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18 Settembre 2025 ,

Brad Mehldau Ride Into The Sun

2025 - Nonesuch Records
[Uscita: 29/08/2025]

Assonanze esistenziali che trovano il loro allineamento secondo una quadratura dettata dal destino. Brad Mehldau ha rincorso l’arte di Elliott Smith camminando lungo il ciglio di un abisso in cui specchiarsi e guardare le stesse cicatrici, come in una sorta di narcisismo al contrario da cui trarre però sollievo. Il nuovo “Ride Into The Sun” non è tanto la più organica rilettura di alcuni brani di Smith, quanto la narrazione di una comune genesi esistenziale ed artistica. L’album è l’esposizione di una scrittura universale che accoglie tra le righe la vita di due artisti, in una musica che trascende se stessa per raccogliere il dolore, il buio ma anche l'immaginazione di un finale diverso da quello già deciso. Il pianista statunitense conduce la musica di Smith nel proprio perimetro per spalancarla all’inedito, portarla vicino a sé per poi spingerla con forza lontano, come in un moto paradossale. Si tratta di qualcosa che ha a che fare con la liberazione da antiche fragilità e dalla paura che quei demoni dalle gambe sottili possano ancora bisbigliare all’orecchio. Nell’album non c’è solo Smith, quindi. Forse è meglio dire che in “Ride Into The Sun” c’è quasi esclusivamente Mehldau. Però in queste stanze non ci sono fantasmi che si agitano, semmai finestre spalancate per fare entrare aria fresca e una luce che asciuga le strade dalla pioggia caduta nella notte. Il clima si distende all’interno di una dimensione che evidenzia le complessità originali dei brani, adesso semplicemente esposti alla possibilità di altre direzioni. La malinconia di Everything Means Nothing diventa una creatura che improvvisamente cambia abito per diventare il personaggio di un’opera di New Orleans per poi spogliarsi, uscire e danzare sulle note del motivo originale. La band è costituita dal mandolinista e cantante Chris Thile, dal cantante Daniel Rossen, dai bassisti Felix Moseholm e John Davis, dal batterista Matt Chamberlain, oltreché da una orchestra diretta da Dan Coleman presente anche in “Highway Rider” del 2010. Allora Mehldau usciva da un periodo oscuro ed il venerdì sera era solito frequentare il club Largo di Los Angeles. Uno di quei venerdì assistette all’esibizione di Jon Brion, stretto collaboratore di Elliott Smith, il quale a sua volta lo presentò al batterista Matt Chamberlain. In “Ride Into The Sun” torna tutto come in una parola palindroma. Le orchestrazioni riprendono alcune intuizioni sviluppate già in “Highway Rider” che conteneva Sky Turning Grey, l’elegia dedicata a Smith. Da qui l’esigenza di inserire tre nuovi brani originali e la cover di Thirteen dei Big Star e Sunday di Nick Drake, nume tutelare di Elliott Smith. Le ascendenze brumose che riportano a Tanworth in Arden sono rinvenibili come tracce su una strada ricoperta di foglie; basti ascoltare la chiusura di Somebody Cares, Somebody Understands in cui trovare un inserto di River Man. Quando tutti vogliono vederti cavalcare verso il sole, forse a volte è più dolce cadere. Meglio se illuminati dalla luce di una luna rosa.

Voto: 8/10
Giuseppe Rapisarda

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