Labels from Apulia: Minus Habens-Backwards-Otium Records BLEEP_MODE MUSIC SYMPOSIUM*: Intervista a Ivan Iusco-Pasquale Lomolino-Franco Muciaccia
BLEEP_MODE 2013 ha rappresentato non solo un’occasione per mostrare al pubblico pugliese lo stato dell’arte dell’attuale scena musicale elettronica e sperimentale della nostra regione, ma anche un momento di incontro fra addetti al settore ed appassionati per fare il punto della situazione sullo stato di salute della discografia italiana e sul ruolo della Puglia nel panorama musicale indipendente italiano. BLEEP_MODE 2013, tenutosi dal 18 maggio al 2 giugno, presso i Laboratori Urbani G.LAN di Locorotondo, Noci e Alberobello, è stata una carrellata di artisti multimediali, musicisti, case discografiche e dj rigorosamente pugliesi e con una forte connotazione “sperimentale” che lega la tradizione all’innovazione tecnologica. Il festival itinerante è stato organizzato dall’associazione culturale KALEIDOS in collaborazione con l’agenzia di organizzazione eventi pugliese KULT!, la rete di laboratori urbani G.LAN, con il supporto promozionali di Radio Bari Città Futura e Puglia Spettacoli ed Eventi. Nei giorni del festival abbiamo messo a confronto su temi comuni tre discografici pugliesi fieramente indipendenti da anni, che hanno letteralmente scritto la storia della discografia del nostro territorio:
- Ivan Iusco, che nel dicembre del 1987 fonda la MINUS HABENS, etichetta all’epoca di soli album in cassetta, che dopo solo un anno inizia a stampare vinili e dopo ancora un altro anno inizia a stampare CD; nel 1992 lancia l’etichetta parallela DISTURBANCE e nel 2002 fonda la MINUS HABENS MUSIC GROUP che raccoglie ben cinque etichette diverse.
- Pasquale Lomolino, che nel 1998 lancia la sua prima etichetta OKTAGON con tirature limitate prima in CDR e poi in CD e vinile per poi arrivare alla doppia etichetta SMALL VOICES (2002-2008) / A SILENT PLACE (2005-2010), sino ad arrivare a BACKWARDS (2012-2013) e a RICERCA SONORA (2013), con pubblicazioni esclusivamente in vinile.
- Franco Muciaccia, direttore artistico negli anni ’90 dell’associazione culturale OTIUM a Bari dedita a piccoli concerti di artisti locali, che lancia nel 2003 la OTIUM RECORDS, etichetta che produce quasi esclusivamente artisti pugliesi su supporti in CD e digital. L’incontro con questi storici personaggi pugliesi ha dato vita all’interessantissimo confronto che segue.
(Diego Loporcaro)
L’INTERVISTA
Bleep_Mode (BM) (Diego Loporcaro, Distorsioni): Abbiamo avuto il piacere e l’onore di ospitarvi nella seconda edizione del BLEEP_MODE festival. Essendo tre etichette pugliesi che hanno nel loro catalogo non solo artisti pugliesi, qual è il vostro rapporto con la tradizione musicale pugliese e quale il vostro rapporto con la sperimentazione? Che caratteristiche deve avere un artista pugliese per finire nel vostro catalogo?
Ivan Iusco (MH): Amo la Puglia e per questo ho sviluppato la mia attività proprio in questa regione, nonostante le difficoltà oggettive dei primi anni dovute soprattutto alla lentezza delle comunicazioni, Internet non esisteva. Ad ogni modo la nostra esperienza rimane totalmente avulsa dalla tradizione musicale pugliese. La nostra regione era una tabula rasa sul piano della musica elettronica, ma, seppur molto lentamente, lo scenario è cambiato. Ho cominciato a ricevere demo sempre più interessanti e in quantità crescente, fino a scoprire talenti insospettabili. Così, nella seconda metà del percorso editoriale Minus Habens e dopo anni di numerose pubblicazioni per artisti internazionali, ho introdotto nel roster anche musicisti pugliesi: Alberto Dati, Andrea Senatore, Edmondo, Kebabtraume, Vegetable G e Paky De Rosa per citarne alcuni. L'approccio resta immutato: da sempre scelgo di collaborare con persone che pongono al centro della propria attività l'innovazione e la ricerca, condividendo il proprio percorso con gli altri artisti dell'etichetta e partecipando di fatto ad un laboratorio sempre aperto e versatile.
