Library Music Gli archivi delle meraviglie – Italian/English version
INTRO
Nonostante la recente diffusione di una categorizzazione ascrivibile al termine Library Music, è doveroso precisare fin da subito che tale tipizzazione non può farsi rientrare in un vero e proprio genere musicale. Per library o libraries si intende un vastissimo e variegatissimo repertorio di musiche destinate alla sonorizzazione di film, documentari, televisione, radio ed ogni altro tipo di produzione multimediale.
Nascita, percorso storico e affermazione
Nella maggior parte dei casi esistono delle società o degli enti privati specificamente addetti alla raccolta e alla distribuzione su licenza di questo materiale musicale. Il grosso vantaggio degli addetti alla raccolta di questo repertorio è sicuramente quello di non dover sborsare i compensi onerosi che richiederebbero i diritti d'autore per commissioni con caratteristiche specifiche, magari rivolte a professionisti autorevoli che lavorano su un tema ben delineato e che, per tale ragione e sulla base della loro fama, avrebbero esigenze di prezzi ben diverse. Altro vantaggio di questi cataloghi è una certa semplificazione in tutta quella che è la trafila dei permessi per l'uso di pezzi già noti e la complicata burocrazia legata alle autorizzazioni (autore, produttore ed editore). Il materiale library ha una regolamentazione legislativa diversa, è per lo più pagato a forfait, ha comunque tariffe S.I.A.E. più vantaggiose e non prevede nessun compenso post pubblicazione per diritto d'autore. Questa può essere una delle ragioni principali per cui gli archivi musicali destinati a questo tipo di raccolte possono veramente arrivare a contenere di tutto, cose più o meno scadenti, altre approssimative e solo parzialmente ultimate, tali altre abbozzi di improvvisazione e di sperimentazione che si rivelano geniali. Questo è anche il motivo per cui molti degli artefici sono stati tentati dalla sfida della sonorizzazione, magari lavorando sotto pseudonimo o con identità nascosta, per poter avere la possibilità concreta di dare libero sfogo al proprio estro creativo e a quell'eclettismo fantasioso che in altri contesti poteva senz'altro trovare paletti e limitazioni.
In realtà è anche interessante precisare che la registrazione, da parte di uno stesso compositore, con pseudonimi svariati, va soprattutto fatta risalire ad uno stratagemma legato ai compensi forfettari legati di volta in volta alla registrazione del nome e quindi ad un diritto d’autore prestabilito dalle varie società. Nel vasto raggruppamento delle sonorizzazioni e della cosiddetta musica applicata rientrano sia le colonne sonore, sia le musiche destinate alla televisione e altri mezzi audiovisivi. In questa trattazione si vorrebbe specificamente cercare di approfondire quella che ormai è diventata tipizzazione diffusa di ‘library music’ - intesa come archivio di sonorizzazioni non destinate a nessuna concettualità pre esistente. Tenendo quindi distinte sia le colonne sonore, sia quella gran vastità di musica applicata destinata ad opere teatrali, ad allestimenti museali, a mostre d’arte o quant’altro ne possa caratterizzare e delineare preventivamente il tema e i criteri compositivi. Lo scopo è quindi quello di cercare di mettere in luce, in mezzo ad una gran massa di materiale anche scadente e di dubbia qualità (opportuno precisarlo), qualcosa di stilisticamente rilevante, in cui sia possibile cogliere creatività, gusto, improvvisazione, sperimentazione e illuminata anticipazione di nuove tendenze e nuove esigenze in campo musicale. Un grande vantaggio che le sonorizzazioni hanno potuto offrire ai compositori e musicisti, specialmente nell’apice della loro produzione, il periodo a cavallo del decennio ’60 - ’70 del secolo scorso, è stato quello di poter lavorare sul suono. Non solo plasmarlo ed adattarlo a partiture in cui interagivano strumenti classici ma riuscire in qualche modo a misurarsi con la fonte sonora, manipolarla, crearla da fonti inusuali, frapporre e filtrare rumori, allargare le potenzialità timbriche e riconvertire tutto in chiave armonica.
La prima major specificamente addetta alla concessione di sonorizzazioni fu la De Wolfe Music, nata nel 1927, le cui partiture venivano per di più utilizzate per i commenti sonori dei film muti. Il ricorso alle musiche da catalogo è poi successivamente avvenuto per le trasmissioni televisive (documentari, serie, spot, show e trasmissioni varie). I meccanismi delle royalties e delle concessioni, man mano che il volume d’affari si andava ampliando, sono diventati complessi e in ogni Paese esistono regolamentazioni differenti. Gli anni ’60 hanno decretato la grande esplosione e l’indubbio successo del fenomeno e, attualmente, molti artisti di musica contemporanea e delle correnti più underground, coloro che prediligono stilisticamente la ricerca di nuovi linguaggi, si sono detti influenzati e ispirati da questa gran ricchezza di materiale, tanto da far diventare questa sorta di hauntology alle raffinatezze più rare e dimenticate nel tempo, una vera e propria tendenza cult, una moda da intenditori. Esistono case discografiche che sono anche proprietarie di marchi library. Ad esempio la EMI possiede la celebre KPM Allstars. Tante produzioni sono comunque affiliate a produzioni più grandi come l'Universal Music Publishing Group (che ha Chappell, Bruton, Atmosphere) oltre ad operare a proprio nome (la Chappel opera anche con il Warner Music Group). FirstCom e Killer Tracks sono di proprietà dello stesso Universal Music Publishing Group. Poi c'è l'Imagem Music Group (ex Boosey & Hawkes) che ingloba le produzioni di labels quali Cavendish, Abaco e Strip Sound. Della Sony l'Extreme Music. La maggiore produzione di library music indipendente al mondo è la Sonoton, nata nel 1965. Questo solo per citare alcune delle più famose.
La parabola del BBC Radiophonic Workshop
Nel 1958 per andare incontro alla nuova esigenza di produzione di effetti sonori per la radio, fu creato un laboratorio di sperimentazione presso i Maida Vale Studios della BBC, quella che sarà poi conosciuta come la mitica Stanza 13. Produttori e direttori di studio del calibro di Desmond Briscoe e Daphne Oram iniziarono a guardare con vivo interesse all'innovazione tecnologica, e un sound innovativo, ottenuto da strumenti e con tecniche elettroniche non convenzionali poteva senz'altro soddisfare la vasta gamma di programmazione fanta-scientifica e tutta quella serie di trasmissioni del nuovo Terzo Programma, con inchieste e documenti di contenuto drammatico. Iniziarono a riscuotere notevole successo la musica concreta, la manipolazione di nastri e gli effetti dei modulatori per accrescere l'effetto di pathos e di suspence negli spettatori. Man mano che la produzione delle tipologie futuribili si andava ampliando, si cercò di restare al passo anche in ambito musicale. Fu istituito il Comitato per gli Effetti Radiofonici e fu stanziato un budget governativo da destinare alla ricerca e alla sperimentazione per il Workshop. I macchinari furono presi a prestito da luminari quali l'ingegnere del suono Eddie Kramer e molti studi e scoperte del Comitato finirono su pubblicazioni autorevoli specializzate in nuove tecniche musicali. Il primo direttore del Workshop fu Desmond Briscoe con Dick Mills come assistente tecnico. La Oram nel 1959 fondò un suo studio personale, l'Oramics Studios for Electronic Composition e iniziò a creare quello che poi sarà il suono elettronico moderno. Fu nella Stanza 13 che si realizzarono le sonorizzazioni di serie diventate celeberrime come "Doctor Who" e "Quatermass".
