No Strange Mutter Der Erde
[Uscita: 28/10/2019]
Da più di un trentennio, la sigla No Strange è sinonimo di psichedelia, oltre che di grande musica nel complesso. Il combo torinese, magistralmente guidato da due fuoriclasse quali Alberto Ezzu e Salvatore “Ursus” D’Urso, inanella l’ennesimo album denso di atmosfere immerse nella cultura psych ‘lato sensu’ intesa. Dopo l’intenso cimento discografico de “Il Sentiero Delle Tartarughe” del 2018, e dando seguito alla strada intrapresa con “Cristalli Sognanti”, passando per “Armonia Vivente Tra Analogie E Contrasti”, i Nostri proseguono il percorso artistico che li conduce a un armonioso impasto di psichedelia, world, cosmische musik, venato di un misticismo sonoro, nel senso laico della parola, che l’uso di strumenti afferenti alla tradizione orientale, quali tanpura, sitar, duduk, e l’utilizzo di voci di soprano (Paola Scatena, Rita Keteyan), oltre al violoncello e al flauto di Simona Colonna, al violino di Stefania Priotti, al basso di Riccardo Salvini e alla batteria di Gabriele Maggiorotto, rendono ancor più evidente. I testi, poi, sempre curati nel minimo dettaglio, riecheggiano anche l’influenza esercitata dal poeta underground Gianni Milano. Il titolo in lingua tedesca, inoltre, è un commosso omaggio a un’artista tedesca, Jutta Nienhaus, già cantante della storica prog-band Analogy, con la quale i No Strange avevano avviato una fertile collaborazione e purtroppo prematuramente deceduta durante la lavorazione del disco. “Mutter Der Erde”, Madre della Terra, è un album di grande fascinazione, in cui le molteplici ascendenze culturali e filosofiche, prima ancora che musicali, dei No Strange, trovano virtuosa sintesi. La cultura cui attingono i Nostri si palesa già dall’incipit, A Pelo D’Acqua, dove la soffice ovatta sonora del flauto si adagia mollemente sull’aeriforme fluire del sitar, creando potenti suggestioni di matrice orientale su cui s’innesta il tocco liquido della chitarra, a rendere ancor più variegata la spettrografia musicale del brano. Il riferimento alle sonorità dei Corrieri Cosmici, mai venuto meno nella lunga carriera dei No Strange, si mostra cristallino in Voyage Dans La Lune, dove la voce recita un ruolo di primo piano, affiancata dall’intervento floydiano della chitarra. Tra le altre tracce a nostro avviso più pregnanti dell’album, ci preme segnalare: Un Viandante Tra Le Stelle, nella quale si snoda come entro un sentiero siderale il nastro sonoro di flauto e voce; la sontuosa Madre Della Terra, che ricalca atmosfere degne dei Popol Vuh, e in specie di quel capolavoro senza tempo che è “Hosianna Mantra”, con i superbi intarsi della chitarra a trapuntarne di iridescenze il tessuto sonoro; la liquida melodia di Kilikia, dal sapore eminentemente orientaleggiante, dove la voce formidabile della cantante armena Rita Tekeyan assurge a vette di stampo metafisico, rammentando nei suoi vellutati arabeschi, a tratti, la vocalità suprema di una Lisa Gerrard, dei fenomenali Dead Can Dance di Yulunga; Il Profumo Del Bosco Alto, immersa in atmosfere oniriche dove la voce echeggia testi di aperta solarità espressiva; la conclusiva Trasparenze E Suoni, dove l’intensità del richiamo testuale si coniuga alla perfezione col “canto” degli strumenti, modulati sul tema della fusione armoniosa con le radici ancestrali dell’essere. Il fatto è, a dirla breve, che i No Strange, non falliscono un colpo. Album prezioso e di rimarchevole fattura.
Correlati →
Commenti →