Demetrio Stratos Satyricon ’79
[Uscita: 30/09/2025]
Nel 1979 venne inaugurata la sede storica di via Ciro Menotti del Teatro dell’Elfo di Milano. In quell’occasione andò in scena il Satyricon, tratto dal testo di Petronio ed ispirato al film di Fellini, nella riduzione di Ferdinando Bruni e con la regia di un giovanissimo Gabriele Salvatores. Del cast facevano parte giovani attori tra cui Elio De Capitani, Ferdinando Bruni, Cristina Crippa, Corinna Agustoni e Ida Marinelli. Per quella messa in scena Demetrio Stratos si occupò della scrittura di tutte le musiche originali dello spettacolo, come un inesorabile ultimo atto prima della morte che avverrà di lì a poco. In linea con la tendenza del tempo a fare dialogare a livello artistico e culturale tecnologie ed arti diverse tra loro, in una sorta di multimedialità ante litteram, la musica di Satyricon era parte integrante del testo teatrale nel senso di essere concepita come una fusione strutturale con la recitazione degli attori che si muovevano all’interno di una dinamica di interdipendenza tra fonetica e sonorizzazione. In qualche modo era come se il senso del logos pronunciato trovasse il suo compimento nell’impianto di quella musica, in una forma di interazione / dipendenza reciproca e continua. L'immaginario di Stratos era viscerale, non apparteneva all’umano e la sua genesi andava piuttosto ricercata nei riti misterici in cui l’oscurità dell’inconscio assumeva forme ancestrali e innate. Sarebbe più corretto parlare di una ricerca dell’im-possibile, di accesso a sfere che appartengono all’irrazionale per lasciare emergere il dualismo ontologico delle cose, la polivalenza dell’esistenza. Stratos ha trascorso la sua vita nella necessità di scandagliare le profondità della propria voce, scomponendola e dissezionandola per trasformarla in un miracolo di alterità attraverso la fonazione. Il suono è qualcosa che ci possiede ma che non ci appartiene, riempie gli spazi dello spirito saturando le cesure del silenzio con parole provenienti da una lingua straniera. Ecco perché le sperimentazioni applicate alle diplofonie e triplofonie rappresentavano la fenomenologia di uno sdoppiamento dell’Essere per mezzo di una strada mai percorsa che passa dall’irrazionale piuttosto che dalla fissità di regole codificate. A distanza di 45 anni ritornano alla luce i nastri delle musiche di scena del Satyricon che Stratos curò con la collaborazione di Paolo Tofani degli Area. Le registrazioni sono state recuperate dagli archivi del Teatro dell’Elfo e sottoposte ad un processo di restauro e digitalizzazione grazie all’intervento del Centro di Ricerca Vocale e Sonora Malagola di Ravenna in cui ha sede l’Archivio “Demetrio Stratos”. Il ritrovamento di queste incisioni costituisce una testimonianza dell’assoluto valore di Demetrio Stratos, soprattutto se contestualizzata storicamente nell'alveo di un movimento di resistenza culturale in opposizione all'edonismo verso cui stava scivolando la società. In queste tracce troviamo brani originali intercalati da sample sonori di world music, come in una sorta di visuale intima sull'artista greco e sul suo processo creativo. Il 30 settembre esce in vari formati per la label Die Schachtel (fondata da Bruno Stucchi e Fabio Carboni) "Satyricon '79", ovvero la raccolta di queste registrazioni, unitamente ad un apparato critico e documenti fotografici ritraenti frames da un'epoca in cui si pensava che tutto fosse ancora possibile.
