ItalRock – 6
Si avvicinano i vent'anni di carriera per i Rainbow Bridge, il trio pugliese composto da JimiRay Piazzolla (chitarre), Fabio Chiarazzo (basso) e Paolo Ormas (batteria) del quale avevamo recensito qui il precedente "Drive". Il nome richiama subito Jimi Hendrix e a quelle sonorità i RB sono fortemente legati, blues, psichedelia, chitarre fuzzy, sin dalla prima traccia di quest'album dal titolo evocativo, "Soundtrack Of A Silent Land", A Silent Land. che dopo l'apertura con un canto Navajo va avanti con quasi nove minuti di chitarre hendrixiane che macinano blues e stoner, temperature torride confermate nel resto dell'album che fra un tripudio di distorsioni (Hugh The Cactus), una pausa acustica (Shoreline), le fiammate acidissime (Lama Returns), le commoventi atmosfere desert (Sunrise Moon) ci dimostra e ci ricorda come il rock sia nato con la chitarra elettrica e la sua carica energica ed espressiva e che quella tradizione vale ancora la pena di essere coltivata. Il disco è stato registrato in presa diretta e si sente e i RB per la prima volta fanno un album totalmente strumentale e si affidano a un'etichetta, la Argonauta Records che giustamente crede in loro.
(Ignazio Gulotta) Voto 7.5
“Uno” (29Records) perché Emanuele Colandrea qui fa tutto da solo, uno perché «è il numero dell’istinto, del “buona la prima”, di un giorno alla volta, un’ora alla volta, una canzone alla volta», da qui anche la scelta di registrare in presa diretta chitarra e voce. Tredici brani per questo suo quarto lavoro che si configura come un percorso molto personale e sincero e scevro però da qualunque compiacimento e retorica, si ascolti la bella e intensa Con Le Mani Nella Guerra, frasi dirette semplici che feriscono nella loro immediatezza con le immagini evocate di Gaza. Sotto il segno di Ciampi, Andiamo Camminiamo Lavoriamo, canto all’indipendenza e al non conformismo, ma anche Amarsi È Rivoluzione con quella visione che «abbracciarti è il mio sogno d’anarchia». Da segnalare in un album che va comunque goduto nella sua interezza la delicata e avvolgente canzone d’amore Sarà Bello, la malinconica Sabbia E Cemento, fatta di ricordi e di attese, e la disillusa ricerca di sfuggire dalla vischiosità di una vita dominata dalla falsità di Altro Che Colandrea. Magari la voce può far pensare a Brunori, ma il tocco semplice, delicato, mai banale nel toccare temi importanti sia sociali che umani ci ha ha ricordato l’ultimo Alessandro Fiori
(Ignazio Gulotta) Voto 7.5
La band catanese Nadié rinasce con il nuovo nome La Classe Dirigente ed esce per la Vrec Music Label con l’album “Termini Per Una Resa”. Il punto di riferimento stilistico è il pop rock inglese anni ‘90, canzoni godibili che ti entrano subito in testa, con ritornelli efficaci e piacevoli. I testi sono un punto di forza per la capacità di trattare riflessioni di carattere esistenziale senza cadere nel solipsismo, ma vedendoli all’interno di una società che si sta pericolosamente evolvendo verso l’omologazione. La vena cantautorale è quella che meglio valorizza le canzoni, soprattutto quando gli arrangiamenti rinunciano alla vena enfatica che talvolta penalizza le canzoni e le conducono verso il pop mainstream; preferiamo invece brani intensi e sofferti come Francesco Ha Abbandonato o che abbracciano un lato rock più grintoso come Pronti Inconsistenza Via o la bella ballata L’Ultima Lezione o il bel crescendo della cantilenante Salutarsi, grazie a rime semplici quanto efficaci, Conosci te stesso.