Pasquale Lomolino (BW): Non mi sono mai posto il problema legato alla provenienza di un artista e quindi anche, nella fattispecie, alla provenienza pugliese. Nel corso degli anni e nei vari progetti editoriali che si sono susseguiti (cinque etichette discografiche) ho avuto la possibilità di poter lavorare con artisti provenienti dai luoghi più disparati. Non credo ci sia un vero e proprio rapporto preferenziale con la Puglia o con gli artisti pugliesi, a parte la vicinanza geografica; e non c'è un rapporto diretto con la tradizione musicale pugliese. Direi che le caratteristiche per entrare a far parte del catalogo Backwards o Ricerca Sonora sono sempre la qualità e la capacità di emozionare.
Franco Muciaccia (OR): In verità, il rapporto che abbiamo avuto con la musica pugliese é stato sempre e solo legato alla nostra collocazione geografica. Essendo noi operanti su questo territorio, é stato gioco forza che si rivolgessero a noi artisti o band pugliesi, e che noi rivolgessimo a loro la nostra attenzione. Sempre, però, tenendo ben fermo il proposito di svolgere un'attività di “scouting”. Per quanto riguarda la sperimentazione sonora, si può dire che ci siamo arrivati con l'ultima produzione (Orchestra Dark Italiana); quindi é un discorso per noi appena iniziato.
BM: Dalle vostre biografie emerge che da sempre siete degli appassionati di musica, raccontateci dei vostri primi passi nel mondo della discografia indipendente e delle attività musicali precedenti al lancio delle vostre prime etichette. Come mai avete deciso di intraprendere la strada delle produzioni discografiche? E come mai proprio nel settore delle musiche “non allineate” al mainstream?
MH: Prima di fondarela Minus Habens ero un synth-addicted! Ma non solo, cominciavo i miei studi di musica classica, ed ero affascinato dal suono, “materia” intangibile dalle infinite possibilità. Di tanto in tanto incontravo altri amici musicisti. Affittavamo box-auto nei garage per utilizzarli come sale prove. Un periodo di libertà estrema in cui oltre a sintetizzatori, chitarre, archi, basso e batteria, utilizzavamo come strumenti "musicali" anche giocattoli elettrici modificati, vecchie reti per letti e lavatrici in azione riempite di bulloni e ferraglie. Avevo soltanto sedici anni e queste prime esperienze mi portarono a fondare Nightmare Lodge, il mio primo progetto musicale. Da allora ho continuato a sperimentare ed esplorare i lati nascosti del suono, introducendo la mia musica anche nel cinema italiano. Onestamente non ho mai considerato ipotesi di allineamento o disallineamento ad un fenomeno di massa. Investo da sempre il mio tempo in ciò che amo fare, ascoltare e vedere. Quello che ne è scaturito è parte della storia Minus Habens.
