e l’autorità repressiva.” dichiara la curatrice. Fra i 13 titoli programmati, tutti di alto profilo, ho visto “Cesária Évora” [2022] della portoghese Ana Sofia Fonseca che ci restituisce bene la vita e il carattere complesso della celebre vocalist di Cabo Verde, in una dimensione autentica, dall’infanzia poverissima sino ai grandi concerti e alla notorietà giunta dopo i suoi cinquant’anni. Poi il documentario “And Still I Sing” [2022] firmato dalla regista afghana-canadese Fazila Amiri, è la fotografia della società afghana dell’ultimo periodo attraverso la vicenda della cantante pop Zahra Elham, un viatico melodico per il riscatto delle donne, che muta in grido soffocato dopo l’avvento al potere dei talebani nel 2021. Infine, una pagina di storia delle rivolte nere scoppiate in Usa venerdì 5 aprile 1968, il giorno dopo l’assassinio di Martin Luther King, è documentata in “The Night James Brown Saved Boston” [2008] del regista David Leaf e di come un memorabile concerto dell’artista sia riuscito a placare e mitigare la violenza della protesta popolare. I cinque documentari in concorso (e 2 live) inclusi nella sezione Long Play LP DOC hanno evidenziato come “il linguaggio del documentario musicale si è affinato e diversificato e anche la vena autoriale si è sviluppata spingendosi oltre allo sterile biopic fatto di “teste parlanti”. Non solo la sperimentazione, ma anche l’animazione è entrata a pieno titolo nelle “storie musicali” e, oltre a sopperire la mancanza di materiale d’archivio, ha acquisito uno statuto narrativo autonomo.” scrive il curatore Paolo Campana. “È il caso del film “Miúcha - The Voice Of Bossa Nova” [2022, Daniel Zarvos, Liliiane Mutti, Brasile-Francia] in cui gli acquerelli realizzati dalla cantante brasiliana si animano trasportandoci nel suo immaginario. Nel film di Marco Porsia, “What You Could Not Visualise” [2022] la carenza di materiale filmato sui Rema-Rema, band cult del post-punk, diventa motivo stesso di riflessione, a cominciare dal titolo, in cui non solo ne viene rafforzato il mito, ma ne viene letteralmente resuscitato lo spirito in carne d’ossa. La mancanza di documentazione è anche il problema di “Il Mondo È Troppo Per Me” [2022] di Vania Cauzillo sul chitarrista genio Vittorio Camardese. Qui minimalismo e rigore narrativo fanno emergere l’eleganza dell’inventore del tapping e la sua intenzionale “rinuncia al successo” proprio da quelle poche tracce disseminate casualmente lungo l’arco della sua vita. Con “Can And Me” [2022] del tedesco Michael P. Aust, Un’intima rappresentazione del lavoro di Irmin Schmidt, tastierista e fondatore nel 1968 della leggendaria band tedesca CAN, che più sconvolse i linguaggi del pop-rock, sono invece punto di partenza per una prospettiva che va oltre la storia del gruppo.

