Steve Winwood GREATEST HITS LIVE
[Uscita: 01/09/2017]
Inghilterra #consigliatodadistorsioni
Un ‘live’ di Steve Winwood nel 2017? Pensandoci su si realizza però che a parte quelli con gli splendidi indimenticabili Traffic, o altri gruppi di cui fece parte, e quel “Live From Madison Square Garden” condiviso con Eric Clapton, l’eternamente giovane Stevie non aveva mai pubblicato un disco dal vivo a proprio nome. Appena partono le percussioni che introducono I’m A Man sei già k.o., robetta che l’allora (davvero) giovane Winwood scriveva a meno di vent’anni, quando già da tre faceva parte di quello Spencer Davis Group al quale avrebbe regalato un'altra quisquilia come Gimme Some Lovin’ (c’è anche lei, tranquilli). L’album “Greatest Hits Live”, un doppio CD (come si usava un tempo), 23 songs per 2 ore e trenta minuti, curato e selezionato nei brani dall’artista stesso, snocciola canzoni che hanno accompagnato l’esistenza di chiunque ami la musica: classici dei Traffic, cover come Them Changes di Buddy Miles (già proposta nel suddetto live con Clapton del 2009) e Why Can’t We Live Together, un classico dal repertorio di Timmy Thomas (contenuta nell’ottimo “About Time”, 2003), brani dalle prove soliste, il tutto inciso splendidamente e cantato da una voce che mette ancora i brividi.
Steve si destreggia, comme d’habitude, tra Hammond B3, chitarre e mandolino, oltre a cantare, accompagnato da Jose Neto alla chitarra, Richard Bailey alla batteria, Paul Booth ai fiati (e all’Hammond quando il leader imbraccia la chitarra) e dalle percussioni di Edson “Cafe” Da Silva. Per tutta la durata dell’ascolto non si ha mai l’idea che i musicisti non si divertano, che non siano perfettamente consapevoli di partecipare a un evento importante che, se si poteva supporre celebrativo dei momenti più noti delle band di ascendenza (edizioni sontuose di brani quali Low Spark Of High Heeled Boys, Pearly Queen, la straordinaria John Barleycorn), rivela invece un grande appeal anche quando ad essere proposti sono i brani del periodo solistico di Winwood, circostanza nella quale temevamo un abbassamento del livello e che invece sono la vera rivelazione (Back In The High Life Again, Roll With It, While You See A Chance e Arc Of A Diver). Solo Higher Love è sottotono, soprattutto per la non eccelsa qualità di scrittura originaria: “leggerina” rispetto al resto del programma, indicativa del periodo ‘mainstream’ meno interessante della carriera dell’artista. Greatest Hits Live è Il perfetto Bignami della carriera di Winwood, dal vivo e perfettamente suonato.
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