BW: Chiaramente il primum movens è la passione. Passione innata per la musica, e per gli altri aspetti correlati ad essa. La curiosità è il secondo elemento fondamentale necessario per non accontentarsi mai di quello che i mass-media ci propinano, legati come sono alle regole del mercato. Prima dell'avventura Oktagon ero un semplice appassionato e collezionista di musica "altra". Ricordo che senza internet era quasi più divertente cercare dischi e nuova musica e la maggior parte delle volte cercavo di arrivare direttamente alla fonte (artisti, etichette, organizzatori...); è stato quasi naturale poi partire con un mio progetto personale, avendo accumulato una serie di contatti, in particolar modo musicisti. Quindi nel 1998 è partita la prima avventura, nata per hobby, ma già dalla terza pubblicazione evolutasi in un lavoro a tutti gli effetti. E' evidente che con dei gusti musicali focalizzati verso certe sonorità è stato naturale occuparsi di musica "non allineata". Devo aggiungere che, a parte la naturale propensione verso le suddette sonorità, penso seriamente che la maggior parte della musica commerciale non abbia quasi nulla da dire. La fine degli anni novanta, professionalmente parlando, è stato un periodo molto fecondo ed entusiasmante con una pletora di contatti, tanta gente interessata, collaborazioni, etc... Ad un certo punto è sembrato che quella etichetta fosse diventata qualcosa di veramente importante per un certo tipo di musica e scena in Italia e non solo. Poi anche gli interessi e i gusti musicali evolvono e quindi conseguentemente sono nate altre due etichette discografiche che mi hanno regalato notevoli soddisfazioni: SmallVoices e A Silent Place.
OR: L'attività dell’associazione culturale Otium é stata propedeutica a quella successiva della produzione discografica. Da noi sono passati musicisti che oggi sono “conosciuti” e che negli anni novanta erano assolutamente all'inizio. Per fare degli esempi: Mirko Signorile, Davide Santorsola, Kekko Fornarelli, Gabriele D'Angela e tanti altri nel jazz; Puntinespansione, Daniele Di Maglie, Dario Skepisi nel rock, pop o cantautorale. La scelta di produrre dischi é stata una risposta alle mille richieste che ci venivano rivolte in quel senso. Quasi immediatamente, però, abbiamo dovuto estenderla alle produzioni live, che almeno assicuravano maggiori entrate.
BM: Molte etichette nate nell’ultimo decennio ad un certo punto hanno abbandonato il mercato delle release “fisiche” a seguito della crisi del mercato dei CD, dedicandosi esclusivamente al mondo della distribuzione digitale con conseguente abbattimento dei costi e quindi dei rischi. Cosa vi ha spinto a continuare fino al 2013 nel pubblicare release “fisiche” in controtendenza con il mercato? Che importanza ha la “fisicità del prodotto” per voi e i vostri artisti?
MH: Ormai il prodotto fisico ha un’importanza davvero relativa in ambito musicale. Di tanto in tanto escono su Minus Habens cd o vinili per precisi scopi promozionali. Il formato digitale è ormai il protagonista indiscusso di questa epoca post-analogica. Ricordo che verso la metà degli anni ‘90 un giornalista mi chiese quale sarebbe stato il futuro dei formati. Risposi che, senza accorgercene, attraverso Internet stavamo restituendo alla musica la sua caratteristica primaria: l’immaterialità. Ho dovuto abituarmi innanzitutto personalmente, prima che professionalmente, a questa realtà. Come sai, appartengo ad una generazione per cui i dischi e i cd erano davvero tutto. Ma, non troppo lentamente, ho scoperto i grandi vantaggi del formato digitale: la velocità di pubblicazione e di diffusione dal punto di vista professionale e la praticità di fruizione e archiviazione dal punto di vista personale. Soltanto pochi anni fa non avremmo neanche preso in considerazione l’idea di poter racchiudere qualche centinaia di album musicali in un telefono, eppure oggi ci sembra una cosa normalissima. Risulterò impopolare, ma il supporto è un rifugio per i nostalgici ed una moda per alcuni più giovani che cercano di rivivere un’epoca che non tornerà mai più.
