Migliora leggibilitàStampa
7 Marzo 2024

Libra Schock (Transfert -Suspence – Hypnos) – Original Soundtrack

1977 - Cinexox Record

Roberto Loyola, ‘pittore maledetto’ della Scuola Romana di Piazza Santa Maria del Popolo, prima di unirsi al movimento artistico del Caffè Rosati, sul finire degli anni sessanta si era addentrato nell’universo della celluloide finanziando il noir con Klaus Kinski e Franco Citti “La Legge Dei Gangsters” e la commedia scollacciata “Canterbury n°2 – Nuove Storie d’Amore del ‘300” scritta da Aristide Massaccesi alias Joe D’Amato. L’esperienza cinematografica della Loyola Films non si rivelò particolarmente memorabile, compromessa irrimediabilmente dalla bancarotta che nel 1974 ne sancì la prematura chiusura dei battenti. A pagare pegno dell’inesorabile tracollo fu in particolar modo “Cani Arrabbiati” pellicola diretta, con non poche peripezie, dall’innovatore per eccellenza dell’horror all’italiana Mario Bava. Il violento road-movie, girato quasi interamente a bordo di una Opel Rekord Caravan, non conobbe distribuzione nelle sale (il recupero si concretizzò solamente nel 1995 grazie all’iniziativa di una delle protagoniste del film, l’attrice tedesca Lea Lander) suscitando profondo rammarico nel regista sanremese che, in una fase di smarrimento accarezzò persino l’idea di abbandonare definitivamente i set di ripresa. Fu l’incoraggiamento del figlio Lamberto ed una sceneggiatura stesa del valente duo Sacchetti-Barberi - già al fianco di Argento, Fulci e Massi- intitolata “Al 33 Di Via Orologio Fa Sempre Freddo” a riportare dietro la macchina da presa Bava per la realizzazione di una claustrofobica ghost-story.

Distribuito dalla Titanus con un titolo che ‘barcolla’ tra l’insolita inflessione tedesca e la molto più probabile svista tipografica della locandina originale “Schock”, fa la sua comparsa nei cinema italiani alcuni giorni prima del ferragosto del 1977. Il ruolo della protagonista principale Dora è affidato all’attrice fiorentina Daria Nicolodi, apprezzato volto televisivo nel “Ritratto di Donna Velata”, sensuale Anita ne “La Proprietà Non È Più Un Furto” di Elio Petri e fresca reduce dagli incubi argentiani “Profondo Rosso” e “Suspiria”. Ad affiancarla sulla scena, oltre al giovanissimo David Colin, sono due caratteristi presenti in molti thriller e poliziotteschi dell’epoca, due inquietanti facce che difficilmente passano inosservate: John Steiner e Ivan Rassimov. Altalene che oscillano da sole, macabri disegni infantili, paratie di mattoni in tetri seminterrati che nascondono orribili segreti, fantasmi che ritornano dal passato sono gli ingredienti di una dramma psicologico dalla coinvolgente presa emozionale nel quale Bava continua a dare sfoggio della sua genialità espressiva, amplificata da effetti speciali spesso ‘fatti in casa’ (si veda la scena dei capelli ‘posseduti’ della Nicolodi) e dalle ansiogene cromature della fotografia. Il commento sonoro di “Schock” passa per le inclinazioni prog-rock dei Libra, gruppo capitolino nato dalle ceneri dei Logan Dwight, unico italiano a finire sotto contratto con la prestigiosa label a stelle e strisce Motown Records. Ad onor del vero della line-up che ha trasvolato l’oceano per incidere negli Studi Total Experience di Los Angeles “Winter Day Nightmare” nonché esibirsi negli open-act dei tour di Zappa, Steppenwolf e Chicago, non fanno più parte i chitarristi Nicola Di Stasio e Francesco D’Andrea. Alla sezione ritmica formata da Dino Cappa (basso) e Walter Martino (percussioni) e al tastierista Alessandro Centofanti (Buon Vecchio Charlie) si sono aggiunti in sala di registrazione due musicisti gravitanti nell’orbita Goblin, Carlo Pennisi (chitarre) e Maurizio Guarini (tastiere). Il suggestivo intreccio tra i Libra ed i celeberrimi folletti - ad un successivo progetto denominato 'Pole Position' prenderanno parte le due formazioni al completo ad esclusione di Simonetti e Cappa- genera inevitabilmente un sound di argentiana memoria incardinato su ipnotici orditi che, sin dal tema conduttore, si inerpicano su movimenti circolari e convulse evoluzioni di tastiere, lasciando spesso spazio ad intervalli classici ed effetti di sottofondo ad hoc. Un riuscito interplay, quello tra musica e fotogrammi, per quella che a posteriori risulterà essere l’ultima realizzazione per il grande schermo di Mario Bava. A “Schock” fa seguito infatti la sola produzione televisiva, “La Venere d’Ille” (1979), racconto gotico co-diretto con il figlio Lamberto e con la Nicolodi ancora nelle vesti di prima attrice. Nel 1980, dopo aver preso parte all’allestimento di alcun trucchi visivi per l“Inferno” di Argento (l’eclissi lunare durante l’omicidio dell’antiquario Kazanian e la trasformazione finale di Mater Tenebrarum) e sul punto di dare il via alle riprese di un inedito film fantascientifico intitolato “Star Express” il 27 Aprile il regista viene colpito da un infarto fatale e decede. Riavvolgendo le bobine dei riflessi filmati lasciatoci in eredità da Bava si scorgono sequenze per le quali abbiamo inevitabilmente trattenuto il fiato o socchiuso gli occhi per lasciare filtrare solo una piccola parte di quella paura che ci stava attanagliando. Da “La Maschera Del Demonio” a “La Frusta E Il Corpo”, passando per “Sei Donne Per L’Assassino”, “Cinque Bambole Per La Luna D’Agosto” e “Reazione A Catena”. Titoli che, ai tempi delle loro ‘prima visione’, al solo pronunciamento procuravano un irrazionale e morboso brivido sulla schiena. Fremiti ed ansie con le quale Mario Bava ha tracciato l’immaginaria via maestra del cinema dell’orrore made in Italy, prima di soffermarsi nella gelida Via Orologio.

Alessandro Freschi

Audio

Video

Inizio pagina