Dalla stanza 13 all'Europa
La nostra Maddalena Fagandini fece parte di una delegazione italiana inviata negli Studios per poter apprendere le nuove metodologie. Fu anche grazie ai suoi contributi che anche in Italia poterono trovare fervido terreno di sviluppo iniziative di avanguardia musicale come il GINC (Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza), l'ensemble Musica Elettronica Viva (MEV) legato all'arte contemporanea e performativa, alla scena del nascente espressionismo astratto; il CNUCE di Pisa diretto da Pietro Grossi, lo studio di Piero Umiliani vicino alla Rai, nemmeno a farlo apposta, chiamato Sound Work Shop. Certo, molte di queste iniziative e fermenti non ebbero il sostegno e l’incoraggiamento istituzionale che avrebbero meritato e molte idee naufragarono proprio a causa della mancanza di adeguati sostegni economici così come una pressoché totale invisibilità promozionale nei giusti circuiti culturali. In qualche modo, e forse paradossalmente, la musica colta e le avanguardie si intrecciano e si collegano al filone library proprio perché in questo ambito predominava una certa libertà di iniziative affidata unicamente ai creatori e sdoganata dai meccanismi delle leggi del mercato legate alla moda del momento. A Milano fu seminale l'attività iniziata fin dal 1955 dallo Studio di Fonologia Musicale operativo presso la Rai Radiotelevisione Italiana, e capeggiato da musicisti quali Luciano Berio e Bruno Maderna. Luciano Berio definisce testualmente gli intenti e le finalità dello SFM: «E' il risultato di un incontro fra la musica e le possibilità dei nuovi mezzi di analisi e di trattamento del suono e si pone come sintesi fra le differenti e spesso contrastanti esperienze già consumate negli studi di Colonia, Parigi e New York, fra le esigenze pratiche della produzione radiotelevisiva e cinematografica e le necessità espressive del musicista che voglia allargare il campo dell’esperienza musicale anche attraverso le possibilità dei nuovi mezzi sonori».
In questi anni di fermento ed entusiasmo, in cui l'ausilio della tecnologia sembrava poter davvero offrire un'infinità di variabili e potenzialità ai metodi tradizionali di fare musica, prende vita una innumerevole quantità di materiale sonoro, tra cui il cosiddetto catalogo delle sonorizzazioni, che riesce a coniugare possibilità espressive degli autori e business imprenditoriale, un motivo non secondario per andare poi a rivestire un ruolo tutto da riscoprire e rivalutare nel campo dell'avanguardia e delle nuove tecniche compositive. Dopo la prima metà del Novecento Italia, Francia e Inghilterra sono al vertice nella produzione discografica di questo materiale. Inizialmente le tirature erano fortemente limitate (al massimo 200 o 300 esemplari) da destinare a radio e televisione e quasi mai alla commercializzazione, poi il materiale si è andato ad ampliare a dismisura. Solo negli ultimi decenni e grazie al lavoro di ricerca di cultori ed appassionati si è veramente capito che in mezzo a questa sterminata varietà di materiale eterogeneo vi è di fatto un patrimonio sonoro con un'innegabile importanza artistica, che 'trascende' la funzione originaria di musica di 'servizio', qualcosa che si va ad ascrivere alla storia e all'antropologia di un popolo, che traduce il riflesso di un'epoca, di culture e tradizioni, sociologia, folklore, identità. Ma anche morfogenesi e commistione tra i generi più disparati, dal jazz al folk, dalla psichedelia al funky beat, all'elettronica e all'ambient.
Italian Library Music
Nel panorama italiano sono gli stessi singoli artisti che prendono iniziativa nelle composizioni. Non ci sono enti disposti a stanziare finanziamenti come accade in Inghilterra e Germania, semplicemente si scrive e si mette a disposizione il materiale. Di solito è la Rai che paga per ampliare il proprio archivio sonoro, e, musicisti provenienti da formazioni differenti, dal jazz alla classica, si attrezzano con propri studi di registrazione cercando di diffondere le proprie produzioni per autofinanziarsi e per mantenere una propria autonomia organizzativa, magari circondandosi di tecnici ed ingegneri del suono scelti da loro stessi. A questo fine e per non inflazionare le produzioni più ‘alte’ edite a loro nome, nell'ambito della musica applicata e delle sonorizzazioni, era uso corrente ricorrere a degli pseudonimi o acronimi. Maestri del calibro di Romolo Grano, Roberto Lupi, Armando Sciascia, Amedeo Tommasi, Stefano Torossi, Egisto Macchi, Franco Evangelisti, Gino Marinuzzi jr, lo stesso GINC e lo stesso Bruno Maderna hanno scritto musiche per sottofondi.
Paolo Renosto figurava con l'alias di Lesiman; Piero Umiliani aveva i nomignoli più disparati: da Rovi a Zalla, Catamo, Tusco, Maggi e Ruscigan; Giovanni Tommaso era Joy Richford, Stefano Torossi Gary Stevan e Farlocco, Giorgio Carnini era Zanagoria! Ed ancora Armando Sciascia è H. Ticol e firma con i Blue Phantom un disco seminale "Distortions" (Kaleidoscope, 1972). Tra le etichette si deve ricordare, oltre a RCA e Fonit Cetra che fecero da apripista, Vedette, Gemelli, Meridiana, Cometa, Cam, Flipper Music, Liuto e poi tutta una serie di etichette di culto: Octopus, Deneb, Canopo, Flower, Omicron, Sermi, Leonardi e tantissime altre. Inoltrarsi dettagliatamente e con pretese esaustive in questo sottobosco risulta praticamente impossibile. Bisogna diventare dei veri e propri ricercatori degli anfratti e dei settori di nicchia della produzione nostrana. Sembra per cui doveroso procedere ad un elenco di proposte e suggerimenti, affidati unicamente al gusto e alla sensibilità di chi scrive, che più di altri sembrano aver precorso i tempi o posto le basi per inaugurare nuovi linguaggi, con l'auspicio di fornire un incipit a nuove ricerche soggettive e a nuove scoperte attinenti con i gusti musicali più disparati.
