Širom In The Wind Of Night, Hard-Fallen Incantations Whisper
[Uscita: 03/10/2025]
Con “In the Wind of Night, Hard-Fallen Incantations Whisper” il trio sloveno Širom giunge al quinto capitolo d’una avventura musicale unica e affascinante. Sì perché l’aggettivo unico calza a pennello parlando di loro, visto che in un'era dove il riciclaggio musicale sembra essere l’aspetto dominante è difficile trovare band che si rifanno o che non sono strettamente correlate ad altre. Si fa veramente fatica ad associare i Širom ad un normale filone musicale, loro amano il termine “imaginary folk” perché, come sottolineato da loro stessi, le due parole assumono un significato che ben inquadra la loro proposta. La loro è una sorta di allucinazione acustica, usando un parossismo, dove non sai se stai ascoltando qualche antica melodia o qualcosa di magico appena inventato. Altro sigillo d’originalità è la loro particolarità di nominare i loro dischi e le tracce con titoli lunghissimi, difficili da tenere a mente. Le composizioni sfiorano sovente i venti minuti di durata, pure in questo disco ci sono ben quattro long tracks a fronte di sette totali, per una durata complessiva di 75 minuti. Tracce che fanno scivolare l’ascoltatore in una sorta di trance ipnotica e contemplativa. Altra particolarità che li rende esclusivi è l’uso di una serie infinita di strumenti, molti dei quali reperiti nei loro viaggi per il mondo, altri costruiti da loro stessi e usando oggetti che nell’uso quotidiano sono destinati ad altri scopi, come ciotole e pentole. Per avere un'idea, ecco gli strumenti da loro impiegati, usiamo la terminologia inglese per comodità. Ana Kravanja: violin, viola, ribab, qeychak, balafon, frame drum, chimes, various objects, percussion, fipple flute, voice, Iztok Koren: banjo, three-string banjo, gembri, morin khuur, balafon, percussion,Samo Kutin: hurdy gurdy, bass harp, harmonium, lyres, frame drum, tampura brač, brač, lute, chimes, balafon, acoustic resonator, various objects, voice. Al recente concerto di Firenze, dove hanno presentato in anteprima il nuovo disco, il palco era letteralmente invaso dalla loro bizzarra strumentazione ricca di circa venti strumenti con i tre sloveni talmente poliedrici da passare con disinvoltura dall'uno all’altro. La musica di questo ultimo lavoro è, al solito, prevalentemente strumentale, quando appare la voce questa è usata quasi come uno strumento che serve a uscire dai loro vortici sonori. Dice Samo che “non vogliamo proporre qualcosa che suona come se esistesse già, ogni album deve suonare diverso da quelli che lo hanno preceduto”. Per tutti coloro che sono avvezzi a sonorità del passato la musica del trio sloveno si può accostare, con le dovute differenze, a certe oscure formazioni del filone Kraut-Rock, più vicina ai Limbus 4 del capolavoro “Mandalas”(1970) che ai magici Yatha Sidhra dell’immaginifica “A Meditation Mass”(1974). “In the Wind Of Night, Hard-Fallen Incantations Whispers”, da tradursi “Nel vento della notte, sussurrano incantesimi caduti a fatica”, si presenta come gli altri dischi di Širom, con una bellissima copertina, opera del pittore sloveno Marko Jakše. Le sue illustrazioni surrealiste, ricche di creature magiche e personaggi disturbanti, aggiungono un'ulteriore dimensione alla musica del trio sloveno. Il disco si apre con Between The Fingers The Drops Of Tomorrow’s Dawn, composizione ipnotica con lo xilofono che inizialmente detta legge con echi puramente rileyani, a seguire le percussioni fanno rallentare il tutto, la voce celestiale di Ana irrompe a sorpresa, poi il pezzo giunge a conclusione dopo sedici minuti. Gran bell’inizio, già si capisce che i Širom ci hanno regalato un altro gioiello da custodire con cura. Di durata giusto inferiore è Curls Upon The Neck, Ribs Upon The Mountain, introdotta da un intreccio di archi di varia provenienza, possiamo parlare senza paura di musica classica, rotto dal solito crescendo percussivo a cui si aggiunge il canto sciamanico di Samo, per finire col contemplativo finale, tipo la quiete dopo la tempesta. Evocativo il video che accompagna questa lunga composizione. Quasi a far respirare l’ascoltatore arrivano i tre minuti di No One’s Footsteps Deep In The Beat Of A Butterfly’s Wings, altro titolo chilometrico, con il banjo che detta il ritmo, una breve parentesi in un disco ad ampio respiro.Tiny Dewdrop Explosions Crackling Delightfully è pura magia pastorale, di nuovo la voce di Ana fa capolino, qui più che altrove possiamo trovare delle similitudini con la favolosa Third Ear Band che a cavallo fra i Sixties e i Seventies ci aveva regalato tre album affascinanti. Di nuovo Hope In An All-Sufficient Space Of Calm è poco più di un breve intermezzo, per le medie dei Širom, dove la voce di Ana fa di nuovo capolino. Serve in pratica a rilassarsi prima dell’arrivo dei quasi 19 minuti di The Hangman’s Shadow Fifteen Years On, uno dei vertici del disco. Come nelle precedenti long tracks si può parlare in tutto e per tutto di mini suites, dove la tavolozza musicale cambia colore di continuo. Il solito inizio pastorale, con richiami ai suoni della natura, una quiete spezzata subito dalla voce di Samo, dolci flauti e violini che anticipano il nucleo del pezzo, con elementi di drone e melodie stratificate. I sei minuti scarsi di For You, This Eve, The Wolves Will Be Enchantingly Forsaken, presentato come singolo apripista, con harmonium e soffici percussioni, portano a conclusione il quinto capitolo della creatura Širom, un viaggio astrale che non vorresti terminare mai a dispetto del minutaggio medio dei loro dischi che sovente sfrutta l’intera capienza di un singolo cd. “In the Wind of Night, Hard-Fallen Incantations Whispers” è l’incantesimo sonoro più ammaliante e fascinoso di questo 2025 che volge lentamente al termine, il superamento di un traguardo creativo che non credevamo possibile e che fa degli gli sloveni la formazione più originale e imprevedibile dell’attuale universo sonoro.

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