Lino Capra Vaccina ARCAICO ARMONICO
[Uscita: 18/11/2015]
#consigliatodadistorsioni
Proprio nel ridare alle stampe l’etereo e sublime"Antico Adagio" (Die Schachtel, 2014) era apparso chiaro che quel discorso inaugurato dal maestro Lino Capra Vaccina nel 1978, meritava, proprio alla luce di alcune nuove tendenze ed esigenze dei nostri stanchi e intorpiditi tempi post moderni, di essere nuovamente ripreso e approfondito. Quarant’anni di generi che si sono susseguiti, quarant’anni di mode che di volta in volta hanno imposto tendenze disparate fino ad una specie di inesorabile implosione creativa che, non trovando più nuove modalità espressive, ha finito per nutrirsi di scorie e di avanzi e di brancolare tediosamente alla ricerca di una identità di fatto negata. Mentre tutto questo accadeva Lino Capra Vaccina ha lavorato sulla sua intuizione, su quello che da sempre ha considerato il suo tormento ispirativo, la base di ogni ripartenza. La modalità propagativa, la scia, lo studio approfondito del riverbero sonoro.
La vibrazione messa in correlazione con la vibrazione emozionale, con il flusso del nostro sentire. Qualcosa che spingeva in avanti l’indagine attraverso la spoliazione di fardelli accademici e culturali per ritrovare una purezza archetipa, un’origine armonica universale. Non è infatti un caso che in entrambi i lavori ricorra comunque un rimando ad un passato remoto: antico, arcaico.
"Arcaico Armonico" è un sentire aperto. Un orecchio che si tende ai palpiti e alle frequenze della vita circostante e ne interiorizza l’essenza. E’ quindi un discorso che non si allinea più a parametri modali o tonali, ad una ricerca melodica costruita su accordi, ma solo e unicamente al modo in cui le onde sonore viaggiano nell’etere. Riduttivo sarebbe stigmatizzare i parametri di questa complessa ricerca modulare ad un suono semplicemente ambient o new age, sotto ci sono intenti esplorativi aperti e rivolti oltre. Il tocco di partenza dà origine ad una serie di eco leggere e cristalline che rompono la monotonia del buio e l’oppressione del silenzio. Si origina una danza e un palpito che è fervore di vita e che può prendere la forma dei nostri respiri, i colori dei nostri pensieri, sospendersi con l’intensità del nostro stupore. L’impalcatura si innalza su equilibri delicati, protesi all’impercettibile.
Diviene edificio di arcana spiritualità. Cinque tracce per cinque racconti sensoriali che con la raffinata freschezza di una brezza crepuscolare, ci restituiscono profumi e sentori di memoria, di esotica evasione. Juri Camisasca presta la sua voce nella declamazione di Arcaico Ancestrale, l’ipnosi della mandhura con Paolo Tofani in Dialoghi tra Suoni e il criptico sacrale oboe di Camillo Mozzoni: Improvvisamente, Arcaico Armonico. Tanti altri e delle più diverse provenienze gli strumenti impiegati in questi preziosi capitoli sonori, dal vibrafono alle tablas, dai cimbali alle campane, dai tubolari al gong che apre la preziosa sfilata multidimensionale in Echi di Frequenze.
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