Elenco dischi Library/Sonorizzazioni di autori italiani
- THE GROUP*, GINC (Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza), "The Feedback" (RCA, 1970, RCA - Schema, 2014)
Tra psichedelia, jazz funk e avanguardia della dissonanza. Certamente una forzatura catalogare questo disco nell'ambito library se non per un cambio stilistico che lo stesso gruppo di compositori-esecutori si era imposto, al fine di entrare in contatto con un pubblico giovane e più vasto dell'elite colta e per aprirsi ad un beat rock più crudo ed estemporaneo che sarà poi l'anticipazione del filone cosmic dei Can. Nell'ambito della creazione musicale occidentale classica e tradizionale le possibilità creative si erano praticamente esaurite, il Ginc ebbe il grande merito di aprire nuovi spiragli evolutivi andando a fondere le proprie capacità esecutive e la propria preparazione tecnica con la free music, con l'improvvisazione di matrice jazzistica e con la musica popolare di ascendenza afro americana. The feed-back si sdogana da ogni canone di formalità e metodologia compositiva ed eleva l'improvvisazione e la mescolanza a qualcosa di molto più alto e valente rispetto a chi voleva relegarla a forma artistica cosiddetta 'minore'. Nel 2014 Schema e RCA Italiana hanno riproposto la versione in CD e vinile dell'edizione originale. Sempre in questi ultimi anni, a nome GINC, sono stati stampati in vinile "Musica su Schemi" (Superior Viaduct, 2013) un tripudio all'improvvisazione e alla tecnica aleatoria dedicato a Giacinto Scelsi (in origine stampato dalla Cramps Rec, nel 1976) e "Azioni", proposto in un deluxe box di due CD e un DVD più libretto dall'etichetta milanese Die Schachtel nel 2008. Quest’ultimo un disco in cui prevale il free jazz, il noise e l'elettronica astratta.
Ascolta The Feed-Back
GRUPPO DI IMPROVVISAZIONE NUOVA CONSONANZA, "Niente" (Cometa Edizioni Musicali, 2010 - The Omni Recording Corporation, 2012)
Sicuramente menzione speciale per questa ristampa fatta su concessione della CEM (la cui ristampa del 2010 in Edizione limitata risulta pressoché introvabile) con una masterizzazione realizzata dai Demdike Stare e Ivana Mattei. In questo caso è più plausibile far rientrare il disco nel filone library, pur trattandosi di una musica contemporanea dai tratti peculiari e ricercati in cui non mancano i momenti piacevoli e orecchiabili con divagazioni free jazz, percussioni ritmate e rumoristica insolita ed esilarante. Il disco fu registrato nel 1971 al Fono Roma Studio ma non fu mai pubblicato.
Ascolta GINC: Niente
GINC, "Eroina" (Cometa Edizioni Musicali, 2011)
Una copertina che davvero non rende onore al gran colpaccio della CEM che si accaparra i diritti di questa vecchia registrazione del Fono Roma Studio. Dissonanze e controtempi, effetti di elettronica e feedback da vero e proprio trip mentale. I temi di droga, insieme ad altre problematiche inerenti ai disagi sociali, venivano ampiamente trattati nella produzione library.
DANIELA CASA "Società Malata" (Deneb, 1975 - Penny Records/Goodfellas, 2013)
NINO RAPICAVOLI "Divagazioni" (Penny Records/Goodfellas, 2013)
I CANTORI MODERNI DI A. ALESSANDRONI (Penny Records/Goodfellas, 2013)
Un approccio post psichedelico quello della brava compositrice Daniela Casa, che attinge a sottogeneri davvero arditi quali elettronica, dark ambient, una sorta di effettistica psicologica, ansiogena, sospensioni e diluizioni, noise e avanguardia. Anche questo disco è stato recentemente rimesso sul mercato per la prima volta grazie all'iniziativa di Penny Records (distribuito da Goodfellas), che attingendo dal ricco catalogo della Flipper, ha reso disponibili una serie di dischi di library music assolutamente degni di nota: I Cantori Moderni di A. Alessandroni, con la voce memorabile di Edda dell'Orso e Nino Rapicavoli "Divagazioni".
Ascolta Ignoto - Strade vuote - Diritto - Territoire
GIANNI SAFRED "Futuribile - The Life to Come" (Music Scene, 1978 - Folkways Records, 1980)
Altra perla dalle sonorità inaspettate e davvero sorprendenti. Easy listening molto ritmata ma anche distorsioni ed effettistica elettronica, propulsioni dance e chiari riferimenti al free jazz. L'Autore è un pianista e compositore italiano ai più sconosciuto ma che di fatto ebbe una solida formazione concertistica e la sua indiscutibile bravura è documentata in un'antologia davvero mitica: "Djangology", raccolta editata da varie labels, tra cui Bluebird nel 2005, che raccoglie le ultime registrazioni del grandissimo Django Reinhardt insieme a Stephane Grappelli, realizzate durante una loro permanenza proprio in Italia fino al 1949. Safred fu reclutato nella sezione ritmica insieme ad altri due musicisti italiani: Aurelio de Carolis alla batteria e Carlo Pecori al basso. Altro disco praticamente introvabile ma degno di nota storica dello stesso autore è "Electronic Designs", accreditato a Gianni Safred and His Electronics Instruments e uscito in edizione limitatissima nel 1977 sempre per Music Scene. Con bizzarrie elettroniche e ritmica frenetica, anticipa di parecchi anni il gusto per le contaminazioni, la ricerca di nuovi effetti sonori, l'armonia del rumore.
OSCAR ROCCHI E IL SUO MODERN SOUND "Erbe Selvatiche" (Fonovideo, 1975)
Un jazz funk raffinatissimo e di gran qualità reso moderno dalle accattivanti e graffianti chitarre fuzz. Vinile praticamente introvabile ma ne esistono svariate documentazioni reperibili sul web. Incredibile l'impeccabilità di tutte le esecuzioni che coinvolgono una strumentazione davvero vasta e a dir poco orchestrale: trombe, sax e flauto alcuni strumenti protagonisti in divagazioni e intrecci assolutamente eclettici.
Ascolta Ortica - Melissa - Mais
AWAKE "Fasce in colore" (Titian, 197?)
Altro disco di una misteriosa etichetta italiana di cui non si hanno praticamente notizie di alcun tipo. E' sicuramente degno di attenzione come rappresentante della library italiana in quanto, nonostante i colori sgargianti della copertina -per quei fortunati che possono vederla dal vivo!- è in realtà il primo vero grande esempio di musica oscura, claustrofobica, occulta. Un antenato della weird music in cui si annodano in ritmiche diluite e inquietanti, psichedelia, elettronica, minimalismo, tracce di cold wave e sottofondi da fanta horror soundtrack (alcuni richiami a "2001 Odissea nello Spazio" sono innegabili). Apnea da sudore freddo meravigliosamente intarsiata da magistrali colpi di cembalo e sparute note di piano che galleggiano sopra acque torbide e scure di droni, in flutti di vuoto e sibili glaciali. Possibile ascoltare alcune tracce sul web che peraltro riportano notizie e riferimenti contrastanti a suffragare la più assoluta cripticità di questo disco. Ma forse anche questa è una parte intrigante che rende affascinante la nostra produzione library.
Ascolta Colori - Luci di suono
BLUE PHANTOM "Distortions" (Spider, 1971 - Kaleidoscope, 1972)
Un album di psichedelia e prog dietro cui si nasconde la bravura del maestro Armando Sciascia (le edizioni estere accennano al suo pseudonimo H. Tical). Esce in tiratura davvero esigua per la Spider, di proprietà della Vedette (etichetta di proprietà dello stesso compositore). Nel 2008 l'Italia ha ristampato sia il CD che il vinile su etichetta AMS/BTF, il disco era però stato rivalutato e commercializzato anche in Germania, nel 1997 con etichetta Golden Classics Rebirth e recentemente, nel 2012, anche l'etichetta inglese Kismet ne ha immesso sul mercato una versione contenete la bonus track che uscì come singolo: Uncle Jim.
