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15 Maggio 2022 ,

Arcade Fire WE

2022 - Columbia Records
[Uscita: 06/05/2022]

Gli Arcade Fire non sono una band qualunque. Basterebbe solo il dualismo “Funeral” / "Neon Bible” per definire i canoni di una musica che traeva le proprie risorse vitali dagli ultimi baluginii indie e dall’electro-pop di derivazione Eighties, il tutto declinato in modo totalizzante. A chiudere il cerchio ci pensava il concept “The Suburbs” che guardava alle gioventù di tutti i sobborghi del mondo, pieno di belle canzoni ma progressivamente scaricato dalla cifra di coralità che connotava l’anima della scrittura migliore dei canadesi e, comunque, l’ultimo grande disco degli Arcade. La cesura di “Reflektor” del 2013, altro concept dedicato questa volta al mito di Orfeo ed Euridice, rimarcava una profonda distanza con se stessi, in un turbinio di luminescenze proiettate sul dancefloor che sbiadiva insieme ai corpi danzanti tutte le più antiche suggestioni. Peggio della cattiva musica c’è solo lo scivolare nell’anonimato di una formula che non riesce più a trovare il proprio posto tra le istanze del futuro e quelle di un passato incancellabile, ed ecco l’innocuo “Everything Now”. Dopo cinque anni di navigazione nelle acque agitate dei rivolgimenti interni, vista la fuoriuscita di William Butler, gli Arcade Fire ritornano con il nuovissimo “WE”, prodotto da Nigel Godrich, oltreché da Win Butler e Régine Chassagne. Al di là del fatto che l’album vede la partecipazione di ospiti di livello come Peter Gabriel, il quale compare come backing vocals in Unconditional II (Race And Religion), Father John Misty, Geoff Barrow e Owen Pallett che prestano la loro opera alla produzione degli arrangiamenti, siamo di fronte ad un ritorno che non delude le aspettative. In qualche modo, il primo ascolto di “WE” colpisce per le canzoni, tutte di livello per ispirazione e carica emotiva, con alcuni momenti superiori alla media che ci riportano alle vibrazioni degli esordi e a quei climax che solo gli Arcade sanno costruire. Come nel solco dell’immaginario di Win e Régine, le dieci nuove canzoni sono colme di una vitalità strabordante immersa in una sfera multidimensionale in cui trovare la sintesi di quello che è stata la band. Chi si è commosso con brani come No Cars Go da “Neon Bible” riconoscerà senza difficoltà le spore di quella stagione di illusioni e speranze sparse nei nuovi brani. Anche in questo caso la track-list segue un percorso concettuale: la prima parte si intitola “I” , la seconda “WE” a segnare il passaggio da una sponda solipsistica ad una collettiva. L’opener Age Of Anxiety I si apre con un mood tipicamente Arcade, i rintocchi del piano definiscono l’atmosfera di pathos pronto ad esplodere in un crescendo sostenuto dai battiti di una dance raffinata, allo stesso modo la successiva Age Of Anxiety II (Rabbit Hole) ha una superficie dorata scarificata dalle traiettorie dei synth che ne inquietano gli equilibri. La multiforme End Of Empire I-III ha una classicità alla Father John Misty con suggestioni beatlesiane nell’apparato di archi che ne avvolgono la struttura ed End Of Empire IV (Sagittarius A*) vive di una chiara teatralità bowieana. La seconda sezione dell’album si apre con l’ariosa accoppiata The Lightining I e Lightining II, quest'ultima particolarmente dinamica nel seguire le tipiche rincorse a perdifiato. Dopo la sontuosa Unconditional I (Lookout Kid), troviamo  Unconditional II (Race and Religion), uno dei brani più riusciti del disco: la presenza discreta di Peter Gabriel serve a dare peso ad una traccia che presenta armonie dal tiro preciso e trasversali. In chiusura, il folk dell'eponima WE è tutto intriso di introversione e spazi in cui perdersi, come una stazione della metro di una qualsiasi città senza nome. Con “WE” gli Arcade Fire sono ritornati convincenti e solo per dirci che senza gli altri siamo semplicemente soli. Come direbbe Murakami, siamo come la sonda Sputnik, ovvero semplici aggregati metallici che da lontano sembrano splendenti e che, nel loro moto, non si incrociano mai e non si fanno promesse.

Voto: 7.5/10
Giuseppe Rapisarda

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