BW: E' una scelta di campo e anche artistica. Non credo di essere particolarmente attento a quello che il mercato impone, altrimenti avrei fatto altro nella vita. Credo sia importante spendersi per le cose in cui si crede e le cose che si amano; o almeno bisogna provarci! Io sono anche un collezionista di supporti fonografici fisici (analogici in primis: vinili e cassette) e quindi come sempre la passione fa da padrona. Per quel che mi riguarda, cosa c'è di più bello di dischi in vinile? E poi in definitiva penso che il contenitore sia importante quanto il contenuto. Ecco quindi pubblicazioni in vinile, con una attenzione particolare per il packaging e per i dettagli che fanno la differenza (vinili colorati, copertine con cartoncini pregiati, inserti, booklet e cartoline, a volte dipinti originali o artwork dei musicisti stessi). Ripeto: per me è una vera e propria scelta di campo.
OR: Per gli artisti credo sia un fatto imprescindibile che il prodotto del loro lavoro e della loro creatività (almeno in una fase iniziale) abbia delle connotazioni materiali: un supporto, una copertina, delle immagini associate ai brani, etc… Per Otium Records (e principalmente per me) vale il fatto che il disco é un oggetto di culto, racchiude una storia di decenni di musica. Infatti, quando siamo passati al digitale, come dici tu, i dischi li abbiamo stampati lo stesso; é solo cambiato il metodo di distribuzione.
BM: Sareste in grado di tracciare l’attuale situazione discografica italiana e pugliese? Ci sono margini di ripresa secondo voi? Quali potrebbero essere le soluzioni per far ripartire il mercato discografico e per invertire la moda del download sfrenato? Quali sono state, a vostro parere, le cause di questa crisi?
MH: Il settore discografico ha iniziato ad avvertire un forte calo in tempi precedenti alla grande crisi, nei primi duemila, proprio con l’avvento dell’mp3 e dei cd registrabili. Le tecnologie attuali permetterebbero in tempi brevi di eliminare gran parte della pirateria. La verità è che manca ancora una volontà politica internazionale congiunta e determinata. Per una certa fascia di pubblico, più che di moda, parlerei di avidità sfrenata, voglia di possesso. Conosco persone che archiviano giga e giga, forse terabytes, di musica, film e foto che non vedono o ascoltano quasi mai. Il mercato discografico è cambiato definitivamente in qualcosa che non vede più al suo centro il prodotto fisico. In questi ultimi anni abbiamo visto scomparire gradualmente i vecchi negozi di dischi, ma al contempo sono apparsi una quantità di store, aggregatori e distributori digitali che testimoniano l'enorme vitalità nella nuova era di questo settore.
BW: La situazione discografica italiana è fatta di piccole o piccolissime realtà che cercano di tirare avanti. Noto che molte pubblicazioni qui in Italia, chiaramente mi riferisco al circuito underground ed indipendente, sono fatte mediante cordate di etichette minuscole. Per il resto ci sono poche labels che operano in modo più professionale. Ma è più che comprensibile.La Puglia non credo faccia eccezione, anche se ci sono alcuni artisti che reputo interessanti. Appunto, c'è una crisi che non è circostanziata solo al mercato discografico, e quindi dato che il disco (supporto fisico) è diventato un bene pressoché superfluo, se non altresì in taluni casi pari ad un bene di "lusso", è comprensibile che le vendite siano crollate. Le motivazioni sono varie (a parte la suddetta crisi economica), culturali prima di tutto: il downloading ha trasformato il modo di ascoltare la musica, ma ha reso tutto più effimero: mediamente un downloader conserva i file musicali pochissimo tempo, dedicandogli ascolti fugaci, distratti e quindi spesso inutili. Spesso tutto viene cestinato o dimenticato. Per quel che mi riguarda, non credo siano il PC o l'ipod i medium più adatti per ascoltare la musica; ascoltare quella stessa musica su un impianto hi-fi (non necessariamente un impianto costoso) è un'esperienza completamente diversa. Ma non è solo colpa del download selvaggio; sono letteralmente cambiate le abitudini degli ascoltatori e in generale a me sembra ci siano meno soggetti veramente appassionati. Non credo ci siano soluzioni risolutive (un buon compromesso adottabile è per esempio fornire il vinile di un codice downloading gratuito). Detto questo, direi che non si torna indietro. Almeno non credo ce ne sia la voglia.