Ascolta Blue Phantom Distortions
ARMANDO SCIASCIA "Impressions in Rhythm & Sound" (Vedette, 1970)
Altro, purtroppo introvabile, esempio di psichedelia deviata con chiare influenze space age, questo disco del 1970 combina linee cupe di basso e una serie di stramberie rumoristiche stridenti e assolutamente atipiche e demenziali. Davvero incredibili i due pezzi Circuito Chiuso e Dielettrico con tanto di sitar e vocoder. Sarebbe davvero una gran bella cosa per il nostro patrimonio culturale e artistico poterne rendere disponibile una ristampa per una fruizione allargata di pubblico.
Ascolta Circuito Chiuso - Dielettrico
VITTORIO GELMETTI "Musiche Aleatorie - Collage - Memorie" (CAM, 1971)
Altro nome illustre in ambito musicale, Gelmetti fu un autorevole esponente della musica contemporanea e sperimentale che collaborò attivamente con il teatro e in generale con opere di musica applicata. Si riavvicina alle concezioni 'cagiste' e a Egisto Macchi per la rivalutazione della tecnica aleatoria ma anche per la volontà di rendere sempre fruibile la musica ad un pubblico di uditori vasto e variamente motivato, senza mai mortificare o sminuire la musica stessa e gli intenti compositivi. In questo disco, unicamente rivolto alla sonorizzazione, costruisce un tempo musicale sospeso e indeterminato, con un linguaggio asciutto che si muove su pochissime variazioni e su elementi sonori scarni. Ritmi irregolari e nervosi, scariche percussive violente e lunghe stasi atmosferiche.
Ascolta Tappeto
ZANAGORIA "Insight Modulation" (Gemelli, 1972)
Altro rarissimo vinile sfornato da una label prestigiosa e con una qualità produttiva davvero stupefacente. Un disco assolutamente weird nel senso più assoluto del termine poiché ha ritmiche abrasive, a tratti lunatiche e distorte che mal si conciliano con la stragrande produzione library. Oscuro, martellante, complicato. Musica dell'inquietudine mentale. Un’opera così non sfigurerebbe accanto alle composizioni di elettronica moderna più autorevoli e nemmeno nell'industrial del disadattamento sociale e dell'implacabile robotizzazione. Zanagoria è Giorgio Carnini ed un gruppo non precisato di altri musicisti che lo affiancano. Carnini ha un background classico, direttore d'orchestra e concertista di fama (principalmente esperto di organo), interessato alla tecnica seriale e all'elettronica. Nel 2013 l’etichetta Wah Wah ha fatto una ristampa identica al vinile originale in tiratura limitata a 500 copie.
JOY RICHFORD & GARY STEVAN "Feelings" (Carosello, 1974 - Top Tape 1975)
Stiamo forse parlando del disco cult per eccellenza della nostra produzione library. Un disco che ha costruito la propria leggenda tra i collezionisti per il gran numero di piccole ri-edition e soprattutto per gli accrediti. Pur essendovi sicuramente la partecipazione di Stefano Torossi, molti altri autori sembrano avervi preso parte e sarebbero pronti ad ostacolarne una commercializzazione davvero in grado di soddisfare la grande richiesta del pubblico. Anche Easy Tempo nel 2000 ha pubblicato questo album che però è al momento fuori stampa. Il contenuto è un viaggio psichedelico nel groove funk cinematico; bassi profondi, breakbeat e fiati, un'immersione atmosferica tipica ma senz'altro valida e qualitativamente ineccepibile.
Ascolta Fearing Much
FRANCO TAMPONI "Synthesizer Baroque Concerto" (Flower, 1973)
Altro grandissimo maestro diplomato al conservatorio che è stato direttore d'orchestra, violinista, compositore, arrangiatore e revisore-elaboratore di musica antica. Un disco portentoso che ricostruisce l'atmosfera concertistica con il solo uso del synth analogico. Purtroppo solo alcuni pezzi del disco sono fruibili e diventa arduo farne una valutazione complessiva se non basandosi su parametri generali.
Ascolta Aria
VITO TOMMASO (GREEN GUITAR GROUP) "Mood Food And..." (Jubal 197?)
Un disco davvero anonimo di una label italiana le cui notizie si perdono nel tempo. Già tutto questo misticismo basterebbe in sé ad ergere a leggenda questo disco. Sta di fatto che una delle tracce contenute nel disco e diffusa in rete, "Bleck is Beauty", ha fatto letteralmente impazzire i cultori del genere dediti alla ricerca del materiale più weird. Un lugubre pianoforte elettrico che esegue scale tiratissime e contorte, progressioni cosmiche, sezione ritmica nervosa e martellante ad increspare e intorbidire un'atmosfera prog funk piuttosto rilassata e gradevole. Una specie di percorso tortuoso che non si esime da esplorazioni più cupe, in meandri di suspance e tensione latente. Vito Tommaso ha realizzato numerosi dischi di sonorizzazione pur essendo un compositore e un pianista con una formazione jazz alle spalle ed un curriculum di tutto rispetto. Di lui si ricorda anche "Musica per commenti sonori" del 1969, un disco uscito per Costanza Records, in collaborazione con Stefano Torossi. La stessa Costanza ha poi rieditato le dieci tracce originali nel 1998 in una raccolta dal titolo omonimo, con sottotitolo The Seventies, aggiunta di altri cinque brani dello stesso Torossi e di Sandro Brugnolini.
Ascolta Black is Beauty
RINO DE FILIPPI & L. DE FILIPPI "Giardino dei Miei Desideri" (Wild Cat, 197?)
Un funk jazz in realtà molto fluido e orecchiabile che tuttavia si dirada e fluidifica in una serie di divagazioni molto introspettive e psicologiche in cui aleggia un sentore di ignoto e sospensione. Bellissime le figure di dialogo strumentale tra tastiere metalliche e clarinetto.
Ascolta Wildcat
RINO DE FILIPPI "Ritmicolor" (Pound Records 197?)
Funk fusion soul con picchi di delirio tribale. Altro disco assolutamente di culto e assolutamente introvabile. Splendida Luce è un tripudio di bonghi e giri di basso inquietanti e ansiogeni degni dei passaggi horror più claustrofobici e ricchi di tensione.
Ascolta Percorsi
MARIO MOLINO E DUILIO RADICI "Holiday for Flutes" (RCA, 1973)
Elevato esempio di partitura contemporanea per due bravi compositori, direttori e polistrumentisti che danno vita ad un disco orchestrale davvero ben arrangiato e gradevole, con passaggi elaborati e fasi di divertissement che rendono l'ascolto sempre orecchiabile a dispetto della ricercatezza e delle sottigliezze costruttive, del dinamismo ritmico e timbrico, del meticoloso e calibratissimo interagire di molti strumenti, dove la parte del leone la fanno i fiati e la ricca sezione ritmica.
Ascolta Holiday for Flutes
ALBERTO BALDAN BEMBO E DAVID PERIAN "Happy Music and Crazy Music" (Chappell 19??)
