Francesco Di Giacomo LA PARTE MANCANTE
[Uscita: 21/02/2019]
#consigliatodadistorsioni
Ritrovarsi a far girare sul giradischi un vinile di Big Francesco ad un lustro esatto dalla sua prematura dipartita genera un impatto di rara suggestione velato di dolorosa malinconia. “La parte mancante” è il titolo di questa inaspettata opera che raccoglie una manciata di composizioni scritte nel periodo tra il 2004 ed il 2012 tra le mura domestiche -letteralmente, come riportato sulla cover, tra soggiorno e cucina- da Francesco Di Giacomo con l'amico-pianista Paolo Sentinelli (già al fianco del Banco del Mutuo Soccorso negli album "Il 13" e "No Palco") e successivamente inserite in parte all'interno dello spettacolo multimediale 'Cenerentola-La Parte Mancante' portato in scena, per una sola volta, nel gennaio 2013 all'Auditorium Parco della Musica di Roma. Fortissimamente voluto (nonché prodotto) dalla moglie di Francesco, Antonella Caspoli, e dallo stesso Sentinelli che ne ha rivisitato il commento sonoro, il disco è un collage di intime riflessioni che assumono il retrogusto amaro di una confessione, purtroppo, postuma.
Un lavoro di taglio cantautorale che narra di aspettative nel futuro (In quest'aria), difficili rapporti con un Dio senza misericordia (Quanto mi costa) e molto più semplicemente di sentimenti (Luoghi comuni e Insolito). Di assoluto impatto il convulso episodio dedicato ad Emullá, primate capobranco intento a bacchettare l'intero genero umano e la nostalgica poesia che dà il titolo al lavoro. Tanto di cappello pertanto a chi ha consentito il recupero di questa splendida testimonianza, dalla signora Caspoli a Sentinelli, sino a tutti quei musicisti che vi hanno in qualche modo preso parte (Adriano Viterbini, Maurizio Masi, Max Dedo giusto per fare qualche nome eccellente). Tornare ad ascoltare la tenorile timbrica di Francesco Di Giacomo si rivela qualcosa di inspiegabilmente magico, pari solo al pathos che può sprigionare l'affettuoso abbraccio con un vecchio amico ritrovato.
Un ottimo album che ha il pregio di custodire, in termini di schiettezza e creatività, l'essenza primaria di un grandissimo artigiano delle sette note, patrimonio della storia della musica italiana. Con l'amaro in bocca per ciò che avrebbe potuto essere e non è stato, una successione di brividi molto prossimi alla commozione.
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