Donato Epiro FIUME NERO
[Uscita: 03/04/2014]
# Consigliato da Distorsioni
Non si poteva immaginare presentazione più appropriata della cornice del Thalassa per l’esordio su disco di Donato Epiro. “Fiume Nero” è in realtà quasi una tappa dovuta, una specie di sosta di riflessione e puntualizzazione nel percorso variegato e prolifero dell’artista. Parte delle esplorazioni compiute con i precedenti dischi dei Cannibal Movie e alcune tra le più occulte pubblicazioni apparse nelle cassette o nei CD autoprodotti e limitatissimi trovano una nuova contestualizzazione in un disco che sembra quasi il riepilogo di un contorto taccuino da viaggio, pieno di appunti, di schizzi raffazzonati di visioni, suggestioni, passaggi e incroci di culture, tradizioni e credenze. Il carattere indagatore della library music passa da sfocatura prospettica e multicolore a incanalatura meticolosa nel dettaglio. Il suono viene sezionato e stratificato, riempito di impercettibile, di lievissime variazioni spaziotemporali tanto infinitesimali quanto pregnanti ed emozionali. La sperimentazione è un’indagine sulla consistenza materica, sulla resistenza e sulla fluidità. Dal flashback visivo a quello introspettivo. La deriva si spinge nell’inaccessibile, nel territorio meno familiare e ospitale dei sensi per poterli esaltare e stimolare.
Fiume Nero è un voodoo tribalismo compresso che sa di etnico e di sotterraneo. Selvaggio, inquietante nella sezione ritmica e nelle scansioni sincopate dei fiati. La vita acquatica muove le sue pulsazioni elettroniche e la sua psichedelia oscura in un liquido denso e ottenebrante. E’ claustrofobica e disturbata, visionaria e ridondante, piena di eco metalliche. Naja Nigricollis ci riporta ad una foresta pluviale, a rituali tribali di iniziazione. E’ incredibilmente eterea, ariosa, sfaccettata. Alocasia gioca con la sperimentazione e i loop in dissolvenza. La mancanza della batteria e del suo incedere spasmodico, caratteristico dei dischi dei Cannibal Movie, non toglie pathos alle trance psichedeliche che si incanalano sempre nel filone visionario da Mondo Movie ma con maggior sottigliezza psicologica giocata sulla sospensione, sulla cripticità, sul rimando inconscio. Tucano e le bellissime Un globo rosso rotondo e Estuario sono mistiche, contemplative, da kosmische music sospesa tra freddezza siderale e contaminazioni esotiche di un’Asia quasi esoterica. Molti i rimandi al prog contaminato da una world music atipica, evocativa e rarefatta, di cui fu gran maestro -mai abbastanza celebrato- Lino Capra Vaccina, in nuce con i suoi Aktuala e nei lavori solisti.
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