Oh Sees Face Stabber
[Uscita: 16/08/2019]
Negli ultimi tempi sembra che la consuetudine di John Dwyer & Co. sia diventata compiere tour e lavorare a materiale inedito con cadenza annuale, per poi registrarlo durante i mesi invernali al Sonic Ranch con Eric Bauer ed Enriquez Tena Padilla, nelle vicinanze di El Paso, e proporre un nuovo album in estate o giù di lì. Nell’Annus Domini 2019 il giro di boa è affidato al doppio “Face Stabber”, che tira le somme delle ultime evoluzioni della band californiana. Con l’assestamento della formazione sull’asse ritmico Paul Quattrone- Dan Rincon alle pelli e il fido Tim Hellman al basso, Dwyer e gli Oh Sees hanno prodotto “Orc” (2017) e “Smote Reverser” (2018), approfondimenti delle sfumature visibili nei precedenti “Mutilator Defeated…” (2015) e “A Weird Exits” (2016). “Face Stabber” non aveva lasciato indizi sul percorso intrapreso, essendo stato anticipato da una serie di canzoni in cui svettano i 21 minuti di Henchlock, jam kraut-funk à la Can, con tanto di sezione di fiati e putridume elettronico/elettrico ad imbrattare la colossale impalcatura ritmica eretta da Quattrone/Rincon/Hellman. Di fatti, il pezzo anticipa l’umore del disco, che, lasciata ogni remora, si addentra in territori free-rock e in sessioni dalla lunghezza estenuante. Gli stessi Oh Sees mettono in guardia nelle note di copertina: “Face Stabber” non è un tentativo di ingraziarsi pubblico e critica ma una dichiarazione di intenti, un’interpretazione musicale della realtà contemporanea in cui il gruppo ha dato prova di vivere coscientemente, dedicando il video di Captain Loosely alle vittime della sparatoria di El Paso del 3 agosto scorso.
In “Face Stabber” i vari stili degli Oh Sees sono ancora più estremizzati rispetto ai due dischi precedenti. Soprattutto nella prima parte, le tracce sono dilatate nei groove lisergici di The Experimenter (con tanto di sax e percussioni nel finale) e all’assalto kosmische-rock di The Daily Heavy, mentre è la sola Snickersnee a portare un attimo di morbidezza psichedelica, con i suoi tappeti tastieristici. La prima botta arriva con l’epica Scutum & Scorpius, 14 minuti che aprono in una nuvola elettronica per poi risolversi in una salmodia orientale e conseguente jam heavy-funk. La seconda parte è divisa tra numeri debitori del rock tedesco come Poisoned Stones e Psy-Ops Dispatch e tentativi di fondere speed-metal e garage-punk (Heartworm, Gholü, Together Tomorrow). La suite ambient tutta glitch e blip-blop Captain Loosely è il preludio all’ordalia jazz-rock di Henchlock.
Il sound degli Oh Sees in questo disco è intenzionato a non lasciare prigionieri: non c’è riposo dall’iniezione muscolare di assoli, riff e tecnicismi. C’è da dire che se in un primo momento alla band vanno tutte le simpatie del caso per questo, alla lunga mancano momenti alternati, un cambio di marcia per affrontare il minutaggio pantagruelico. Forse “Face Stabber” non sarà ricordato come il capolavoro degli Oh Sees, ma rimane un pregevole esempio di come la loro etica musicale non si fermi di fronte a niente, pronti ad abbattere ogni limite del rock psichedelico contemporaneo.
Video →
Correlati →
Commenti →