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23 Dicembre 2021 ,

Mike Pride I Hate Work

2021 - RareNoise Records / Goodfellas
[Uscita: 19/11/2021]

Chi potrebbe mai pensare che possa esistere un collegamento tra lo sfrenato e convulso hardcore punk americano e un jazz raffinato e swingante (quasi) tradizionale? Eppure quel collegamento esiste e si chiama Mike Pride. Fu infatti una ventina di anni fa che il batterista newyorchese, già sodale di Anthony Braxton, Tim Berne e altri giganti del jazz d’avanguardia, si ritrovò ecletticamente dietro ai tamburi dei punk rockers texani MDC portando in tour il leggendario album della band di Dave Dictor “Millions Of Dead Cops” risalente al 1982. Ed è proprio quell’album che in gran parte ritroviamo tra ammirazione e sbalordimento, rivisitato e arrangiato da Pride per trio jazz in questo nuovo e bellissimo "I Hate Work" dove ad accompagnare Pride in questa esaltante avventura ritroviamo il pianista Jamie Saft che da tempo ammiriamo e recensiamo e il contrabbassista Bradley Christopher Jones. E se il classico Corporate Death Burger che apre l’album diventa un delizioso swing pianistico tradizionale dagli strani accenti, non è cosi con Greedy And Pathetic con gli ospiti Sam Mickens (The Dead Science) crooner dalla voce ovattata e suadente e Mick Barr (Ocrilim, Krallice) al banjo elettrico a dodici corde che nella sua convulsa performance ricorda le colonne sonore dei cartoons alla Merrie Melodies. Barr lo ritroviamo ancora, questa volta alla chitarra elettrica, nella parossistica Business On Parade che nella sua divisione in tre distinte parti mostra altrettanti volti della band di Mike Pride tra jazz tradizionale, rumorismi avanguardistici e flirt rockettari. E bisogna ritornare alla più lenta ed intimistica And So You Now della quale Pride è anche autore, per ritrovare il trio delle meraviglie nel suo sano swing pianistico contrappuntato da un contrabbasso protagonista quando invece in Dick For Brain Jamie Saft si cimenta con un mellotron solista suonato con un timbro flautato che dialoga col basso. Oltre alla rivisitazione delle songs dei MDC, Mike Pride si ritaglia ancora un paio di brani a suo nome che stranamente, pur essendo dedicati rispettivamente a moglie (She Wants A Partner With A Lust For Life) e figlia (Annie Olivia) e pur nella loro bellezza, sono entrambe elegiache e quasi funeree, specie la prima, nel suo andamento lento e cadenzato quasi bandistico. Ancora, Dead Cops dei MDC è riletta in chiave trio jazz swingante e ancora due cantanti ospiti vedono JG Thirlwell (Foetus) dalla voce cavernosa e quasi waitsiana (nel senso di Tom) affrontare uno swing che sembra uscito da Broadway (America’s So Straight) e il mitico leader dei MDC Dale Dictor in persona concludere l’opera con il brano swingante I Hate Work che dà titolo all’album, altro superclassico dell’iconico “Millions Of Dead Cops” che non sarebbe male riascoltare in parallelo a questi nuovi arrangiamenti jazz per rilevarne le poche ma sostanziali affinità e le molte e interessanti divergenze.

Voto: 8/10
Maurizio Pupi Bracali

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