Pluhm Canzoni Di Buio E Luce

Nonostante la giovane età, Lucio Leonardi, proteiforme musicista e compositore di musiche aliene, dall’elettronica al glitch, dal drone all’ambient, ha attraversato il variegato firmamento della costellazione sperimentale italiana con i suoi intriganti progetti: da Phothographs a Drøm con piglio autorevole e sempre più crescente maturità. La sua vena esplorativa lo ha portato a musicare un progetto transdisciplinare intrigante di Filippo Ferraresi, “De Infinito Universo”, ispirato all’opera di Giordano Bruno e rappresentato al Piccolo Teatro di Milano. Qui ci occupiamo della sua ultima pubblicazione, questa volta per la Subexotic Records, sotto la sigla Pluhm, “Canzoni Di Buio E Di Luce”. Il termine ‘canzoni’ non tragga in inganno: si tratta di nove frammenti di musica elettronica che talora dirupano nel Maelstrom dell’ambient più inquietante. Un percorso esoterico che si dipana come il cammino spiraliforme di una stella morente, un’immersione nel buio del subconscio sempre agognando il riaffioramento alla luce. Significativo che il primo segmento dell’album si intitoli Buio / Fine, un breve intarsio di frammentato ambient che prelude alla pregnante traccia successiva, Loro Ci Sono Sempre Stati, una cavalcata di nove minuti nei territori impervi dell’elettronica più metafisica. Tempeste, Schiarite, col suo tessuto sperimentale, immette nella riflessione cosmica di Dentro Di Me C’è La Pioggia, mentre un tuffo nelle memorie ancestrali è rappresentato dalla morbida evoluzione ambient di A Piedi Nudi Nell'Adolescenza. Ieratica, permeata di un profondo richiamo spirituale, con suoni d’organo a svettare, è Sacrale, Memoria, uno dei brani più riusciti dell’album. A chiudere, 1985, dalla linea sommossa, quasi un paesaggio sonoro di ricordi prenatali, e il breve cammeo sperimentale di Luce / Inizio, a voler riavvolgere il nastro, in un viaggio a ritroso dal buio delle origini alla luce della coscienza creativa.