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7 Aprile 2022

Placebo Never Let Me Go

2022 - SO Recordings
[Uscita: 25/03/2022]

“Non è l’attesa del piacere essa stessa il piacere?” Così uno spot televisivo di qualche anno fa sintetizzava brutalmente il pensiero leopardiano espresso dal Sabato del Villaggio in poi. L’attesa, che si riempie di desiderio, di speranza, di trepidazione, diventa così un ingrediente segreto per accrescere l’interesse verso un nuovo lavoro, appunto, atteso da anni. È forse perché un po’ consapevoli di questa verità, e forse perché la Storia con la S maiuscola si è messa nel mezzo, che i Placebo hanno deciso di rilasciare il loro album a distanza di quasi due anni dalla sua prima registrazione. "Never Let Me Go", così si chiama il nuovo lavoro di Molko e compagni, esce a distanza di quasi un decennio da "Loud Like Love" ed ha richiesto un periodo supplementare di attesa. Lo stesso Brian Molko ha dichiarato che, sebbene l’album fosse pronto già alla vigilia della pandemia che ha sconvolto (anche) il panorama musicale degli ultimi anni, ci sono voluti due anni perché la band si decidesse a farlo uscire. Attese infinite. Eppure, la domanda delle domande impone di valutare se in questo caso l’attesa del piacere possa essere quantomeno eguagliata dal piacere stesso, ed in questo caso dal peso dell’album. La risposta richiede un chiarimento. Innanzitutto, va detto che anche "Never Let Me Go" mantiene inalterate le caratteristiche storiche dei Placebo. La chitarra graffiante e la voce limpida e purissima di Molko si dimostrano ancora una volta un ensemble vincente ed il marchio di fabbrica della band. I temi variano, ma sempre lasciando – diciamocelo pure – quel tono tra il sognante ed il depresso che è un po’ il marchio di fabbrica dei Placebo. Così, Happy Birthday In The Sky ci parla dell’abbandono, del distacco e (forse) anche della solitudine con toni già noti agli aficionados della band. I tre singoli estratti sono forse i pezzi che più esprimono questo filo rosso fatto di continuità con le tradizionali sonorità della band. Dal tono paranoide di Surrounded By Spies si passa al suono più classico di Try Better Next Time o Beautiful James. E’ proprio questa linea di continuità quella su cui occorrerebbe più attentamente indagare. Se è chiaro che ciò non potrà che essere valutato come un valore aggiunto da parte degli appassionati più incalliti del gruppo, la perpetuazione di uno stile conosciuto rischia di essere una piccola cicatrice sul volto del nuovo album comunque di qualità. E’ pur vero che qualche innovazione si può registrare. Le linee di synth che sono presenti in questo album rappresentano, in questo senso, una novità. I sapori elettronici di Forever Chemicals e Sad White Reggae ne sono la prova tangibile. In questi brani è proprio il gusto elettrico ad esaltarsi e a superare i suoni tradizionali fatti di schitarrate e semplici linee di basso. Probabilmente non si tratta di una rivoluzione, ma comunque è un passo di una discreta rilevanza verso un’innovazione che però forse – a distanza di dieci anni – poteva essere più marcata.

Voto: 6.5/10
Andrea Costa

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