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1 Novembre 2014 , ,

Lee Ranaldo 29 Ottobre 2014, Roma, Chiesa Coreana Metodista


lee ranaldoLee Ranaldo non ha bisogno di presentazioni, fondatore e chitarrista dei Sonic Youth, sembrava trovarsi per caso a Roma a suonare per qualche amico piuttosto che per la rassegna “Unplugged in Monti”. Questo per dire che ha trattato il pubblico come se lo conoscesse da tempo, con molta confidenza presentava un brano dopo l'altro, piacevolmente sorpreso dalla cornice della chiesa, dalle birre che circolavano liberamente sugli scanni e che di tanto in tanto contribuivano, rotolando, al noise delle sue chitarre acustiche. Sì chitarre, 4 per la precisione, e accordate tutte diverse e mai in Mi: qui potrebbe partire una lunga digressione sui dettagli tecnici e sul tecnico che ad ogni brano con fare certosino porgeva una nuova chitarra e ricontrollava la precedente “scordandola”in maniera corretta, ma sarebbe a dir poco superfluo. Come se non si sapesse da dove derivano queste scelte e perché sono state fondamentali nello sviluppo della musica indie e non solo, dagli anni ‘80 ad oggi.

 

leeLee Ranaldo è “L'Indiegeno” da cui son derivati suoni e stili che son diventati bagaglio musicale di tutti, o almeno della gran parte dei giovani cresciuti negli anni 90'. E’ forse la parte più fruibile dei Sonic Youth, che non sfigura affatto in acustico, anzi risuona legnoso di feedback fatti ad archetto ed altri effetti speciali a colorare la performance, che lascia comunque molto spazio all'interpretazione dei testi sempre legati a ciò che gli accadelee intorno. Dediche speciali a New York ovviamente, all'uragano Sandy (Last night on Heart), ai movimenti di occupy (Shouts), ai ricordi dell'adolescenza (The Rising Tide) e  a Lecce (Lecce, leaving)!. Il climax si raggiunge nel finale con due bis molto intensi, Stephany Says dei Velvet Underground (a un anno dalla scomparsa di Lou Reed) e Xstine as I Knew Here. Bel concerto goduto a pieno sia dal pubblico che da Mr. Ranaldo.

Lorenzo Vecchio
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