Mouse On Mars AAI

La musica elettronica spesso flirta con la filosofia e i lavori concettuali, dai capostipiti Kraftwerk ai molti gruppi che hanno come ispiratore Gilles Deleuze, dai Matmos che citano Wittgenstein, fino al gruppo che dei Kraftwerk è l'erede naturale, ovvero i Mouse On Mars. Per parlare del nuovo lavoro del duo di Colonia, a cui in questo disco si aggiunge il percussionista Dodo N'Kishi, “AAI”, ovvero “Anarchic Artificial Intelligence” è doveroso spiegare il concept su cui hanno lavorato. Insieme ai programmatori Ranni Keddo e Derrek Kindle i due Mouse on Mars Andy Toma e Jan St. Werner hanno concepito un software in grado di trasformare in suono la voce umana. Quindi hanno coinvolto lo scrittore Louis Chude-Sokei ed hanno registrato un suo testo, una storia di fantascienza a proposito di robot senzienti. Dopo di che hanno suonato le tracce incise come fossero campionamenti strumentali modificandoli a loro piacimento. Questa è la genesi del disco. Ma adesso viene l'aspetto più importante, cioè la musica. In questo "AAI" troviamo una linea mediana tra il pop elettronico contaminato dalla lounge dei primi dischi del duo con la musica più radicale e rumorista di “Niun Niggung”. Si intrecciano passaggi più vicini alla forma canzone, per quanto strumentali, ad altri che rispecchiano l'idea di soundtrack futuristica, con un alternanza di brani più brevi, anche solo un minuto circa, ed altri piuttosto lunghi, anche sei/sette minuti. La presenza di un batterista umano contribuisce molto alla gradevolezza dell'ascolto, anche se alcuni brani danno troppo spazio al parlato, rendendosi poco comprensibili per chi non è di madre lingua. Incontriamo suggestioni africaneggianti, con le percussioni rotolanti di The Latent Space, una vera e propria suite. I suoni sono a volte aspri, come nella minimale Speech And Ambulation dove le voci filtrate sono accompagnate da microcellule ritmiche, a volte dolci, come nelle più melodiche Seven Months o Cut That Fishernet, a volte si rifanno al pop elettronico più classico come in Youmachine. Un disco interessante, ma che ci sentiamo di consigliare agli appassionati del genere, al pubblico che non conosca già i Mouse On Mars consigliamo di partire riscoprendo i primi lavori del duo tedesco.