Intervista Ad Andrea Carboni
Sabato 25 Ottobre 2025 nei locali della storica “Galleria del Disco” di Pisa, Andrea Carboni ha presentato l’edizione in vinile di “Passanti, Mostri e Fantasmi”. Supportato da Erika Giansanti alla viola, il cantautore ha eseguito alle tastiere alcuni estratti da questo interessante inedito progetto. Lo show case si è rivelata l’occasione perfetta per incontrarlo e scambiare alcune impressioni con lui.
Andrea, ci eravamo lasciati esattamente nove anni fa ai tempi della tua “Rivoluzione Cosmetica”, un album di energica matrice elettrica che urlava contro la moderna società dell’apparire, contro l’ossessiva ricerca di un’immagine confacente agli status symbol. Nel decennio che ne è seguito abbiamo perso in parte le tue ‘tracce artistiche’ (ricordo un curioso live registrato al Wopa di Parma intitolato “Quarantasetteminutiscarsi” ed il progetto La Polvere). Quale strade musicali ed esistenziali ti hanno portato oggi qui a presentare questo nuovo disco?
Andrea : “La Rivoluzione Cosmetica” era un album, per come intesi concepirlo, di stampo rock. Chitarra, basso e batteria. Il messaggio che volevo veicolare era rabbioso, incazzato, e queste sonorità spinte si presentavano particolarmente appropriate allo scopo. Nel corso del tour promozionale ho conosciuto Daniela Savoldi, violoncellista di Brescia, e con lei ho iniziato ad arrangiare i brani del disco (ed anche alcune mie composizioni contenute negli album precedenti) in formazione acustica. Ciò che ne è scaturito è stata una dimensione decisamente più intima del progetto, quasi da camera, che percepivo appartenermi profondamente. È così che ha preso corpo la testimonianza “Quarantasetteminutiscarsi”, il live da te menzionato. In seguito, a cavallo tra il 2017 e il 2018 ho suonato nel progetto pop elettronico ‘La Polvere’, dopodiché ho collaborato con King of the Opera dando alla luce un lavoro tanto bello quanto sfortunato, uscito, ahimè, nel febbraio 2020.
Febbraio 2020, il famigerato Covid. Come hai vissuto quei momenti così particolari?
Andrea : Non era mia intenzione fare un nuovo disco ma mi sono ritrovato chiuso in casa con un pianoforte. Ho iniziato a raccogliere idee maturate nel corso degli anni. Per lo più composizioni ‘costruite’ alla chitarra che ho cominciato a reinterpretare in versione pianistica. Frammenti, pezzi di canzone, pezzi di ‘cantato’. Alla fine dell’estate 2020 mi sono ritirato in Sardegna ed ho iniziato a metter giù la tessitura di questo lavoro inedito, un lavoro per piano ed archi.
La forza dei contenuti, le parole scrupolosamente misurate a tratteggiare i contorni di emozionali diapositive non sono mai mancate nei tuoi lavori ma ascoltando “Passanti, Mostri E Fantasmi” si percepisce nitidamente la volontà di condividere suggestioni vissute o forse anche solo immaginate. Ma chi sono realmente i protagonisti del titolo?

Andrea : È un concept dalle immagini forti, molto marittime. Non a caso è stato concepito in Sardegna. Nel corso della vita credo che ognuno di noi abbia indossato i panni delle tre figure del titolo. Nessuno è mai santo del tutto, così come mai stronzo del tutto. Questo è il mio pensiero, un pensiero diciamo circolare, ma lascio all’ascoltatore di turno la totale facoltà di interpretare e quindi di riconoscersi tra i passanti piuttosto che tra i mostri o i fantasmi.
Nel tuo background artistico (sono trascorsi sedici anni dal tuo esordio discografico “La Terapia Dei Sogni”) trovano posto esperienze variegate, prove di interessante cantautorato non disdegnando passaggi elettronici e rock. Dove ti senti di collocare questa nuova fatica discografica?
Andrea : Mi piace pensare che, essendo basato su voce e strumenti acustici, “Passanti, Mostri E Fantasmi” sia un album che avrebbe potuto essere pubblicato quindici anni fa così come tra qualche anno. Ha una scrittura attuale, moderna, figlia degli ascolti maturati nel passato ma oserei definirli comunque senza tempo. Per realizzarlo mi sono circondato di collaboratori, amici musicisti, con i quali negli anni ho condiviso esperienze musicali e di vita, con l’intento di ricreare ‘casa’. E credo di esserci riuscito perfettamente.
In un’epoca dove la fruizione della musica è sempre più ‘liquida’ è quanto mai coraggiosa l’idea di pubblicare un lavoro inedito esclusivamente su vinile. Quali sono le ragioni che ti hanno spinto a tale soluzione? (Tra l’altro molto suggestiva la scelta della trasparenza)
Andrea : Oggigiorno purtroppo l’ascolto è relegato a ‘singoli’ passaggi in radio o per playlist. Troppo veloce, a certa musica non si concede il tempo materiale per essere assimilata. Il concetto ‘disco’ sta andando perdendosi. Per quanto mi riguarda ho realizzato da sempre concept e l’idea di fare uscire questo inedito su vinile mi piace molto. Un vinile non puoi mandarlo avanti o indietro, al limite puoi solo girare facciata sul giradischi. Ciò ti costringe inesorabilmente ad ascoltarlo per intero, obbligandoti a dedicare completamente l’attenzione a ciò che l’autore desidera raccontarti, trasmetterti.

