Rome Psych Fest, Preview Weird Black, Giobia, Go!ZILLA, Wow, Sonic Jesus 14 Maggio 2016 , Roma, Monk Club
Per essere una preview c'è tanta carne al fuoco, una serata non facile da gestire visto che il suffisso Psych si presta ad una miriade di interpretazioni musicali: infatti ci siamo trovati catapultati in mondi diversi ad ogni cambio palco, felicemente sorpresi da questa facile intuizione.
Si inizia con Weird Black con una classica declinazione psichedelica-folk in cui la voce e la chitarra classica di Luca Di Cataldo la fanno da padroni con atmosfere liquide e pacate, anche nelle parti più rumorose tendenti al garage e al rock dove il groove riverberato dava al pubblico cadenza di pesci rossi in quel grande acquario che è il Monk.
Giobia si spingono molto più in là unendo stoner, doom alla psichedelia, aprendo a suoni lunghi e screpolati dai fuzz acidi, andature kraut ed assoli di bouzouki. Si confermano, visto quanto prodotto con “Magnifier”, una band molto interessante nel panorama del “lato oscuro” della psichedelia nostrana e non solo.
Go!ZILLA sono ormai una garanzia per chi volesse far scatenare donzelle sotto palco costringendo in tal modo la restante parte di ostinati indolenti a dover muovere le “chiappe” per guadagnarsi la serata. Freschi reduci da un mese di Tour in America hanno come al solito fatto i ragazzacci portando in scena l'ormai collaudato “Sinking in your Sea” (Black Candy, 2015); per chi non lo sapesse ci troviamo nel versante garage e rock della faccenda “Psych” di cui sopra, dove non si disdegna di conseguenza il punk e tutto ciò che è sporco e cattivo purché sia fatto con il ritmo giusto, ritmo che qui non manca.
Tutt'altra faccenda sono gli WoW,che presentano l'ultima fatica “Millanta Tamanta” (42 Records, 2016) dopo che “Amore” con la sua formula retrò aveva convinto universi paralleli di pubblico più disparato: indie-garage, cantautorato, noise e chi più ne ha più ne metta. Tutti stregati dal quel fluido vischioso speravamo “nell'affascino” definitivo di un live di suoni ed atmosfere che ricalcano colonne sonore degli anni settanta venate da languidi sprazzi di psichedelia con voci morbide e seduttive. E invece a parte la quantità floreale in scena la performance non ci ha troppo convinto: forse c'era qualche pecca tecnica o forse erano loro un po' sotto tono, ad ogni modo li “rimandiamo” benevolmente al prossimo live, perché Millanta Tamanta è un buon album e perché sappiamo che son capaci di molto di più.
Si finisce col botto dopo la mezzanotte con i Sonic Jesus. La band dopo l'uscita del primo album “Neither virtue nor anger” (FuzzClub Records, 2015) è cresciuta ancora consolidando la sua musica, un misto di wave, shoegaze, psych-rock, regalandoci una performance con una quantità di suono che ci ha decisamente soddisfatto ed appagato della serata. Insomma se questa era la preview di un festival cosa ci aspetterà l'1 e 2 Ottobre quando faranno sul serio?
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