VeiveCura GOODMORNING UTOPIA
[Uscita: 15/05/2014]
# Consigliato da Distorsioni
Sono passati due anni da quel bellissimo disco che era "Tutto è vanità", primo full lenght dell'artista siciliano, di Modica, Davide Iacono, che da sempre produce e si esibisce col moniker VeiveCura. Un album unico, originale nei suoni e che si differenziava dalla restante produzione italiana per una cura strumentale davvero rigorosa e precisa. Il suo nuovo album esce per La Vigna Dischi, piccola etichetta di Mazzara del Vallo, con il singolare titolo di "Goodmorning Utopia", che nasconde più di un significato nascosto. Come nel precedente Davide fa uso di un orchestra allargata, molto diremmo, di ben 15 elementi con 3 polistrumentisti che costituiscono il nucleo principale. Salvatore Puma, Piero Giunta e Salvo Scusses sono il loro nomi. Quest'ultimo cura anche gli impeccabili arrangiamenti orchestrali. La copertina, bellissima e di una grazia unica, è opera di Chiara Incarbone e riassume perfettamente il contenuto dell'opera. Il disco, al solito, è prevalentemente strumentale, ma questo non toglie fascino e bellezza all'insieme, anzi, il contrario, vista anche la qualità tecnica dei musicisti presenti. Il piano di Iacono conduce le danze, le melodie sono sognanti ed estasiate, una sorta di soundtrack per paesaggi immaginari. Bella l'apertura con i nastri che corrono alla rovescia di Persepolis, perfetta anticamera alla seguente, e splendida, Astra, che inizia stile Radiohead (No surprises ndr.) per sfociare in un break di chitarra elettrica davvero pregevole.
Si sente anche la voce in Utopia Pt I-I-III (Baggio), ma è solo un frammento, qui piuttosto c'è da apprezzare l'intervento dei fiati che conducono il brano verso il malinconico finale. Nei tuoi occhi legno presenta il solito piano che viene affiancato dalla chitarra di Salvatore Puma, che suona molto Steve Hackett periodo Genesis, mirabile il suo assolo che rende maestoso il pezzo. Tra le vette del disco. Anche gli altri due movimenti di Utopia, IV-V e VI-VII nascondono fra le loro pieghe più di una sorpresa, la drum machine del primo, molto post-punk anni ottanta, le arie prima minacciose e poi rassegnate del secondo, come da titolo del pezzo. Chiude il tutto Goodnight Utopia che, sia pure strumentale, sembra ricordarci che viviamo e sogniamo spesso ad occhi aperti: la realtà, come diceva il grande Claudio Rocchi non esiste, cerchiamo quotidianamente di raggiungere una felicità che la vita di tutti i giorni ci nega con puntualità. Ed in fondo è questa la vera natura della musica di VeiveCura, perché tutto quello che ci circonda e vorremmo raggiungere concretamente in fondo è solo utopia, le amarezze della vita reale ci riportano quasi sempre ad affrontare un mondo che non avremmo mai voluto. Ma nel disco di Davide c'è anche un messaggio di speranza, pur nell'apparente mestizia e disillusione che questa musica sembra suggerire, a voi il compito di trovare delizia e piaceri fra le sue spirali magiche.
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