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13 Luglio 2023

Rufus Wainwright Folkocracy

2023 - BMG Records
[Uscita: 02/06/2023]

Ormai stabilitosi nell’evocativo Laurel Canyon, laddove fiorì la splendida stagione del folk californiano e lasciati alle spalle le roventi e maledette giornate newyorkesi, Rufus Wainwright è oggi un artista di mezza età che vuole godersi la vita circondato da amici fidati e familiari. E proprio di questi si è circondato per il suo ultimo disco che, come esplicita il titolo, "Folkocracy", segna un deciso ritorno al folk, ad atmosfere soprattutto intime e raccolte, a volte malinconiche, ma dalle quali viene fuori per chi ascolta un forte senso di serenità. Non sempre riesce a sfuggire a un eccesso di lacrimevole melassa, come per esempio nella tradizionale Shenandoah o nella Schubertiana Nacht Und Träume, ma nel complesso il disco offre un bel gruppo di canzoni, ben quindici, tutte cover o brani tradizionali, arrangiate con gusto e misura e cantate da Rufus con voce chiara e partecipazione emotiva e in buona parte accompagnato da un bel numero di voci di grande valore. E, diciamolo subito, la cover di quella strepitosa canzone che è Harvest è davvero da brividi, qui cantata con malinconica intensità insieme a Andrew Bird e a Chris Stills, figlio di Stephen. A dire il vero c’è un brano di Rufus, Going To Town splendidamente eseguito con ANOHNI, un lamento non urlato sulla pericolosa deriva verso cui sta sprofondando la società americana. Il disco si era aperto con Alone cantato con Madison Cunningham su una timida e spettrale chitarra, a volte basta davvero poco per creare un forte impatto in chi ascolta, al contrario della a volte troppo enfatica e mielosa, ma comunque gradevole Heading From Home in duetto con Legend. Significativo aver messo in scaletta quella Twelve Thirty (Young Girls Are Coming To The Canyon) con cui i Mamas and Papas decantavano la meraviglia della vita nel Laurel Canyon rispetto a quella torbida e scura di New York, qui canta in una ballata ariosa e luminosa con Sheryl Crow, Susanna Hoffs e Chris Stills, evidente la piena condivisione del testo da parte di Wainwright. Altri momenti da segnalare sono la delicata hawayana Kaulana Na Pua, la sognante cantilena Hush Little Boy cantata con le sorelle Martha e Lucy, la concessione alla nera canzone d’amore di Moondog High On A Rocky Ledge cantata con fragilità insieme a David Byrne, il bel duetto con Chaka Khan nella misteriosa Cotton Eyed Joe. Chiude il disco l’accorata ballata irlandese Wild Mountain Thyme, una vera e propria riunione familiare con l’amico Chaim Tannenbaum che suona il banjo che fu della madre di Rufus, qui non c’è traccia di sentimentalismo, ma suona anche come un omaggio alla tradizione folk americana.

Voto: 7/10
Ignazio Gulotta

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