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21 Ottobre 2020 ,

Marco Paltrinieri The Weaver

2020 - Canti Magnetici
[Uscita: 21/09/2020]

Marco Paltrinieri è un artista multidisciplinare che nel 2017, con il collettivo Discipula, aveva messo in atto una falsa campagna pubblicitaria come denuncia e provocazione per indurre alla riflessione sulle strategie della comunicazione di massa e sui condizionamenti delle pubblicità nel mondo capitalista. Con questo suo primo lavoro solista, "The Weaver", va ad arricchire la serie di pubblicazioni proposte dall'etichetta Canti Magnetici, che nasce nel 2015 da un'idea di Gaspare Sammartano, Andrea Penso e Donato Epiro. Ci muoviamo quindi in uno dei campi più credibili e validi della attuale scena musicale sperimentale. Ricerca di suoni inconsueti, arti performative e visive e soprattutto studio del rapporto e del legame tra suono e ambiente circostante nello spazio tempo. L'album di Paltrinieri è strutturato in sei collage nei quali la voce narrante di Lucie Page procede nel suo racconto immaginifico e premonitore, ancor più che profetico, facendosi strada in un reticolo di interferenze acustiche che a tratti assumono le sembianze di suoni casuali, trovati, orlature di sottofondo e, tali altre, sembrano voler sopraffare una lucida presa di coscienza, diventando incalzanti, offuscanti. Ci viene quindi restituito un ambiente di smarrimento che coniuga la filosofia di Ballard, Debord e Cronenberg in un allestimento volutamente scomposto e frammentato. Ricordiamo anche il master di Giuseppe Ielasi e il mix di Nicola Ratti. Tutti gli effetti prodotti, il succedersi di spazi vuoti, i cupi riverberi e poi l'inserzione di registrazioni e spezzoni audio dai contenuti vagamente familiari e rassicuranti, giocano con la psiche e le libere associazioni, con il pensiero aperto e rizomatico teorizzato da Deleuze. Nello stesso tempo, l'andamento trasversale del suono è come se riflettesse di volta in volta un rimando del tessuto socio culturale esplorato. La confusione, la permeabilità, la tendenza ad adattarsi e assuefarsi, la volubilità, la mancanza di difese etiche, di convincimenti solidi e radicati che possano indurre a forme di resistenza e contrapposizione. Da Together che sembra voler accordare indagini etno-musicologiche di stampo vintage e retrò con le ambivalenze e l'indefinito odierno, a The Valley che assomiglia a un allestimento di teatro sperimentale privo di coordinate. Sogni fittizi, desideri ineffabili, incompiutezza, energia mai convogliata, paura di soffermarsi per osservare il circostante e il proprio sentire: Infinitive Being. Tutto quindi assume il ritmo vorticoso che stordisce o la fredda vacuità che dilata il sentire emozionale fino al disincanto. The Other Body I e The Other Body II, sono come un'osservazione dall'alto, visioni fuori fuoco. C'è distacco e straniazione verso la voce fuori campo che prova a stabilire una connessione per poi affievolirsi ed essere assorbita dal rumore che sopraggiunge. Siamo stati noi a respingere o siamo stati respinti?

Voto: 7/10
Romina Baldoni

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