Fabio Orsi QUI VICINO
[Uscita: 23/04/2014]
Italia-Germania # Consigliato da Distorsioni
Definire “Qui Vicino” il nuovo album di Fabio Orsi sarebbe alquanto fuorviante: pur essendo l’ultima release di Orsi solista in ordine temporale (usciti quest’anno anche un LP insieme a Claudio Rocchetti su Backwards, e un CD su Korm Plastics insieme al musicista norvegese Sindre Bjerga), l’autore pugliese ci ha già abituato da tempo a pubblicazioni “trasversali” che vedono racchiusi in un unico formato i suoi due linguaggi espressivi: la fotografia e il suono. Da questo punto di vista l’etichetta veneta Silentes diventa polo attrattivo per artisti di questo tipo, essendo il suo deus ex machina Stefano Gentile a sua volta fotografo e sound artist. Lanciando il marchio “13”, Gentile stesso lo definisce “un paradiso sicuro dove il desiderio di esprimersi attraverso musica e fotografia può trovare casa”. 13 si divide a sua volta in tre collane distinte: Qui Vicino esce per la collana “Private Sounds”, dedicata ad edizioni in vinile, cd o dvd strettamente limitate, pubblicate in “edizioni artistiche” che includono vere fotografie stampate in alta risoluzione su carta fotografica o cartoncino patinato oppure booklet fotografici in formato A4 su carta di alta qualità. Insomma non si tratta di dischi veri e propri ma di opere fotografiche accompagnate da supporti fonografici (e non viceversa).
Qui Vicino è la quarta release della serie ed è costituita da un book fotografico in bianco e nero in formato A4 su carta di altissima qualità, accompagnato da un mini-CD di trentatré minuti contenente un’unica traccia, che già al primo ascolto ci rivela essere composta da due parti ben distinte, ciascuna con ben determinate caratteristiche sonore. Né l’elegante book fotografico, né il CD incluso (in una busta in PVC trasparente) contiene alcun credito o alcuna informazione, al di là di una dedica al padre dell’artista, da cui si riesce a dedurre la natura “intima” dell’intero lavoro. Il book contiene tredici foto bellissime in diversi formati su sfondo bianco (il colore scelto per le pubblicazioni della serie 13): ritratti di vita quotidiana in Puglia alternati a scatti che sembrano esser stati fatti a Berlino, città in cui risiede l’artista da anni. La grande sensibilità di Orsi traspare sia dagli “istanti” che riesce ad immortalare con la sua macchina fotografica, a partire già dalle foto di fronte e retro copertina in bianco e nero seppiato (il signore ritratto in copertina che gioca con i passerotti dovrebbe essere suo padre), sia dalle atmosfere che riesce a creare manipolando con il computer i suoni e le note della sua chitarra.
I primi sedici minuti e mezzo circa del CD allegato sono caratterizzati da un drone chitarristico che si evolve fino a diventare un caleidoscopio di colori, rifrazioni, suoni, note e frequenze: in questa prima parte la composizione ha un tono alquanto epico e al contempo straniante e ricorda vagamente gli episodi più ambient dei migliori corrieri cosmici tedeschi. Nella seconda parte di questa lunga traccia le atmosfere si distendono e un senso di pacatezza si diffonde dagli altoparlanti (o dalle cuffie, se preferite): decisamente più solare della prima parte, le note fluttuanti della chitarra si estendono per circa un quarto d’ora, ipnotizzando e catapultando l’ascoltatore nei ricordi e nelle sensazioni dell’autore. Si coglie un senso di malinconia nelle note finali che si aggiungono alla composizione, prima che un senso di confusione ci assalga nell’ultimo minuto del disco, in cui i suoni ambient generati dalle chitarre trattate di Orsi vengono inghiottiti da rumori industriali assordanti. Quindi un disarmante silenzio e la sensazione che qualcosa di grave sia appena accaduto. L’intento di realizzare un lavoro non solo da dedicare interamente al padre, scomparso di recente, ma che riesca in qualche modo a fissarne il ricordo attraverso la sua musica e le sue fotografie è ampiamente riuscito: maneggiando questa release ci sembra di avere a che fare con qualcosa di fragile, delicato, personale. Un Fabio Orsi al top dell’ispirazione. Un pezzo d’arte consigliato agli animi più sensibili.
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