Migliora leggibilitàStampa
11 Settembre 2025 ,

Mark Fry Not On The Radar

2025 - Second Language Music
[Uscita: 16/05/2025]

Basta nominare Mark Fry e i collezionisti dal collo lungo drizzano subito le antenne e il motivo è molto semplice. Il suo primo, meraviglioso, album, “Dreaming With Alice”(1972) è uno tesori nascosti dei 70’, una delle prede più ambite dai cacciatori di vinile, basta pensare che una copia adesso vale oltre 2.000 sterline. Fortunatamente è stato ristampato più volte, anche dalla nostra Akarma con una alternative cover più bella se possibile dell’originale. Ma essendo Mark Fry sconosciuto ai più non possiamo esimerci dal parlare della sua produzione successiva a quel disco mitizzato. Il suo ritorno sulle scene con “Shooting The Moon” (2008) fu un fulmine a ciel sereno, un po' quello che era successo con il grande Bill Fay, artista che possiamo tranquillamente accostare a Fry, che si era ripresentato dopo un tempo immemorabile. A seguire erano stati pubblicati altri ottimi dischi come “I Lived In Trees” (2011) e “South Wind, Clear Sky” (2014) poi una nuova lunga pausa che ha fatto temere il peggio, discograficamente parlando. E invece eccoci qui, 11 anni dopo, a parlare di un nuovo disco, “Not On the Radar”, dove l’inglese non sembra aver perso l’ispirazione. Si legge che “il titolo allude sia all'isolamento rurale di Fry sia alla sua disconnessione esistenziale dalle trappole della vita moderna”. A 72 anni l’uomo dell’Essex ha messo in fila altre dieci delicate canzoni, dove i toni, come suo solito, sono tranquilli e rilassati, La voce non risente dell’usura del tempo, sono pochi gli artisti che nel tempo hanno mantenuto una voce così intatta e toccante. Da ricordare che Mark Fry ha speso molto tempo nel suo mestiere principale di pittore, questo spiega ampiamente le sue lunghe assenze discografiche. La stessa copertina del nuovo disco, è opera sua mentre l’album è stato registrato in Normandia a Giugno del 2024. Con lui troviamo John Parker, tastiere Iain Ross, chitarra, Angèle David-Guillou, piano, David Sheppard, percussioni. Si respira aria di campagna, sprazzi pastorali, si narra di pasti all'aperto, consumati senza fretta dagli strumentisti, all'ombra di un antico albero di mele cotogne. Musicalmente un po' le stesse atmosfere d’un disco storico come “Veedon Fleece” di Van Morrison, se ci è permesso un paragone che forse appare eccessivo. O meglio, come spiegano le note del disco, un omaggio a illustri predecessori come "Music From Big Pink" dei The Band o "Trinity Sessions" dei Cowboy Junkies, altri dischi storici. Bella l’apertura di Only Love, che ci fa subito capire che poco è cambiato nella filosofia sonora dell’inglese, non è da meno Big Red Sun, voce e piano, che ricorda da vicino Bill Fay, di cui parlavamo sopra. Il pezzo più lungo della raccolta è Where The Water Meets The Land con i suoi 5 minuti abbondanti, song eterea e dall’indubbio fascino, così come lo slow chiamato Daybreak. Alzano leggermente i toni sia la title track Not On The Radar e Stormy Sunday, con sprazzi di elettronica e sapori d’Africa, uscendo un po' dai solidi binari del disco. Le canzoni che portano a conclusione i 37 minuti del disco riportano il climax nei territori soliti di Fry, Where Would I Be, Jamais A L’Heure, col refrain in francese, i pochi secondi recitati di Rainbow Days e il finale malinconico di If I Could. Come è successo ai precedenti lavori del nostro anche “Not On The Radar” è stato poco considerato/recensito, la sua musica rimane roba da palati raffinati, poco importa, la bellezza del disco ci fa dimenticare anche questo.

Voto: 8/10
Ricky Martillos

Articoli Correlati

Audio

Video

Inizio pagina