OR: Se avessi le soluzioni per la crisi del mercato discografico, organizzerei a mie spese un contro-festival di Sanremo! Comunque, io penso che la crisi del mercato discografico sia solo uno dei tanti effetti della crisi economica. Dunque, il superamento di questa, creerà nuove opportunità…
BM: Da tantissimo tempo siete “talent scout” di giovani artisti, cosa vi ha affascinato degli artisti che rispettivamente avete presentato a questo festival? Cosa vi ha spinto a produrre e sostenere Andrea Senatore (Minus Habens), Fabio Orsi (Backwards) e Orchestra Dark Italiana (Otium Records)?
MH: Mi ha affascinato l’idea fondante dell’album “De/Nucleo” (di Andrea Senatore, ndr): innanzitutto far incontrare la musica elettronica e il violoncello, e poi l'originalissimo modus operandi, sviluppato scomponendo, frammentando e sezionando le parti suonate da Giovanni Sollima per reimpiantarle poi su tessuti elettronici di straordinaria bellezza. Sono certo che Andrea Senatore ci riserverà grandi sorprese per il futuro, come è accaduto per Teho Teardo o Eraldo Bernocchi (Sigillum S) che esordirono su Minus Habens con i loro primi album.
BW: In tutta sincerità, penso che Fabio Orsi sia uno dei più interessanti artisti degli ultimi anni e mi riferisco ad uno scenario internazionale. Dal primo ascolto della primeva versione del suo esordio "Osci" (poi pubblicata in versione rimaneggiata, appunto su SmallVoices in vinile), ho capito che avevo finalmente incontrato un artista emergente dal talento cristallino. E mi permetto di dire che non è affatto facile. Di solito mi capita di lavorare con artisti già affermati a livello internazionale, ma quando si ha la possibilità di poter lavorare con un giovane artista, forse la soddisfazione è maggiore. A memoria mi sembra di aver pubblicato una decina di releases di Fabio Orsi; tutte hanno ricevuto ottimi riscontri. Sono molto contento di aver contribuito al suo successo.
OR: Mi hanno affascinato di Orchestra Dark Italiana tre cose: l'assoluta originalità della struttura compositiva dei brani, la capacità di assemblare e mescolare, o comunque fare riferimento a generi distanti anni luce tra loro (mi vengono in mente Paolo Conte e Smashing Pumpkins), e infine il coraggio di mettere giù un disco senza aver pronto ancora uno spettacolo. Loro vivono sparsi in Italia, da Milano a Barletta; ma con grande impegno e sacrificio si sono dati da fare, ed oggi si può tranquillamente dire che il loro “live” é di gran qualità, come si é potuto constatare al BLEEP_MODE.
BM: Nella vostra storia c’è un aspetto importante rivolto all’organizzazione di eventi “live”, festival, concerti, meeting di etichette indipendenti, fiere musicali, ecc… Che importanza ha l’aspetto dell’esibizione live per voi e i vostri artisti ed essere presenti “fisicamente” sul territorio italiano?
MH: Stimo molto le persone intraprendenti che investono tempo e risorse per proporre appuntamenti in cui si ha la possibilità di scoprire realtà nuove o diverse da quelle che puntualmente appaiono in radio o in tv. Quindi chapeau ad iniziative che cercano con ogni mezzo di intaccare le logiche dei media. Certo, gli spazi sono ancora davvero pochi, ma l’inziativa individuale è fondamentale per cambiare le cose. Grazie alla programmazione del festival Time Zones, assistiamo ogni anno a concerti memorabili in Puglia. Una realtà che il resto dell’Italia ci invidia da sempre. Queste iniziative dovrebbero essere sempre sostenute con convinzione e fierezza anche dalle istituzioni, come accade nel resto del mondo. Da questo punto di vista, fortunatamente la musica pugliese può contare oggi sul sostegno di Puglia Sounds, un programma regionale innovativo che sta svolgendo un lavoro senza precedenti.
