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13 Novembre 2021

Nick Cave & The Bad Seeds B-Sides & Rarities – Part II

2021 - Mute Records
[Uscita: 22/10/2021]

Risale al 2005 “B-Sides & Rarities”, raccolta di b-sides e outtakes di Nick Cave & The Bad Seeds del periodo 1984 - 2005. Sedici anni dopo, Nick Cave riapre i cassetti della memoria per tirare fuori “B-Sides & Rarities - Part II”, ispirato dal medesimo intento di dare coerenza a materiale registrato dal 2006 sino al 2019, a volte mai pubblicato prima e, comunque, non compreso negli album ufficiali. Sarebbe un errore ritenere “B-Sides & Rarities - Part II” una pubblicazione dedicata ai completisti, perché le ventisette tracce divise in due dischi restituiscono appieno l’opera di Nick Cave e della sua feroce poetica. Il primo disco raccoglie musica in parte già conosciuta come Fleeting Love, b-side di “More News From Nowhere Single” del 2008, o Accidents Will Happen, risalente al periodo di “Dig, Lazarus, Dig!!!"; oppure ancora lo splendore delle cover di Free To Walk, di Jeffrey Lee Pierce, cantata insieme a Debbie Harry, o di Avalanche di Leonard Cohen in una versione per solo piano e voce a cui segue l’inedita sorprendente Vortex del 2006 che con il suo imprinting alla Bad Seeds scioglie ogni grumo di tensione emotiva. Da segnalare, poi, la struggente Give Us A Kiss, tratta dal docufilm “20.000 Days On Earth” e la finale Push The Sky Away – Live With The Melbourne Simphony Orchestra che lascia senza fiato. Il secondo disco contiene tutti brani inediti o prime versioni tratte dalle sessioni di “Skeleton Tree” e “Ghosteen”. Adesso il livello di intensità sale vertiginosamente, ogni passaggio risente di quel preciso clima, di quelle oscure contingenze dell’anima di Cave nelle cui stanze risuona ancora un lamento funebre scritto con l’alfabeto della pietà. Al di là dell’interesse legato al processo di scrittura che passa attraverso versioni ancora aperte allo sviluppo, colpisce come anche le prime stesure di tracce come Skeleton Tree abbiano già una loro ontologica bellezza. King Sized Nick Cave Blues è una sonata per l’ultima alba del mondo, Big Dream (With Sky) riporta alle sessions di “Ghosteen”, facendosi largo il peso specifico di Warren Ellis che avvolge ogni cosa con un’aura magnetica. Dopo la tempesta radioattiva che penetra i tessuti di Hell Villanelle ed il suo carico di pulsazioni distopiche, troviamo la dolcezza infinita di Euthanasia, per voce e piano, nonché Life Per Se, che costituisce uno dei momenti emotivamente più devastanti in cui la fragilità è tutta contenuta in versi come questi: «E non ho niente contro l'amore in sé / Sono solo le stelle a tarda notte che mi pungono gli occhi». Altra vetta è Steve McQueen, speech poggiato su un tappeto ambient intessuto da Warren Ellis: il tempo sembra fermarsi, come un cuore che prende fiato per pompare più forte dopo, perché il compito di tener in vita un corpo è ineluttabile come il destino che viene assegnato a ciascuno di noi. E Nick Cave ha compreso chiaramente qual è il suo ruolo nel mondo: «Perché qualcuno deve cantare le stelle / E qualcuno deve cantare la pioggia / E qualcuno deve cantare il sangue / E qualcuno deve cantare il dolore».

Voto: 8/10
Giuseppe Rapisarda

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