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11 Ottobre 2019

Wilco Ode To Joy

2019 - dBpm Records
[Uscita: 04/10/2019]

Jeff Tweedy e i Wilco hanno raggiunto in questo 2019 la rimarchevole cifra di 25 anni di onorata carriera, 10 album alle spalle prima di questo con il picco creativo degli straordinari "Being There" (1996) e "Yankee Hotel Foxtrot" (2002), il capolavoro, oltre ai notevoli "A Ghost Is Born" (2004) e "Sky Blue Sky" (2007). Ultimamente però, parliamo degli ultimi 5 anni, a fronte delle solite mirabolanti e acclamate esibizioni live la vena creativa del suo leader, Jeff Tweedy, ovviamente, sembrava essersi inaridita, con 2 album come "Star Wars" e "Schmilco" che definire sottotono appare quasi un complimento, in particolare l’ultimo che, fans sfegatati a parte, molti ricorderanno per la bella e simpatica copertina e poco più. Certo c’era stato a seguire il bel solo di Jeff, "Warm", ma si sa, per i grandi artisti, e Tweedy lo è, quello che conta e che i followers vogliono, sono gli album del gruppo-madre e un nuovo lavoro dei Wilco rappresentava una rischiosa ma affascinante sfida. Il pericolo del non c’è due senza tre era forte ma per fortuna l’uomo di Belleville, classe '67, ci ha regalato questo “Ode To Joy” che riporta i Wilco alla dimensione che loro compete, in zona Champions League per usare un termine calcistico. Pure la copertina, davvero inguardabile, buona solo per le firme riservate agli spettatori dei concerti, faceva temere il peggio ma mai come in questo caso la famosa frase “You can't judge a book by the cover” ha una sua validità.“Ode To Joy “ è davvero un ottimo album, necessita di numerosi ascolti per essere apprezzato e scoperto, a fronte del first listen che sembra infondere tristezza e depressione. Come le due tracce d’apertura, Bright Leaves, che sembra quasi un outtake del solo di Tweedy al pari della seguente Before Us, episodi intimi e personali ma i Wilco non si sentono proprio. Ma la band di Chicago ci mette poco a cambiare registro e di lì a poco arrivano le cose notevoli, i quasi 6 minuti di Quiet Amplifier, la deliziosa White Wooden Cross e Citizens. Ma non è finita qui, anzi, perché arrivano Everyone Hides e la bellissima We Were Lucky, con un sommesso e splendido break chitarristico, finalmente aggiungiamo, che ricordano addirittura John Lennon, magari solo vocalmente, Due pezzi che tengono alta la tensione del disco che rimane su una perfetta linea di galleggiamento con Love Is Everywhere (Beware) e le conclusive Hold Me Anyway e An Empty Corner con un Jeff Tweedy di nuovo at his best. A fronte di un'opera simile e di tante notizie positive,  non riusciamo a immaginare come certe tracce qui presenti possono rendere nelle esibizioni live, d’istinto verrebbe da dire che in un eventuale tour solistico di Jeff non sfigurerebbero affatto. Ma il gruppo di Chicago ha dalla sua classe e esperienza per regalarci altre bellezze sui palchi di mezzo mondo. "Ode To Joy", se prendiamo il titolo alla lettera, non è ironicamente un album allegro ma allo stesso tempo regala 42 minuti di gioia ai numerosi e fedeli seguaci dei Wilco e in generale a chi apprezza la musica di qualità. In un periodo storico nel quale i gruppi di valore vanno cercati col lanternino, la band di Chicago rappresenta una grande e confortante certezza.

Voto: 7.5/10
Ricardo Martillos

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