(Ignazio Gulotta) Voto 6.5
Filarmonica Fluida è un progetto del tastierista Andrea La Marca nato da una residenza negli studi di Andrea “Duna” Scardovi e dalla collaborazione con altri musicisti e l’etichetta Brutture Moderne. L’Ep "Dream Machine" raccoglie sette brani per 22 minuti di musica strumentale elettroacustica. Il disco è il frutto di una continua sperimentazione alla ricerca di sonorità in grado di trascinarci in un universo di contaminazioni sonore evocativo della dimensione del sogno e dell’inconscio. Fra le tracce segnaliamo l’enigmatica Tuc Tuc basato sulla commistione fra un drone di tamburello e i suoni eterei e gocciolanti dei synth, Paprika, ispirata a un film di animazione giapponese, dai ritmi marziali e non priva di ironia, sottolineata dal suono fanciullesco delle tastiere, Dune che ci trasporta verso mondi mediterranei e arabeggianti. Disco interessante che rappresenta un viaggio sperimentale, inedito, ma anche fluidamente fruibile.
(Ignazio Gulotta) 7.5
I torinesi Le Schiene Di Schiele ci regalano "Danze Della Sfiga", un album di spigliato post punk, ma che gronda rabbia e insofferenza a partire dal brano di apertura Martini Dry il cui personaggio è un operaio in una fabbrica di armi che tenta di trovare una giustificazione al suo sporco lavoro, del resto il tema del disco è proprio quello degli sconfitti, di chi nella vita ha inciampato o è stato sfigato. Romanzo Russo mette in scena il dramma della routine quotidiana, La danza della sfiga ribolle tumultuosa,10 Giugno evoca il delitto Matteotti con incedere drammatico, Il Ricevimento sorprende nei suoi sei minuti movimentati da un arrangiamento efficace e creativo, Caino gronda la furia di un emarginato, Ti Voglio Bene sceglie un registro più intimo e Valore Aggiunto sul tema dello sfruttamento sul lavoro. Disco diretto che vuole colpire e affrontare temi sociali di grande attualità e lo fa con uno stile personale che deve molto certo al punk, ma che lo rilegge con spirito inventivo e contemporaneo, come si evince dalle non banali parti strumentali.
(Ignazio Gulotta) Voto 7
Bastiano è il progetto cantautorale di Luca Bastianello adottato dopo una lunga carriera da bassista. Attraverso le otto canzoni l'autore realizza una sorta di percorso a ritroso su sprazzi del suo passato cercando di riflettere e fare i conti con gli errori e le occasioni perdute di cui tutte le nostre vite sono costellate, ma non per rammaricarsi, ma per uscirne e guardare avanti. Musicalmente il suo è fondamentalmente un pop rock acustico, ma che in alcuni casi, come ne Il Monologo, ha una fibra più decisamente rock. Gli arrangiamenti sono curati e creano le atmosfere adatte per accompagnare i bei testi di Bastiano, non mancano per esempio gli archi in Dimmi Cos'è o un bel piano ad accompagnare il miglior testo dell'album in Falangi. Album sincero e raffinato da ascoltare con attenzione e partecipazione.
(Ignazio Gulotta) Voto 7
Calgolla è un quartetto italiano di base a Berlino, il loro album "Iter" esce per la Vina Records e rappresenta uno dei migliori risultati fra i dischi classificabili come indie rock italiani. Si tratta di un lavoro complesso con arrangiamenti che vanno dal post punk, all'indie, al dark, allo spoken words e brani dal respiro ampio e dalle diverse sfaccettature. Nelle sue tematiche il disco recepisce il momento di crisi e disorientamento che viviamo, fra disastri ambientali, critiche al disagio sociale, timori di vicini scenari distopici, rischio che la tecnologia schiacci l'uomo e ne comprima la libertà. I testi, prevalentemente in inglese, ma sono presenti anche francese, spagnolo,siciliano e perfino greco antico, contengono riferimenti esoterici, gotici, a catastrofi, a lotte per la sopravvivenza, a scenari post apocalittici, ma sono soprattutto le musiche che in coerenza ci trasmettono un forte senso di pericolo, di incertezza, di inquietudine, dal misticismo gotico di Morning Star alle influenze doom della title track, dalla desolata rarefazione di Erdelose Pflanze al palpitante post punk di Frantic Movement, dalla fobia gotica Puppeteers alla claustrofobica Pupilla Digitale. Lavoro davero molto interessante.
(Ignazio Gulotta) Voto 7.5
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