Questo disco è un altro incredibile esempio della grande creatività italiana. Un frizzantissimo mix di ritmiche, cambi di tempo e contrappunti che si snodano in una progressione vorticosa e piena di 'colpi a sorpresa' ma sempre con la tipica gradevolezza e fluidità melodica che caratterizza le musiche di evasione ed intrattenimento autoctone. Da questa scuola hanno sicuramente attinto i Calibro 35 e Bologna Violenta ma anche gruppi come Deerhoof e Blonde Redhead. Uno dei pochi pezzi ascoltabili nel web, Crazy Flute and Happy Guitar, sempre basato su questi incredibili duelli strumentali che riescono a mettere d'accordo la cacofonia e l'armonia, le contorsioni e l'incredibile brillantezza della costruzione stessa, dà veramente l'idea del grande intuito e dell'abilità costruttiva che caratterizzano questo album, giustamente fatto proprio dalla lungimirante Chappell.
Ascolta Crazy Flute and Happy Guitar
THE BRAEN'S MACHINE "Temi Ritmici e Dinamici" (Liuto Records, 1973)
Dodici brevi passaggi che inizialmente ebbero una tiratura limitatissima (forse un centinaio di copie). Dietro al moniker si nasconde l'estro creativo di Piero Umiliani e di Alessandro Alessandroni. Un classicismo rock strumentale alla Camel (Inphormal) e derive progressive degne dei migliori Van Der Graaf Generetor e Soft Machine. Album insieme etereo e divertente. Immersioni hard jazz di grande pregio tecnico in tracce come Fall Out e nel krautrock Description.
Ascolta Temi ritmici e dinamici - Fall Out - Inphormal - Description
RUSCIGAN (PIERO UMILIANI) "Disagio Sociale" (Flirt, 1971)
Davvero un disco che non può mancare nella discoteca di nessun appassionato di library e che mette d'accordo tutti per l'ineccepibile scrittura, per gli arrangiamenti e per l'intreccio atmosferico e umorale che ne compone i 18 brani. Naturalmente lo pseudonimo appartiene al grandissimo Piero Umiliani e alla sua orchestra, la migliore orchestra del periodo con i musicisti tecnicamente più preparati. Sulla stessa onda si segnala anche "Mondo Inquieto" di M. Zalla. (aka Piero Umiliani) uscito per il suo Sound Work Shop nel 1974. Un affresco post moderno che anticipa e attinge certe inquietudini esistenziali che si ritroveranno nel genere industrial e nell'astrattismo indolente e parodistico dei Residents e dei Chrome.
Ascolta Disagio Sociale 01 - Movimento sindacale - Coscienza di classe
GINO MARINUZZI JR
Altro grande autore di musiche per sonorizzazioni. Il maestro Marinuzzi è figlio d'arte ed ebbe una storia davvero incredibile. Fu prigioniero nei campi di concentramento durante la seconda guerra mondiale e autorevole compositore laureato in conservatorio. Ebbe fama in tutto il mondo nella sua ricchissima attività concertistica e importante fu anche il suo ruolo pionieristico in ambito elettronico. Oltre ad essere uno dei fondatori, insieme allo stesso Macchi, dello Studio R7 (Laboratorio Elettronico per la Musica Sperimentale e Concreta), fu l'inventore e l'ideaore del Fonosynth (realizzato insieme ai due ingegneri Ketoff e Strini). Si segnalano alcuni dischi purtroppo introvabili e inascoltabili tra i più strambi e sperimentali, che senz’altro sono stati seminali sia per le musiche di avanguardia ed elettroniche. Per l’etichetta Sermi “Musica ed Elettronica” (19??); “Muraglie di Ghiaccio-Figure Geometriche” (1968). “Rhytms in Suspense” (1970) con una riedizione in CD del 2013 ad opera di Cometa Edizioni Musicali è forse uno degli esempi meno portentosi e più disimpegnati del suo ricchissimo repertorio. Anche se Battaglia di Ritmi sfodera tutto l'ingegno e l'eclettismo di una sezione ritmica davvero fuori dal comune. Artista assolutamente da riscoprire!
Ascolta Battaglia di Ritmi
EGISTO MACCHI “Futurissimo” (St Germain de Presse, 1971)
Nel caso di Macchi è veramente una semplificazione da intendersi con tutte le variabili e le specifiche possibili la riduzione di alcune sue opere alla terminologia library. Egisto Macchi, specialmente nei primissimi anni della sua attività si è dedicato ad un’ampia attività di composizione rivolta alla televisione, specificamente nell’ambito audiovisivo del documentario. Futurissimo, per la label di produzione, affiliata della nota Montparnasse 2000, specifica etichetta library, può senz’altro più di altri essere inquadrato tra i suoi lavori di musica indirizzato alle sonorizzazioni. Particolarmente evidente in questi undici brani è il gioco insolito tra una strumentazione tradizionale e una serie di rumori elettronici e astratti (dissonanze, impulsi, droni, feedback, field recording) che tessono insieme atmosfere oscure e inquietanti piene di pathos. Importante anche il gioco delle dilatazioni e il ricorso a timbriche e tonalità di volta in volta variate, che trascinano l’ascoltatore in un viaggio emozionante e psicologico. Nébuleuses minimalismo e incedere progressivo in un coinvolgente quanto improbabile dialogare di archi e sperimentazione elettronica. L’atmosfera claustrofobica e disturbante di Capsula in Avaria che anticipa la musica cosmica. Identica scaletta con traduzione dei brani in italiano è la proposta fatta dalla casa discografica Gemelli che, nel 1972, pubblicherà “I Futuribili”, disco ristampato nel 2012 in edizione limitata dall’australiana The Omni Recording Corporation e The Roundtable.
Ascolta Capsula in avaria - Nébuleuses
EGISTO MACCHI “Voix” (Gemelli, 1970 e 1975, The Roundtable & The Omni Recording Corporation 2012)
Le quindici tracce che compongono questo incredibile disco di avangardia davvero attuale ed efficace nella sua intensità espressiva, sono costruite per lo più da fantasmagorici fonemi ottenuti con speciali filtri e distorsori. Un retro futurismo che richiama allo stesso tempo il viaggio cosmico, l'esplorazione di mondi sconosciuti e robotici e qualcosa di esoterico che ci riporta ad un oltre delle ombre, di presenze oscure e inquietanti o forse semplicemente un viaggio nella profondità più nascosta della psiche, dove si annidano incubi, visionarietà e paranoia. Voix, cupa e spettrale è composta da una serie di modulazioni stranianti. In Moonsong invece le voci sono semplicemente trattate dando l'impressione di un ideale viaggio della memoria. Timbres è tra le tracce più sperimentali, incalzante, violenta, disturbante, carica di sospensione. Chanson de la nuit è di un romanticismo decadente, pur avendo un'insolita costruzione moderna, in qualche modo ci riporta ad alcune delle grandi passioni di Macchi, il lavoro svolto sulle potenzialità e modulazioni vocali, l'atmosfera concertistica e teatrale, il melodramma. La voce come onda sonora che scandisce i registri emozionali, capace di rendere estasi e dramma, leggerezza e felicità.
