2HURT EAT MY SKIN
[Uscita: 15/09/2017]
#consigliatodadistorsioni
Il deserto è molto più una condizione dell’anima che una coordinata geografica. Un luogo liturgico infinitamente vasto e spopolato dove puoi sentire il riverbero del tuo spirito, modularlo come un bordone in sincrono con un silenzio che può divorarti se non adeguatamente riempito. Ce lo insegnò tanti anni fa Guy Kyser, l’uomo che con i suoi Thin White Rope diede un suono a quello che invece è uno dei posti più silenziosi del pianeta. Alle medesime suggestioni desertiche si ispirano gli italiani 2Hurt che suonano e fanno dischi già da un po’. La musica dei 2Hurt, giocata sugli intrecci evocativi di chitarre e violino, si dipana come un germoglio in una terra inospitale, lambendo territori umorali affini a quelli dei Dirty Three, altre anime scure su cui si posa spesso la sabbia rossa dell’Uluru e la scacciano via suonando.
Un pò come fanno, appunto, i 2Hurt nelle ballate torve che scorrono come un coagulo di sangue lungo quello che è uno dei migliori dischi fatti in Italia che io abbia ascoltato quest’anno. Passano Neil Young, Ry Cooder, Howe Gelb, Alejandro Escovedo, Johnny Cash, Tito Larriva, i Naked Prey, i Dream Syndicate. E si, passano pure quei Fasten Belt in cui Paolo Bertozzi e Marco Di Nicolantonio spesero i migliori anni della loro vita, aiutandoci a rendere un pò migliori pure i nostri. Passano. E mentre passano ci sembrano tutti eroi giovani e bellissimi.
Band eccezionale dopo on bended knee pensavo avessero raggiunto il loro apice e invece ancora emozioni.Peccato per la deriva italiana musicale che sommerge lavori di spessore ma meglio essere pochi e apprezzare la musica di frontiera in ogni senso
Concordo