BW: Mi è capitato di organizzare interi festival, piccole rassegne o serate spot, e sicuramente l'aspetto live è importante per Backwards, come per i suoi artisti. Viviamo un periodo contingente un po’ particolare, e quindi risulta piuttosto difficile poter suonare live con continuità. In Puglia pare ci sia più fermento che altrove, ma mi permetto di dire che forse, per la musica di cui stiamo parlando, c'è sempre davvero poco spazio in Italia.
OR: Ciò che ci ha spinto ad organizzare eventi live é stato il bisogno di coprire spese e perdite della discografia (specie all'inizio). Organizzare due festival (AquaVitae d'estate e Suono & Immagine d'inverno) ci ha poi permesso di far esibire i nostri artisti, magari presentando le loro produzioni, insieme ad altri più affermati, sia italiani che internazionali.
BM: Ringraziandovi per la disponibilità, un’ultima domanda: quali sono i piani per il futuro imminente delle vostre etichette?
MH: A breve la band pugliese Il Guaio, esordirà su Lingua, il nostro marchio specializzato in pubblicazioni che fondono musica elettronica e cantautorato in modo inedito. Un trio composto da Michelangelo Angiulli, Tatiana Ariani e Alessandra Costantiello, tre ragazzi autori di un electropop essenziale su cui scorrono con estrema naturalezza testi taglienti ed incisivi. Carnevo, il loro primo singolo, sarà accompagnato anche da un videoclip diretto da Enzo Paglionica e da un remix di Alberto Dati aka Elastic Society! Mentre Andrea Senatore, Elastic Society e Red Sector A sono già a lavoro sui loro nuovi album. Sul fronte personale, invece, sono totalmente immerso in nuovi progetti che cominciano a prendere forma, ma sarebbe prematuro parlarne adesso.
BW: Sono molto eccitato relativamente alle nuove uscite: è appena uscito su Backwards il nuovo lavoro in studio (vinile LP+7") dei leggendari Factrix, la seminale band di San Francisco, che dopo trent'anni esatti ritornano sulle scene, in compagnia dei Control Unit. In contemporanea, è fuori l’ultimo LP di Mirt, fantastico artista polacco che mi ha letteralmente stregato. Il 27 Luglio sarà disponibile il nuovo album di Fabio Orsi intitolato “Endless Autumn”, questa volta pubblicato su CD, con il sostegno di Puglia Sounds. Inoltre in autunno pubblicherò un lavoro di Fabio Orsi in collaborazione con Claudio Rocchetti e anche un vinile di Rinji Fukuoka/Michel Henritzi/Luca Massolin. Su Ricerca Sonora è in uscita un nuovo disco del grande Philip Corner e a breve, per il trentennale, la rielaborazione di un classico - forse il primo disco noise della storia - dei The New Blockaders: altra band seminale, questa volta dall'Inghilterra. Infine, sempre su Ricerca Sonora, un nuovo lavoro di Fabio Orsi (vinile con photobook allegato), con un titolo davvero programmatico: "Burn Brucia Burn". Ah mi piacerebbe inaugurare una nuova etichetta, questa volta di sole cassette!
OR: Nel futuro di OTIUM RECORDS c'é una nuova produzione discografica (un gruppo davvero molto interessante e vivace) per la quale abbiamo partecipato ad un bando di Puglia Sounds e siamo in attesa dell'esito; e poi l'organizzazione di AquaVitae che quest'anno si svolgerà a settembre 2013.
*Symposium = Il Simposio (in greco Συμπόσιον, noto anche con il titolo di Convivio) è forse il più conosciuto dei “dialoghi” di Platone (il “dialogo” è il genere letterario fondato da Platone stesso). In particolare il “Simposio” si differenzia dagli altri scritti del filosofo greco per la sua struttura, in quanto ciascuno degli interlocutori, scelti tra il fiore degli intellettuali ateniesi, espone con un ampio discorso la propria teoria su Eros ("Amore").
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