Claudio Lolli Il Grande Freddo
1950 - 2018
“E quanto amore sprecato negli autobus
Tra gente che potrebbe volersi bene
Perché siamo tutti umani e mortali
Nella natura e nelle sue catene”
(“Il Grande freddo”, 2017)
Quel freddo che ha colpito tutti noi venerdì 17 Agosto nel sapere che quello che temevamo si è drammaticamente avverato in una torrida giornata estiva. Avremmo voluto, ancora per anni, ascoltare quei testi poetici intrisi di velata malinconia con risvolti politici, ma non sarà così. Claudio Lolli, bolognese, classe 1950, personaggio sfaccettato e artista chiave nella definizione della nuova canzone italiana d’autore. La “piccola borghesia” può esser definita la famiglia in cui cresce e dove impara subito a suonare la chitarra durante gli anni del liceo. Si innamora dei cantautori francesi (Jacques Brel, Georges Brassens) e apprezza il genovese Fabrizio De Andrè tra gli italiani. Inizia ad esibirsi nei locali della sua città: c’era una vecchia cantina (o forse bordello) che viene presa in gestione dall’Associazione Culturale Osteria delle Dame che annovera tra i gestori Francesco Guccini.
La vita, i dischi
Guccini dopo averlo ascoltato lo mette in contatto con la EMI e giovanissimo (nel 1972) incide il suo primo LP dal titolo “Aspettando Godot”. Molti dei brani erano, per la verità, già stati scritti anni prima: il disco intriso di esistenzialismo diventerà un classico. Lolli, impegnato nei suo studi per laurearsi in Lettere, incide altri due dischi con testi ancora impigliati in tematiche relative al “disincanto-incantato”. E’ del 1973 sempre con l’etichetta EMI “Un uomo in crisi. Canzoni di morte. Canzoni di vita” mentre il successivo del 1975 ha per titolo “Canzoni di rabbia”. Un uomo in crisi viene concepito diviso in due sezioni-facciate: la prima (lato A) dedicato alla vita ed il secondo (lato B) dedicato alla morte. In verità ascoltando i brani non si percepisce una vera e propria demarcazione tra le due tematiche. Il rapporto tra Lolli e Guccini continua, Claudio apre spesso i concerti di Francesco. Mentre “Un uomo in crisi...” (nella foto) risulta come registrazione molto scarno, senza una vera base ritmica, nel successivo “Canzoni di rabbia” le parole vengono equilibrate da musica e orchestra. Il disco è intriso di liriche acerbe che chiudono il suo primo periodo. Gli arrangiamenti orchestrali dell’ultimo disco sono da preludio per un concept-album sociopolitico che risulta essere uno dei lavoro più riusciti degli anni ’70, “Ho visto anche degli zingari felici” (1976). Gli avvenimenti politici del 1977 fanno sì che si crei un sodalizio sempre più forte tra le esperienze individuali e quelle della piazza, dove l’attivismo politico è notevole, specialmente in una città rossa come quella di Bologna degli anni ’70.
Esce cosi “Disoccupate le strade dai sogni” del 1977 (foto sotto a sinistra), edito dall’etichetta Ultima Spiaggia, un lavoro spigoloso, a tinte cupe. “Extranei” del 1980 porta Lolli a mettere i piedi per terra e a vivere nel disincanto: un disco di pop intellettuale. Prende consapevolezza che forse il suo futuro è quello dell’insegnante di italiano e latino. Accade subito dopo che la EMI lo ricontatta per fargli sottoscrivere un contratto molto più allettante del precedente, con la volontà di promuoverlo come artista più POP. Esce nel 1981 per la Latoside il libro intervista “Claudio Lolli” mentre è del 1983 il nuovo lavoro “Antipatici Antipodi”. La copertina del disco, bellissima, è disegnata dal grande Andrea Pazienza. Tra i solchi del disco si può ascoltare grande serenità espressiva, che lo accompagnerà per un po’ di tempo. Con Giampiero Alloisio porta in giro uno spettacolo dal titolo “Dolci promesse di guerra”, successivamente nel 1987 esce “Claudio Lolli”. In questo disco sono presenti grandi brani quali Keaton (utilizzata da Guccini nell’album “Signora Bovary”).
A questo punto della sua carriera Lolli si allontana un po’ dalle scene musicali. Nel 1992 esce “Nove Pezzi Facili” una raccolta con tre pezzi inediti: tra questi la bellissima Tien An Men. Il bravo chitarrista Paolo Capodacqua, suo fan conosciuto qualche anno prima, incrocia la strada di Lolli e con lui inizia una serie di reading a partire dal 1993 in giro per l’Italia. Bisogna attendere il 1997 per un nuovo disco “Intermittenze del cuore” questa volta con la nuova etichetta Tide Records. Con brani quali I musicisti di Ciampi si nota che la verve creativa non solo non è scomparsa ma si è raffinata. Nel 1998 Mimmo Locasciulli arrangia vecchi pezzi di Lolli nel nuovo disco “Viaggio in Italia”, ci sono inoltre nuovi brani quali L’amore ai tempi del fascismo. Finalmente l’etichetta Storie di Note, che si occupa tra l’altro del cantautorato italiano, cerca di far tornare in auge Lolli con la realizzazione nel 2000 del nuovo disco “Dalla parte del torto”. In questo disco, citazione brechtiana nel titolo, ci sono brani che trasmettono forti sensazioni quali Folkstudio e la stupenda Nessun uomo è un uomo qualunque (brano il cui video è stato da poco digitalizzato dopo ben 16 anni).
