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9 Ottobre 2021 ,

John Murry the stars are god’s bullet holes

2021 - Submarine Cat Records
[Uscita: 26/06/2021]

John Murry è un sopravvissuto. Non ci dilungheremo sulla sua lunga storia di abbandoni, abusi, dipendenze, la morte per overdose sfiorata. Non sappiamo se è dalla sua vita difficile che si è originata la sua voce profonda e tormentata: quello che sappiamo è che questo “the stars are god's bullet holes” è un gran disco. Il terzo lavoro del musicista nordamericano è un'opera varia e coinvolgente: dieci canzoni più un breve strumentale, 1(1)1, dalle chitarre sferraglianti. L'ascoltatore molto rockettaro potrebbe essere un po' fuorviato dalla placida slide del primo brano, Oscar Wilde, ballata languida vicina al talkin'blues, ma col resto del disco troverà pane per i suoi denti. Atmosfere oscure, reminiscenze new wave, ballate romantiche degne dei Lambchop più ispirati (quelli di “Is a Woman”) come l'ottima Ones + Zeros. Perfume & Decay è un rock decadente impreziosito dal violino; le chitarre della title-track sono aspre e distortissime. Il rock'n'roll, quasi punk, domina I Refuse To Believe, più allegra rispetto alla media del disco. Le parole sono a volte più masticate che cantate, chitarre e batteria pestano, come in Time & a Rifle, il disco è cupo nei suoni, ma spesso i ritornelli volano ariosi, l'atmosfera generale è vitale, come il buon rock, specie quando è sanguigno ma non eccessivamente tradizionalista, dovrebbe sempre essere. Sorprende la cover di Ordinary World dei Duran Duran, a fatica riconoscibile, col bel controcanto di Nadine Khouri. In Yer Little Black Book troviamo persino una drum machine a basso costo, molto low-fi. Difficile ingabbiare la musica di John Murry in una corrente predefinita, alla base ci sono il punk, la new wave, i cantautori più oscuri, persino un goccio di country qui è là, ma proprio un goccio: una volta si sarebbe detto alternative, oggi una definizione così non ha più senso, a meno che non parli di alternativa al cattivo gusto, allora casca a puntino. Un unico appunto si può muovere al disco: malgrado una certa unità stilistica pur nella varietà (arrangiamenti e produzione sono dell'ubiquo John Parish), molti sono i nomi a cui si può paragonare John Murry, molti se ne sono fatti e ognuno sceglierà i suoi preferiti: d'altronde, per quanti musicisti usciti negli ultimi venti/trent'anni possiamo parlare di originalità assoluta? Lasciamo ai posteri l'ardua sentenza e vi invitiamo a non perdervi questo bel disco.

 

 

 

 

Voto: 8/10
Alfredo Sgarlato

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