Metarock: Unreal City + Egoband + Banco Del Mutuo Soccorso Metarock: Unreal City + Egoband + Banco Del Mutuo Soccorso 6 Settembre 2013, Pisa
Senza dubbio quella del 6 Settembre 2013 è stata la serata più interessante della ventottesima edizione del festival pisano Metarock, una serata che ha tratto forza non soltanto dal nome di una delle più grandi band italiane di sempre, ci riferiamo naturalmente al Banco, ma dal mettere in scena tre diverse generazioni di gruppi di progressive rock italiano. La generazione dei capostipiti, di coloro che crearono e resero famoso nel mondo il prog di casa nostra con la band di Di Giacomo e Nocenzi, quella di mezzo, il neoprogressive nato fra ottanta e novanta, con i livornesi Egoband e infine l’ultimissima generazione rappresentata dai parmigiani Unreal City. Se il concerto poteva dirci qualcosa sulla situazione del prog italiano, ha chiaramente detto che il genere è quanto mai vivo, non si ciba solo dei fasti e dei ricordi del passato, ma è in grado di evolversi ed esprimersi in modo originale ed emozionare gli ascoltatori.
Unreal City
Ne è stata dimostrazione l’esibizione degli Unreal City, gruppo giovanissimo che seguiamo con grande interesse su Distorsioni fin dai loro primi passi, un set troppo breve, visto l’ottima accoglienza ricevuta, che ha presentato 3 brani dal loro eccellente album “La Crudeltà Di Aprile”: il pubblico, per gran parte del quale la band era sconosciuta, ha seguito con crescente interesse e passione la loro esibizione, catturato dal prog sinfonico con tinte dark e dai testi oscuri ed enigmatici. A questo proposito un plauso per la qualità del suono che ha permesso di seguire in modo completo ed intenso le tre esibizioni e per la location, forse troppo vasta (4 ettari), ma che permetteva da qualunque postazione un’ottima visione del palco. Malgrado la giovane età dei musicisti e il recentissimo cambio del bassista il set ha funzionato egregiamente, un po’ di emozione in Emanuele Tarasconi traspariva soltanto durante le presentazioni dei brani, ma si è dimostrato perfettamente a suo agio nel frenetico tour de force fra tastiere, moog e canto, Federico Bedostri ha accompagnato col suo drumming potente le evoluzioni delle tastiere coadiuvato da Dario Pessina, entrato appena ad agosto nella band, ma già ben inserito nei meccanismi degli Unreal City. Ma il suono degli UC non sarebbe pensabile senza la chitarra di Francesca Zanetta, precisa, puntuale nella parte ritmica, ma pronta ad accendersi da solista. Insomma se il live è la prova decisiva della validità di un gruppo gli UC l’hanno decisamente superata.
Egoband
Con i livornesi Egoband è salita sul palco del Metarock una band che ha esordito discograficamente nel lontano 1991, raccogliendo riconoscimenti dagli addetti ai lavori, ma un riscontro di pubblico decisamente inferiore ai loro meriti; uno dei problemi del prog oggi è quello di essere rinchiuso in una nicchia di fedelissimi appassionati, ma di avere grandi difficoltà a farsi conoscere al di fuori, mi riferisco anche alla scarsa attenzione che gli dedicano gran parte delle riviste italiane. Ed invece il panorama italiano offre un buon numero di gruppi che sanno suonare molto bene e dal vivo realizzano set di tutto rispetto, come è stato per gli Egoband, cinque brani, due dei quali saranno presenti nel loro nuovo lavoro, per poco meno di mezz'ora di ottima musica, ed anche qui il pubblico avrebbe gradito qualcosa in più. La loro musica neoprogressive li accomuna ai primi Marillion e la bella voce di Alessandro Accordino non può non ricordare quella di Peter Gabriel.
Banco Del Mutuo Soccorso
Alle 22 è arrivato il momento più atteso della serata, per molti spettatori l’emozione è stata particolarmente intensa perché ritrovavano Di Giacomo e soci in concerto dopo qualche decina d’anni, e l’emozione non è certo diminuita quando sono partite le note della meravigliosa Canto Nomade Per Un Prigioniero Politico. Il concerto è poi proseguito per quasi due ore incentrato soprattutto sull’album "Darwin", del quale è stata da poco pubblicata un’edizione ottimamente rimasterizzata, disco del quale Di Giacomo si è giustamente dichiarato orgoglioso. Mancava Rodolfo Maltese, al quale è stato dedicato un brano, ma chi lo ha sostituito ha fatto egregiamente il suo dovere, mentre Vittorio Nocenzi si è esibito instancabile alle tastiere, dando anche un tocco funky alle parti strumentali. Certo la voce di Di Giacomo ha perso un po’ in brillantezza, ma ha acquisito un tono drammatico che aggiunge pathos agli splendidi testi. Conclusione inevitabile con l’immensa Non Mi Rompete col pubblico tutto che cantava e infine ha tributato un lungo e meritato applauso al Banco. Anche dopo questa sera possiamo dire che il prog italiano è vivo e suona insieme a noi!
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