Ascolta Voix - Chanson de la nuit - Moonsong - Timbres
EGISTO MACCHI/ZANAGORIA "Neuro Tensivo" (Gemelli, 1971)
Per i più un disco introvabile e soprattutto molto difficile anche da ascoltare dal web. Si tratta di avanguardia e musica astratta a grande tasso ansiogeno, probabilmente una realizzazione destinata a documentari che avevano a che fare con trattazioni sulle carceri o sulle alienazioni mentali. La cosa veramente incredibile è che tutti i pezzi presenti sono eseguiti con una strumentazione classica. Ciò nonostante, grazie ad un abile gioco di timbriche e tempi dilatati permette di costruire un'atmosfera di tensione crescente e incontenibile. Stressing è un sabba percussivo intervallato da inserzioni di fiati dai ritmi incalzanti e contorti, suggerisce un'idea opprimente di smarrimento e confusione. Stupefacenti è costruita su un minimalismo di poche note che si propagano in dispersione. Gli inserti degli archi e di una serie di sibili elettronici secchi farebbe pensare ad una perdita graduale dei ricordi e della funzione cognitiva. Davvero raggelanti le stasi apatiche e insieme ipnotiche di Celle e Aliti con tanto di inserti di voci registrate. Suicidio invece costruisce tutta la sua enfasi di tensione nel reiterarsi quasi sparuto ma metronomico di un rintocco di campanelli e il rullante della batteria. Una seconda parte del brano chiama in causa la ripetitività di un oboe che in un crescendo straziante si fa strada tra rimbombi sintetici e lugubri. Anestesia è un bizzarro assortimento di brevissimi tocchi strumentali che si susseguono a ritmi diversi e che raccontano stati d'animo che vanno dall'attesa, alla sofferenza, fino all'angoscia. Sempre di Macchi è da segnalare anche “Fauna Marina” altro disco introvabile ma molto interessante (Leonardi, 1972).
PIERO UMILIANI "To-Day's Sound" (Liuto Edizioni Musicali, 1971 - Liuto Records 1973, Easy Tempo 1997)
Uno dei più variegati, sperimentali e inusuali dischi dell'indiscusso maestro in ambito sonorizzazioni. Le celeberrime pastiche jazz funk del compositore, con tocchi di space age, ma sempre incredibilmente gradevoli e melodiche.
FABIO FABOR E ARMANDO SCIASCIA "N°38 - Infini" (Musique pour l'Image, 1972)
Altra disco purtroppo decisamente difficile da reperire, un padre putativo della psichedelia occulta e dello psycho-thriller. Mette davvero in luce la personalità incredibile di Fabio Fabor (di cui recentemente Plastica Marella ha pubblicato il suo oscuro Pape Satan) a cui deve molto ad esempio la traccia Incubus che sprigiona macabra freddezza e surrealismo con pochi tocchi di piano e clavicembalo. Suoni e trattamenti elettronici ad alta espressività drammaturgica e di sorprendente audacia.
Ascolta Incubus
Le Raccolte di Library Music
"APRIL ORCHESTRA PRÉSENTE RCA SOUND"
Senz'altro immancabile tra le discografie degli appassionati, la serie April Orchestra uscì in Francia nel corso degli anni '70 da un'etichetta affiliata alla RCA. Raccoglieva delle serie parallele rivolte ai compositori di Cecoslovacchia, Francia e Italia. Quindi non vi è suddivisione di genere ma semplicemente una selezione che rende omaggio ai compositori contemporanei più rappresentativi. La serie che rappresenta l'Italia è composta da 16 volumi ed è chiamata "April Orchestra Présente RCA Sound", le musiche sono di Nicolai, Morricone, Fineschi, Roelens, Sorgini e Paparo tra gli altri.
SERIE COMPLETA APRIL ORCHESTRA présente RCA SOUND (ITA)
April Orchestra Vol. 1 - Ennio Morricone (197?)
April Orchestra Vol. 2 - Bruno Nicolai (197?)
April Orchestra Vol. 3 - Ennio Morricone (1976)
April Orchestra Vol. 4 - Luciani A. Riccardo (1976)
April Orchestra Vol. 5 - Di Jarell (1976)
April Orchestra Vol. 6 - Romolo Grano, Teo Usuelli, Carlo Rustichelli, Ennio Morricone, Gino Marinuzzi, Riz Ortolani & Nino Fidenco (1977)
April Orchestra Vol. 7 - Ennio Morricone (1977)
April Orchestra Vol. 8 - VA (Mario Migliardi, Ennio Morricone, Riz Ortolani, Carraresi...) (1977)
April Orchestra Vol. 9 - Riccardo A. Lucciani (1977)
April Orchestra Vol. 10 - Giuliano Sorgini (1977)
April Orchestra Vol. 11 - F. Pettrillo, L. Ingo, Daica, W. Deodati, P. Bossone, A. Bianco, A. Lancioni (1977)
April Orchestra Vol. 12 - Awake (1977)
April Orchestra Vol. 13 - Puccio Roelens (1977)
April Orchestra Vol. 14 - Luciano Fineschi (1977)
April Orchestra Vol. 15 - Gianni Marchetti & Maria pia Monicelli (1977)
April Orchestra Vol. 16 - Guglielmo Papararo (e Vittorio Montis) (1977)
"SPEEDBALL EXPERIENCE: EARLY '70 ITALIAN LIBRARY MUSIC"
Uscita nel 1985 per l'etichetta Giaguaro e più recentemente in versioni non ufficiali. Oscura ed enigmatica, soprattutto per il fatto che i pezzi non compaiono in nessun altra incisione ufficiale nonostante l'indubbia qualità. Il sound è un funky tipico delle colonne sonore di film spionistici e poliziotteschi.
tracklist
Track 1 - Whole / Raskovich
Track 2 - Sweet Beat / Stefano Torossi
Track 3 - Capricorno / A.Tommasi
Track 4 - Eccitamento / Gianni Mazza
Track 5 - Macero / Narassa
Track 6 - Diatomea / Subelli
Track 7 - Schizzo / Coscia
Track 8 - Polyphony / Sandro Brugnolini
Track 9 - Sospresi Nel Traffico / Gianni.Mazza
Track 10 - Diamonds / F.Bixio
Track 11 - Ambiente Elegante / F.Bonfanti
Track 12 - La Gang / Gianni Mazza
Track 13 - Gospel 71 / Subelli
"MUSICA PER SONORIZZAZIONI: ITALIAN LIBRARY MUSIC 1969-1975"
Una raccolta curata e mixata da Valerio Mattioli degli Heroin in Tahiti la cui grande passione per il genere si è chiaramente palesata in gran parte dei loro dischi. Uscita nel web solo per Soundcloud.