Oltre alla ricostruzione, nel documentario musicale esiste anche l’osservazione del mondo attuale, come racconta “Karaoke Paradise” [2022, Einari Paakkanen, Finlandia] restituendoci uno spaccato di commovente autenticità in cui la musica diventa un forte collante oltre che sociale, esistenziale.”. La sezione Long Play LP FEATURE comprende cinque documentari in concorso. Il curatore Matteo Pennacchia ne sintetizza così i contenuti: “Qualcuno di recente mi dice: come mai, per conoscere una persona nuova, le chiediamo “che musica ascolti” e non “che cinema guardi”? Come se il cinema potesse non piacere; ma la musica non potesse non piacere, invece. Come fosse una patente di normalità. Un connotato. Un vestito da indossare. Ma vogliamo ancora indossare qualcosa, oggi che abbiamo tutto addosso? Musica, cinema, identità. Quali cose indossa il musical intersex fantascientifico anticolonialista di “Neptune Frost” [2021, Saul Williams, Anisia Uzeyman, Usa, Rwanda] che un’identità fissa non la vuole, vuole aprire una crisi (o semplicemente ci urla che è già aperta)? Non le stesse di “Country Gold” [2022, Mickey Reece, Usa] rovesciamento weird del riconoscibilissimo immaginario all-American della country music. Nemmeno le stesse di “Sonne” [2022, Kurdwin Ayub, Austria] che a una generazione senza Stato e religioni, dall’identità astratta rifratta nei display, è dedicato. Superidentitaria la musica in “The Ordinaries” [2022, Sophie Linnenbaum, Germania] fino all’oppressione, e all’opposta rivendicazione della dissonanza, del buco di sceneggiatura, dell’errore di montaggio. Ma alla fine (e pure all’inizio) forse ha ragione il Frank da fine impero di “Zillion” [2022, Robin Pront, Belgio, Olanda] che vuole solo essere qualcuno che non è, rinascere in un’identità capitalista e virtuale, sfoggiare segni e connotati per sostituirsi al proprio alter ego e andare allegramente in rovina, che tanto è dove andiamo tutti. Muoversi tra questi cinque film è stare in cinque diversi sguardi che attraverso la musica (come segno di riconoscimento) e il cinema (come ecosistema) osservano le identità che indossiamo, che ci vengono addossate, dalle quali vogliamo sottrarci, nelle quali ripensare noi stessi almeno un po’.” L’edizione di #SYS9 si completa nelle sezioni 7 INCH con 7 corti in concorso [curatori Sara Bianchi, Piero Di Bucchianico], i 20 videoclip in concorso di SOUNDIES [curatore Alessandro Maccarrone], le 4 sonorizzazioni in concorso di FREQUENCIES [curatore Riccardo Mazza]. Gli esiti di #SYS9 sono riassunti nel comunicato che segue“. Il calendario di Seeyousound 9 ha coinvolto 8 location in città (Cinema Massimo, Cinema Teatro Maffei, Recontemporary,  Museo del Cinema, Café des Arts, Magazzino sul Po, Porto Urbano e Spazio Musa) con 54 appuntamenti di cui 22 momenti di musica live, sonorizzazioni e dj set e la mostra The Sun Has No Shadow di Rebecca Salvadori che ha visto la partecipazione di circa 200 persone nella sola giornata di inaugurazione e che sarà visitabile fino all’11 marzo da Recontemporary. Dell’edizione n°9 del festival resterà l’immagine delle sale affollate e dei volti emozionati e attenti dei tanti spettatori che ancora una volta hanno dimostrato con la loro presenza affetto e fiducia verso questa kermesse. Sono stati 4.250 i biglietti staccati in questa edizione (oltre il 50% in più rispetto a quella precedente) tra questi molti hanno scelto la formula dell’abbonamento, sintomo di fiducia e partecipazione verso il festival. È lungo l’elenco degli spettacoli di successo: il sold out di Meet Me In The Bathroom con il live dei The Wends, la performance Perceive Reality di KHOMPA feat. Akasha – sezione Soundies – che ha sfiorato le 400 presenze e la proiezione ‘Rising Sound’ di Cesária Évora che ha totalizzato 300 spettatori, a cui si è avvicinato anche What You Could Not Visualize con il live dei Rema-Rema per Long Play Doc, superati invece da Infernòt. Viaggio nella musica folk che ha raggiunto le 335 presenze e dall’apertura di venerdì 24 febbraio con Tchaikovsky’s Wife e 332 persone in sala.”.

​I vincitori, le motivazioni, i premi speciali e le menzioni di #SYS9:

LONG PLAY FEATURE
La giuria di LONG PLAY FEATURE – Concorso lungometraggi di finzione composta da Alioscia Bisceglia, Giulia Cavaliere e Damir Ivic assegna il premio Migliore Film di Fiction Francesca Evangelisti (1000 € assegnati col supporto di BTM Banca Territori Del Monviso) a

COUNTRY GOLD di Mickey Reece

Motivazione. Un film che mette prepotentemente il “mondo musica” al centro della sceneggiatura, girato magistralmente con un bianco e nero spesso straniante ma di enorme gusto, recitato benissimo, dove non ci sono eroi e non c’è retorica. C’è molta malinconia, e molta verità.

MENZIONE SPECIALE: Sonne di Kurdwin Ayub, un progetto coraggioso, vivo, intimo, sicuramente low budget ma capace di raccontare un affresco autentico del qui&ora.

