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12 Settembre 2014 , ,

Robert Plant LULLABY AND… THE CEASELESS ROAR

2014 - Nonesuch/Warner Bros.
[Uscita: 09/09/2014]

Gran Bretagna                                                                                 # Consigliato da Distorsioni
plant coverUn
album oscuro, malinconico, eppure vitale. Il decimo capitolo della trentennale carriera solista di Robert Plant, il primo da lui prodotto, è di certo il migliore per qualità, intensità e passione. Undici brani che miscelano sonorità mediorientali e nordafricane a suggestioni folk anglosassoni e pattern elettronici mai invadenti, anzi sempre sobriamente puntuali. E' dalla fine dei Led Zeppelin che Plant ha sempre ricercato lungo il suo sentiero musicale e umano strade nuove e spesso impervie. Da sempre conscio che i fasti del Dirigibile ormai appartenessero definitivamente alla Storia, Robert ha sperimentato, con risultati non sempre entusiasmanti, orizzonti espressivi personalissimi senza mai rinnegare le glorie del passato, ma forte di una sua incrollabile coerenza. Affiancato dagli eccellenti Sensational Space Shifters, e accolto dai superbi ambienti dei Real World Studios di Peter Gabriel, l'uomo di West Bromwich ci regala emozioni in forma canzone che sembrano essere finalmente un punto d'arrivo.

 

plant1Non cercate l'imperioso dio greco dagli acuti portentosi. La potenza della voce non è più quella, ma il timbro e la classe sono intatti e Robert si racconta con garbo e sincerità. Certo i riferimenti agli Zep non mancano, ma sono nei testi, in certe atmosfere o in certe strutture armoniche. L'iniziale Little Maggie vede il banjo di Liam "Skin" Tyson citare più e più volte il riff di Nobody's fault but mine ed il testo di Turn it up giocare con il passato imperiale ("...the road remains the same”). Così come nei versi inizialiplant di Pocketful of golden il rimando a Thank you è palese ("...and if the sun refuse to shine”). Più che doveroso citare gli straordinari musicisti che hanno dato vita a questo affascinante affresco sonoro: Justin Adams (chitarra, bendir, voce), John Baggott (tastiere), Juldeh Camara (ritti, kologo, talking drum, voce), Billy Fuller (basso, voce), Dave Smith (batteria, percussioni), Liam "Skin" Tyson (chitarra, banjo, voce). Il diario di un uomo che ha contribuito a scrivere una buona parte della musica contemporanea.

 

Voto: 8/10
Maurizio Galasso

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