tracklist
Track 1 - Amedeo Tommasi / Radiazioni
Track 2 - Bruno Nicolai / Diffidenza
Track 3 - Daniele Patucchi / La Dimostrazione
Track 4 - Giuliano Sorgini / Fabbrica Spaziale
Track 5 - Piero Umiliani / Danza Magica
Track 6 - Silvano Chimenti [Awake] / Colori
Track 7 - Mario Nascimbene / Rito Pagano
Track 8 - Gerardo Iacoucci / Alchemie & Alambics
Track 9 - Amedeo Tommasi [Di Jarrell] / Mondo Industriale
Track 10 - Amedeo Tommasi / Bollicine
Track 11 - Alessandro Alessandroni & Romolo Grano / Per Un Eroe Caduto
Track 12 - Ennio Morricone / Alternance
Track 13 - Armando Sciascia / Calm Sea
Track 14 - Floriana Bozzalla / Vento Cosmico
Track 15 - Giorgio Carnini [Zanagoria] / Diorama e Recitativo
Track 16 - Piero Umiliani / Arabian Synthesizer
Track 17 - Nico Fidenco [Donimak] / Industrial Feeling
Track 18 - Bruno Nicolai / Giano
Track 19 - Fabio Fabor / Caronte
Track 20 - Amedeo Tommasi & Stefano Torossi [Farlocco] / Superpotenza
Track 21 - Romano Rizzati / Azimut
Track 22 - Piero Umiliani / Pellegrinaggio al Totem
Track 23 - Alessandro Alessandroni / SOS Spaziale
Track 24 - Egisto Macchi / Chanson de la Nuit
Track 25 - Guglielmo Papararo & Vittorio Montis / Jonosfera
"FREEDOM POWER" (Cometa Edizioni Musicali, 1970 RE 2013 L.E 500 copie)
Funk jazz e beat psichedelico. Una incredibile carrellata di brani senza tempo, alcuni dal sapore esoterico, altri ricchi delle atmosfere cinematiche tipiche dei poliziotteschi anni '70. Molto bello il jazz ombroso e introspettivo della traccia Feasing, di Enrico Pieranunzi insieme al chitarrista Silvano Chimenti. Sono questi due bravi musicisti italiani a dare vita con I Pulsar (gruppo formato da loro e altri musicisti dell'orchestra RAI) alle musiche del film "Milano Violenta".
tracklist
G.Ducros - Sigla R.P. 04:25 |
Mirot - Love For Sale 03:35 |
Ducros - Dopping 2000 02:41 |
E.Pierannunzi/S.Chimenti - Feasing 04:34 |
S.Brugnolini - Reaction 03:01 |
Ducros - Psyco 02:07 |
S.Brugnolini - Vortice 02:49 |
G.Ducros - Freedom Power 02:45 |
G.Ducros - Metropolis Notte 03:14 |
G.Ducros - Trip Free 03:11 |
G.Ducros - Happy Fire 02:27 |
Ascolta FREEDOM POWER
"SONORISSIMA" (Black Cat Records 2000)
La Black Cat di Alessandro Casella, autore del famoso magazine Il Giaguaro, fa uscire due volumi dal titolo "Sonorissima: Italian Library Music Party". Il genere spazia dal surf all'easy listening e allo space age. Sempre la Black Cat ha dato vita ad una serie dedicata ai grandi maestri delle colonne sonore italiane dal titolo "Maestro Series" il primo volume (2001) è stato dedicato a Piero Piccioni, di cui quest'anno ricorre il decennale dalla scomparsa. In questo disco tributo se ne ripercorre l'intero repertorio che va dai generi più esotici degli anni '60 ai ritmi big band della colonna sonora originale di Camille 2000: Grand Central Rock Drum. Si segnalano alcune tracce inedite con le sua vocalist Shawn Robinson e Lidia Mac Donald che canta in Brasilian Suite.
Volume 1
tracklist
Swoop - Eraldo Volonté/Antonio Dammicco
Herbie - Joy Unlimited
Sergowa - Basilvian
Bass string - Basilvian
Breeding ground - Joy Unlimited
Blower - Eraldo Volonté/Antonio Dammicco
Rio Indio - Basilvian
Mondo verde - Basilvian
800 volts - Basilvian
Black spot - Giovanni Castellani
Soul gravy - Joy Unlimited
V Dimensione - Basilvian
Lotus - Antonio Dammicco
Jigsaw man - Joy Unlimited
Tutti fiori - Antonio e Ciro Dammicco
Telegraph is calling - Pawnshop
VARIOUS "Easy Tempo" (Right Tempo 1996-1997-1999-2000 e 2003, RE 2007)
Dieci volumi che raccontano la storia del funk, swing, easy listening e psichedelia italiane e molte altre contaminazioni (lounge, caraibica, fusion, brasiliana, bossa nova). Curata e diretta da Rocco Pandiani.
Ascolta Easy Tempo, Vol. 6: A Cinematic Jazz Experience
Ascolta Easy Tempo Vol. 7: Bikini Beat
*Speciali ringraziamenti a Valerio Mattioli e Antonio Ciarletta di Blow Up. Patrizia Sbordoni e Lamberto Macchi dell'Associazione Nuova Consonanza.
ENGLISH VERSION: Music Library - Archives of the Marvelous
INTRO
Despite the recent spread of a category which can be ascribed to the term Music Library, we must at once clarify that such a category cannot become a true and proper musical genre. Library or libraries means a vast and varied repertoire of music destined to be sound tracks, documentaries, television, radio and every other type of multimedia productions.
Birth, history and establishment
In most cases there are companies or private entities specifically devoted to gathering and distributing this music under licensing. The great advantage of those dedicated to collecting this repertoire is surely that of not having to pay the heavy compensation which the rights of authors requires, royalties with specific characteristics, perhaps regarding prestigious professionals who work on specific topics and who, because of this and their fame, demand quite different kinds of fees. Another advantage these catalogs have is a kind of simplification in what regards the red tape of licenses for the use of famous pieces and the complicated bureaucracy connected to authorizations (author, producer and editor). The library material is regulated by diverse kinds of legislation, and is paid with a fixed sum (forfait); in any case, there are S.I.A.E. fees which are more advantageous and there is no post-production compensation due to author’s rights. This may be one of the main reasons why musical archives destined for this kind of collection can truly arrive at containing everything, more or less ‘expired things’, others which are more or less partially exhausted, others attempts at improvisation and experimentation which turn out to be ingenious. This is also the reason why many of the craftsmen are tempted by the challenge of making sounds, even working under a pseudonym or a hidden identity, in order to be able to have a concrete possibility of freely venting their own creative juices and that whimsical eclecticism which in other contexts would surely encounter close doors and limitations.
In reality, it is also interesting to point out that the registration by the same composer, with many pseudonyms, it is mainly traced to a stratagem related to flat-rate remuneration linked from time to time in the registration name, and then to a copyright pre-established by the various companies. In the broad grouping of soundtracks and the so-called applied music and soundtracks are included both soundtracks, and music for television and other audiovisual media. In this discussion we would like to specifically seek to deepen what has now become the widespread category 'music library' - understood as an archive of sound design not intended for any pre-existing concept. Keeping therefore distinct both soundtracks, the large magnitude of applied music intended for theatrical works, museum exhibitions, art exhibitions or anything else that could characterize and delineate in advance the theme and compositional criteria. The aim is therefore to try to bring to light, in the midst of a great mass of material also poor and of dubious quality (we must state this), something stylistically relevant, where it is possible to understand creativity, taste, improvisation, experimentation and enlightened anticipation of new trends and new demands in the field of music. A big advantage that the soundtracks have been able to offer composers and musicians, especially in the apex of their production, the period at the turn of the decade 60s - 70s of last century, was to be able to work on the sound. Not only to mold and adapt it to the scores in which they interacted with classical instruments, but somehow to manage to compete with the sound source, manipulate, create it from unusual sources, interpose and filter noise, enlarge the potential of timbre and convert everything in key harmonica.