​LONG PLAY LP DOC
La giuria di LONG PLAY DOC – Concorso Documentari composta da Cristian Busuioc, Chiara Colli e Guido Harari assegna il premio Miglior Documentario (1000 € assegnato grazie al supporto di BTM Banca Territori Del Monviso) a

WHAT YOU COULD NOT VISUALIZE di Marco Porsia

Motivazione. I Rema-Rema sono stati (o sono ancora?) la band “no future” per eccellenza. Marco Porsia racconta la loro storia con uno stile potente privo di qualunque nostalgia, che anzi catapulta nel futuro lo spirito della loro musica e dell’epoca che l’ha generata. Alla stregua del post-punk, What You Could Not Visualize prende le mosse da un materiale molto essenziale, scava nella sporcizia (sicuramente in eventi, personaggi e suoni oscuri), si interfaccia con alcune delle band meno inclini al compromesso, ma non per questo meno influenti (dai Throbbing Gristle ai Cabaret Voltaire), per ri/costruire una vicenda, sia cerebrale che fisica, mai raccontata prima. I Rema-Rema sembrano pronti ad esplodere oggi, al pari di 43 anni fa. Un film di totale ispirazione per tutte le generazioni.

MENZIONE SPECIALE: Karaoke Paradise di Einari Paakkanen che sviluppa un racconto inaspettato e commovente sul potere terapeutico della musica, di qualsiasi musica! Magistralmente girato, il film non vede protagonista alcuna star musicale, ma piuttosto esalta il profondo valore sociale dell’aggregazione e della sconfitta della solitudine attraverso la musica. Non è mai stato così vero che la musica può letteralmente salvare la vita. E così pure il karaoke.

​7 INCH
La giuria di  7INCH - Concorso Cortometraggi composta da Elena Beatrice, Claudia Soranzo e Marc Wagenaar assegna il premio Miglior Cortometraggio (500 €) a

THE DELAY di Mattia Napoli

Motivazione. Per la capacità di usare il suono come un personaggio, rendendolo in un certo senso visivo e per l’originalità con cui racconta la sensazione di essere fuori sync così presente nella nostra società contemporanea.

Menzione speciale: Lori – Melancholy Of My Mother’s Lullabies di Abinash Bikram Shah, per la densa e stratificata capacità di restituire una tra le tante realtà  femminili odierne, attraverso  la sapiente orchestrazione del canto popolare nelle sue più vaste connotazioni universali. Un ritratto sonoro in cui possiamo riconoscere tutti la nostra comune umanità, distanziarcene e interrogarla.

​FREQUENCIES
La giuria di  FREQUENCIES - Concorso Sonorizzazioni Originali  composta da  Sara Berts, Nick Foglia e Domenico Sciajno assegna il premio

Frequencies Diplomatico Award 2023 (500 € grazie al supporto di Diplomatico) a

FRANCESCA FABRIZI

Motivazione. Per la coerenza nell’approccio non privo di rischi, è riuscita a dare una cadenza ad una sequenza visiva suggestiva ma statica, mantenendo un equilibrio nella struttura compositiva.

TORINOSETTE
La giuria composta dai lettori di  TORINOSETTE  (Valentina Gonella, Marco Nicolai e Patrizia Silvestri), assegna il Premio Torinosette Miglior Film a

THE ORDINARIES di Sophie Linnenbaum

Motivazione. Raffinato ed originale film allegorico, ricco di riferimenti, al contempo divertente e commovente, che, attraverso la rappresentazione del cinema come specchio della società e spaziando brillantemente da un genere cinematografico all’altro, denuncia con particolare efficacia ogni forma di esclusione o discriminazione.Related: is kabanos healthy, dunedoo caravan park, enter a formula using arithmetic operators and parentheses, sarah wall anthony stevens, tyson jost dad, blodgett landing boat launch, precision gunsmithing tools, world cup predictions 2022 telegraph, hall pass template google doc, your application has been concluded by ukvi, do billionaires keep their money in banks, kathy fradella baker today, timing chain replacement cost ford transit, affidavit of non ownership of vehicle florida, soft side metal wall rust,

Luciano Viotto

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