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30 Novembre 2020

Nick Cave Idiot Prayer (Nick Cave Alone At Alexandra Palace)

2020 - Awal/Bad Seed Ltd
[Uscita: 20/11/2020]

Ci sono due dimensioni di religiosità, una esteriore ed una interiore. Mentre la prima risponde alle regole di un rito socialmente riconosciuto, la seconda è intima e appartiene a ciascuno di noi, in una dimensione governata da una personale cosmogonia intrisa di contraddizioni e rimpianti. Nell’intercapedine tra queste due sfere risiede la Verità autentica che contraddistingue il nostro Essere, in una saldatura tra passato e presente che ci colloca nello spazio temporale attuale che noi chiamiamo vita. In questo sottile spazio troviamo il nucleo autentico dei sentimenti che vanno dal dolore alla gioia, sino al conflitto atavico con Dio, proprio quello che Nick Cave ha sempre cantato. Ogni morte, specialmente quella di un figlio, è una crocifissione di se stessi e porta dentro le stanze di un buio Sinedrio il cui verdetto sarà sempre una condanna alla flagellazione con urticanti recriminazioni. Tutto questo Nick Cave non solo l’ha vissuto, ma l’ha saputo elaborare in una nuova forma di espressione artistica da donare al proprio pubblico come fosse un nuovo ritorno, una parusia di sé. E’ indubbio che Skeleton Treeha rappresentato un prima ed un dopo, le tenebre come linea di demarcazione a cui ha fatto seguito il concept “Ghosteen”, flusso di coscienza che ha destrutturato le canzoni rendendole sature di una emotività a tratti insostenibile. Con questi due album Nick Cave è diventato il signore assoluto della sospensione e del silenzio, di una vita cristallizzata nell’ambra trasparente come nucleo di quello che si sarebbe voluto salvaguardare da tutte le esondazioni del mondo. Nel giugno di questo catastrofico anno Nick Cave ha registrato all’interno dell’Alexandra Palace di Londra un concerto (diventato anche documentario) per sola voce e piano in cui vengono interpretati ventidue brani tratti da album registrati sia con i Bad Seeds che con il moniker Grinderman, in un arco temporale che arriva a comprendere anche il recente “Ghosteen”. Difficile descrivere la potenza delle canzoni contenute inIdiot Prayer (Nick Cave Alone At Alexandra Palace)” e decifrare la mistura di quei versi e di quelle note che risuonano nello spazio della sala vittoriana in cui sono state effettuate le riprese. Ogni brano vive in una bolla senza tempo e ogni cosa, per tutto il tempo delle canzoni, perde la sua forza gravitazionale. Nick Cave riesce a trascendere la sostanza delle tracce originali, giungendo ad una dimensione metafisica in cui la scelta di utilizzare un solo strumento, anziché depauperare i registri espressivi, ne esalta le caratteristiche, facendo emergere veri e propri promontori di drammaticità. Si rimane esterrefatti dinanzi alla coralità di Sad Waters, alla classicità di Brompton Oratory e Into My Arms, alle lacerazioni di Girl In Amber e Man In The Moon, così come all’assenza cantata in Waiting For You e Black Hair (scritte in momenti così lontani ma mai così vicine). L’incedere di Jubilee Street ha una dinamica di salvezza, mentre nelle increspature di Higgs Boson Blues si dubita dell’esistenza di Dio e nella chiusura di Galleon Ship c’è l’abbandono all’ineluttabile. Idiot Prayer (Nick Cave Alone At Alexandra Palace)” è una preghiera recitata sottovoce ma ha la forza di far scoppiare i timpani per la commovente verità da cui è attraversata: non esiste la vita eterna, esistono solo atomi di qualcosa che chiameremo “nostalgia” o “felicità”, pronti a bruciare nella memoria come fuochi fatui.

Voto: 8/10
Giuseppe Rapisarda

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