The first major one specifically employed to grant soundtracks was the De Wolfe Music, founded in 1927, whose scores were for the most part used for the commentary added to silent movies. Recourse to catalog music subsequently took place in television broadcasts (documentaries, series, commercials, shows and various programs). The mechanisms of royalties and concessions, as the volume of business was expanding, became complex, and there are different rules in each country. The 60s gave rise to the big explosion and the undoubted success of the phenomenon and, currently, many artists of contemporary music and the underground currents, those who stylistically favor the search for new languages, have said they were influenced and inspired by this great wealth of material, enough to make this kind of hauntology to the more rare and forgotten-with-time refinements, a veritable cult trend, in fashion for connoisseurs. There are labels that are proprietary trademarks library. For example, the EMI owns the famous KPM Allstars. Many productions are nonetheless affiliated with larger productions, such as Universal Music Publishing Group (which owns Chappell, Bruton, Atmosphere) in addition to operating in his own name (Chappel also works with the Warner Music Group). Firstcom and Killer Tracks are owned by the same Universal Music Publishing Group. Then there's the Imagem Music Group (formerly Boosey & Hawkes) that encompasses the production of labels such as Cavendish, Abaco and Strip Sound. Sony's Extreme Music. The principal production of independent music libraries in the world is the Sonoton, born in 1965, This is just to mention some of the most famous.
THE PARABLE OF THE BBC RADIOPHONIC
In 1958, to meet the new demand of producing sound effects for the radio, a laboratory for experimentation was created at the BBC's Maida Vale Studios, what will become known as the legendary Room 13. Producers and directors of the caliber of Desmond Briscoe and Daphne Oram began with keen interest to look for technological innovation, and an innovative sound, made with instruments and with electronic techniques which were unconventional, could certainly meet the wide range of programming fanta-scientific and the whole series of broadcasts of the new Third Programme, with surveys and documents with dramatic content. Concrete music, tape manipulation and the effects of modulators to enhance the effect of pathos and suspense in the viewers began to have success. As the production of the futuristic types was expanding, an effort was made to stay in pace also in the field of music. The Committee for Radio Effects was established, and the government budgeted for research and experimentation for the Workshop. The machines were borrowed from such luminaries as the sound engineer Eddie Kramer, and many studies and findings of the Committee ended up on authoritative publications specializing in new musical techniques. The first director of the Workshop was Desmond Briscoe with Dick Mills as an engineer. Oram in 1959 founded his own personal studio, Oramics Studios for Electronic Composition, and began to create what would later be the modern electronic sound. It was in Room 13 where the soundtracks of series such as Doctor Who and Quatermass which became very famous were made.
FROM ROOM 13 TO EUROPE
Our Maddalena Fagandini was part of an Italian delegation sent to the Studios in order to learn new methodologies. It was thanks to her contributions that in Italy too avant garde musical initiatives could find a fervent soil for development: GINC (Gruppo di Improvvisazione Nuova Consonanza), the ensemble Musica Elettronica Viva (MEV) related to contemporary art and performance art, the scene of the nascent Abstract Expressionism; CNUCE of Pisa directed by Pietro Grossi, the studio of Piero Umiliani close to the Rai, not even on purpose, called the Sound Work Shop. Of course, many of these initiatives and ferments did not have the institutional support and encouragement that they deserved and many ideas ran aground just because of the lack of adequate financial support as well as an almost total invisibility in the right promotional cultural circuits. Somehow, and perhaps paradoxically, learned music and the avant-garde intertwine and are placed in the library line because this area was dominated by a certain freedom of action entrusted solely to the creators and cleared by the mechanisms of the laws of the market related to the fashion of the moment . In Milan the business started in 1955 by the Studio of Musical Phonology, operating at the RAI Radiotelevisione Italiana and led by musicians such as Luciano Berio and Bruno Maderna, was seminal. Luciano Berio defines verbatim the intent and purposes of the SFM: "It's the result of a meeting between music and the possibility of new media analysis and processing of sound, and is a synthesis between the different and often conflicting experiences already fulfilled in the studios of Cologne, Paris and New York, among the practical needs of TV broadcast and film production and the expressive needs of the musician who wants to broaden the scope of the musical experience through the possibilities of new media sound".
In these years of ferment and excitement, in which the use of technology seemed to really offer an infinite number of variables and possibilities to the traditional methods of making music, an endless amount of sound material comes to life, including the so-called catalog of soundtracks, that combines the expressive possibilities of the authors and business enterprise, with a not negligible reason to then go to play a role which must be wholly discovered and weighed in the field of new and avant-garde compositional techniques. After the first half of the twentieth century Italy, France and England are at the top in record production of this material. Initially, runs were severely limited (maximum 200 or 300 units) to be used in radio and television and almost never for marketing, then the material has gone to expand dramatically. Only in recent decades, and thanks to the research of scholars and enthusiasts, has it been really understood that in the midst of this huge variety of heterogeneous material there is in fact a sound heritage with an undeniable artistic importance that 'transcends' the original function of 'service music', something that is ascribed to the history and the anthropology of a people, which translates the reflection of an era, cultures and traditions, sociology, folklore, identity. But also morphogenesis and mingling among the many different genres, from jazz to folk, from psychedelia to funky beats, electronic and ambient.
Italian music library
In the Italian panorama it is the same individual artists who take the initiative in the compositions. There are organizations willing to allocate funding, as occurs in England and Germany; one simply writes and makes the material available. It is usually Rai which pays to expand its own sound archive, and musicians from different backgrounds, from jazz to classical, equip themselves with their own recording studios trying to spread their own production in order to finance themselves and maintain their own organizational autonomy, maybe surrounding themselves with technicians and sound engineers chosen by themselves. To this end and in order not to inflate the 'highest' productions published in their name, in the field of applied music and sound design, it was standrad procedure to use aliases or acronyms. Masters of the caliber of Romolo Grano, Roberto Lupi, Armando Sciascia, Amedeo Tommasi, Stefano Torossi, Aegisthus Macchi, Franco Evangelisti, Gino Marinuzzi jr, GINC itself and Bruno Maderna himself wrote background music.
Paul Renosto appeared with the alias of Lesiman; Piero Umiliani had nicknames as diverse as Rovi to Zalla, Catamo, Tuscus, Maggi and Ruscigan; John Thomas was Joy Richford, Stefano Torossi Gary Stevan and Farlocco, Giorgio Carnini was Zanagoria! And Armando Sciascia is still H. Ticol and signs with the Blue Phantom a seminal disc, "Distortions" (Kaleidoscope, 1972). Among the labels one must recall, in addition to RCA and Fonit Cetra who were trailblazers: Vedette, Gemini, Meridiana, Comet, Cam, Flipper Music, Lute and then a whole series of cult labels: Octopus, Deneb, Canopus, Flower, Omicron, Sermi, Leonardi and so many others. To go further and seeking to be exhaustive in this thicket is practically impossible. One must become a real researcher of the nooks and crannies of home production. It therefore seems that we must go on to give a list of proposals and suggestions, entrusted only to the taste and sensibility of this writer, who more than others seem to have been ahead of the times or set the stage to usher in new languages, with the hope of providing a start for new subjective investigations and new discoveries pertinent to the most varied musical tastes.
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