Luca Borgia Fotosintesi
[Uscita: 09/05/2025]
Luca Borgia ha un approccio non convenzionale con l’utilizzo del suo strumento, ovvero la chitarra. Le stesse partiture del compositore torinese scorrono come flussi di coscienza su fondali immateriali per parlare di luoghi lontanissimi, di antiche costellazioni in cui si riconoscono forme familiari remote ritrovate nell’inconscio. La sensazione all’ascolto del nuovo “Fotosintesi” è quella di un lavoro che esprime un proprio ancoraggio ancestrale al mondo, lo sforzo di volersi aggrappare ad uno stadio emotivo della vita per captarne in profondità la sua fragile verità. Tra il 2022 e il 2024 Borgia ha composto la colonna sonora del docufilm intitolato “Pellizza pittore da Volpedo”, per la regia di Francesco Fei, con Fabrizio Bentivoglio. A tre anni di distanza da “Avvolgistanti” le nuove dieci tracce confluiscono in “Fotosintesi” confermandosi l’ennesimo capitolo di una scrittura nata per le immagini sotto forma di sonorizzazione, ma anche per definire una narrazione interiore ogni volta sempre nuova. Siamo nel territorio di un post rock strumentale, di un ambient chitarristico che cristallizza fotogrammi in movimento per cogliere lo scambio di energia vitale con il mondo circostante. In tutto l'album scorre una tensione fatta di una velocità connaturata che non coincide necessariamente con la scansione metronomica. Prevalgono sempre fugaci impulsi come schegge di pensieri e suoni diretti alla ricerca costante di una armonia di base, nonostante un tracciato non sempre lineare. L'opener Su Un Ritratto Di Vetro Pt. 1 è chitarra e strati di suoni in graduale saturazione, la successiva Il Bacio Di Calipso è una marcia cameristica con la chitarra che diventa una viola elettrica alimentandosi progressivamente di forza, così come l'avvolgente mood noir di Circe. L'accordatura aperta di Cedro suggerisce sospensioni, voci che si interrompono nello spazio di una stanza vuota, mentre Vene Di Marmo è un blues screziato di venature southern gothic. Da segnalare Suntrail con il sax di Eros Giuggia e la conclusiva traccia omonima, forse il momento più toccante della tracklist. “Fotosintesi” è un lavoro di grande sensibilità e la foto di Andrea Bracco sulla copertina è la perfetta controparte visiva per un album che vive di suggestioni mutevoli, di sfocature sotto cui si nascondono paesaggi in continua evoluzione.
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