Finalmente dopo anni Lolli riceve il giusto riconoscimento: Brigate Lolli, un importante sito internet di discussione e critica musicale utilizza il suo nome, il filmaker Manzoni gli dedica il documentario “Salvarsi la vita con la musica”, il giornalista Giustini pubblica per Stampa Alternativa la sua discografia “La terra, la luna, l’abbondanza”. Al libro è allegato un CD con un bellissimo live inedito. Nel suo percorso di vita Lolli incontra Il Parto delle Nuvole Pesanti e con loro reincide per il 25ennale “Ho visto anche degli zingari felici” che porta in tournée per le principali piazze italiane. Il disco viene pubblicato nel 2003 dall’etichetta Storie di Note. Il volume di poesie “Rumore rosa” esce nel 2004 per conto di Stampa Alternativa, segue nel 2005 con l’Unità “La via del mare”, un reading con il fido chitarrista Paolo Capodacqua e Gianni D’Elia. “La scoperta dell'America” (2006) è un nuovo album di inediti. Con il chitarrista Capodacqua ed il sassofonista Nicola Alesini incide nuove versioni di brani d’amore: il disco (2009) si intitola “Love Songs”. Si esibisce davanti alla piazza sterminata della festa del primo maggio del 2010 a Roma e inizia la sua esibizione con il brano Primo Maggio di festa.
La malattia - Il Grande Freddo
Le apparizioni di Lolli diventano sempre più sporadiche: nel 2014 partecipa a We Love Freak, un concerto in onore di Freak Antoni (leader degli Skiantos) a due mesi di distanza dalla sua morte. La malattia che l’ha colpito indebolisce l’artista giorno dopo giorno: Claudio, che ha un carattere forte, ha pronto un nuovo disco; bisogna trovare un modo per realizzarlo: il web si mobilita e tramite il crowdfunding si riescono a trovare i soldi per la realizzazione del disco. Le registrazioni portano via molto tempo per via del sempre più precario stato di salute dell’artista. Le registrazioni vengono fatte nella casa di Claudio visto che riesce a muoversi sempre meno. Il risultato è del tutto eccezionale. Esce a marzo 2017 l’ultimo suo album dal titolo “Il grande freddo” che colpisce per le liriche in cui prevale un mood teneramente sconfortante e sconfortato e una sezione ritmica felpata e avvolgente, con arrangiamenti caldi e sensuali. Targa Tenco come ‘Miglior disco dell'anno in assoluto’ del 2017.
Quasi in contemporanea esce il CD live sempre su La Tempesta Dischi “Frequenze-Live al Galliera", registrato a Bologna il 22 Maggio 2014. Al concerto hanno preso parte, oltre all’inseparabile amico chitarrista Paolo Capodacqua, Danilo Tomasetta al sassofono e Roberto Soldati alla chitarra elettrica. Lolli ci lascia, tra i tanti, il suo grande impegno politico, radicato verso la sinistra estrema italiana: in più occasione non perde occasione di parlare dei fatti accaduti nel 1968 e nel 1977. Si possono ascoltare passaggi in brani quali Incubo numero zero, La socialdemocrazia e I giornali di marzo brani tratti da “Disoccupate le strade dai sogni”. Nel suo canzoniere si possono trovare molti brani relativi al periodo degli anni di piombo (1968-1977) quali Agosto e Piazza, bella piazza e in cui si ricordano i fatti dell'Italicus, avvenuti il 4 agosto 1974 ("Piazza, bella piazza, ci passò una lepre pazza.../E fu il giorno dello stupore/e fu il giorno dell'impotenza/si sentiva battere il cuore/di Leone avrei fatto senza/si sentiva qualcuno urlare/solo fischi per quei maiali/siamo stanchi di ritrovarci/solamente a dei funerali"), o come La ballata del Pinelli (composta da Pino Masi, Joe Fallisi e alcuni esponenti anarchici), in cui si ricorda la tragica morte del ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli che precipitò da una finestra della Questura di Milano nel 16 dicembre 1969 durante le indagini per la strage di piazza Fontana. Claudio Lolli è morto a 68 anni, proprio nel cinquantesimo di quel ’68 che tanto lo ha influenzato, in un agosto con il suono sordo e cupo di un nuovo boato.
Correlati →
Commenti →