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9 Giugno 2022

Hugo Race Fatalists Once Upon A Time In Italy

2022 - Santeria
[Uscita: 08/04/2022]

Per noi Hugo Race incarna alla perfezione la figura del rocker, alto, dinoccolato, jeans col risvolto, chitarra al collo e l’aria di essere sempre in partenza per altri lidi, per altre avventure. Il musicista australiano è uno che il rock, la musica ce l’ha nel sangue e ha sempre la voglia di ricercare e sperimentare. Proprio per questo il lockdown deve essere stata un’esperienza particolarmente dura e spiacevole, rinchiuso per quasi due anni nel suo appartamento di Melbourne, mentre il mondo sembrava andare in malora, ma questo isolamento forzato non poteva certo interrompere il suo fare musica. Nel 2020 è uscito “Star Birth, Star Death” con i True Spirits, disco cupo e angosciato registrato mentre l’Australia era devastata da imponenti incendi che causarono un vero disastro ecologico, poi nel ‘21 è stato pubblicato il disco solista “Dishes”, un modo per esorcizzare la solitudine e la paranoia del lockdown. Ovvio che la difficile situazione del mondo negli ultimi anni non poteva non riflettersi nelle musiche di un artista vero e sensibile come Hugo Race e questo si riverbera nelle atmosfere cupe e scure prevalenti in questo “Once Upon A Time In Italy”, titolo che è un omaggio al nostro Paese, ormai una sorta di seconda patria per Hugo, del resto i Fatalists, con questo sono sei i dischi realizzati con loro, sono italiani e ormai in splendida sintonia con l’universo musicale e morale dell’australiano. La sezione ritmica formata dal batterista Diego Sapignoli e dal bassista Francesco Giampaoli sono un’assoluta garanzia per senso ritmico e fantasia creativa, come il chitarrista Giovanni Ferrario abilissimo a creare le giuste atmosfere fra lo psichedelico e il malinconico, a questi nel disco si aggiungono la voce dell’australiana Georgia Knight e il violinista T.J. Hayden. «Le nuove canzoni sono emerse lentamente dai sogni e dai ricordi. I miei pensieri e i miei testi giravano intorno ai miei anni di connessione con l’Italia. I temi sono così personali che ho abbandonato l’album molte volte per poi ritornarci, come una storia d’amore tossica.» E in effetti un’atmosfera onirica e oscura pervade molte tracce, si pensi all’intensa e bellissima Mafia con la chitarra che disegna trame trasognate e inafferrabili o alla ballata notturna e indolente di Overcome. Dopo le vibrazioni psichedeliche di Atomized non poteva mancare il blues, quello irresistibile, polveroso e profumato di Sahara di Beat My Drum e quello hookeriano di Mining The Moon. Gold Digger e San Leone sono canzoni perse nel sogno, più cupa la prima, più allucinata la seconda fra smarrimenti e ricordi, ma entrambe sanno di Sud con esplicito omaggio a Catania: «Sant’Agata tatuata sul mio braccio». Uno sprazzo di luce nella cover di Hurdy Gurdy Man di Donovan resa splendida dalla coda strumentale alla Neil Young, la emotivamente coinvolgente e intensissima title-track cui la batteria dà un tono solenne e chitarre e violino creano un tappeto sonoro drammatico per il canto quasi recitato di Hugo. Nell’edizione italiana, a ulteriore dimostrazione del forte legame con la penisola ci sono quattro brani (Once Upon A Time In Italy, Hurdy Gurdy Man, San Leone e Confessions) cantati nella nostra lingua. Inutile ripetere che siamo di fronte a un altro eccellente lavoro perché, prendendo in prestito un verso di Donovan, Hugo Race «è venuto a cantare canzoni per l’anima.»

Voto: 8/10
Ignazio Gulotta

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