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24 Ottobre 2014 , , ,

Uncodified INVOLUCRI

2011- Marzo - Magick With Tears/TiConZero - MCD

involucri“Involucri” è il mini-album di debutto del musicista sardo Corrado Altieri con lo pseudonimo di Uncodified sull’etichetta sperimentale TiConZero, gestita da Simon Balestrazzi (ex-T.A.C.). Altieri è un nome già noto a chi si interessa di musica elettronica sperimentale, industrial e derivati: dal 1993 al 2006 ha lavorato con il combo electro-industrial TH26 insieme ad Arnaldo Pontis (Machina Amniotica e Magnetica Ars Lab), dal 2007 al 2010 è stato al fianco di Giorgio Ricci (ex-Templebeat, ex-RAN) nel progetto minimal-electro Monosonik e dal 2011 realizza lavori di power-electronics psichedelica nei Candor Chasma insieme al già citato Simon Balestrazzi, pezzo da novanta nel panorama musicale sperimentale italiano (e non solo) degli ultimi trentacinque anni.   Pubblicato in una elegantissima confezione cartonata in formato A5, questo nuovo progetto di Altieri si discosta da quanto pubblicato fino ad allora con TH26 e Monosonik, avvicinandosi maggiormente da un lato ai padri dell’industrial italiano degli anni ’80 e ’90, dall’altro ai guru dell’elettronica digitale del nuovo millennio. I quasi ventuno minuti in tre movimenti, detti fasi, di cui si compone questo mini-album (registrato nell’estate del 2010), si snocciolano in una soundtrack da incubo, alternando glitch, drone ed esperimenti sonori vicini alla power-electronics.

 

La prima fase, The Pathway, è una suite di oltre 9 minuti, che potrebbe essere benissimo la colonna sonora di una sequenza di un moderno film di fantascienza, in cui fruscii, rumore bianco, ronzii analogici e glitch si posano su di un drone statico, lasciando spazio nella seconda metà della composizione a gelidi pad “fissi” (che ricordano quelli dei corrieri cosmici tedeschi) e a suoni “concreti” che hanno il compito di far salire ulteriormentealtieri la tensione. Nella seconda fase, Receptors, fortissime raffiche di vento sintetizzato (e distorto) caratterizzano i cinque minuti della composizione, su cui sibili analogici e inquietanti fields recordings abilmente manipolati, riescono ad ipnotizzare e a trasportare l’ascoltatore in una realtà “altra”. La fase conclusiva, Pulse, è quella più legata alla scena musicale sperimentale del nuovo millennio: tra glitch e drone, rimaniamo qui in ambiti totalmente digitali. A giudicare dall’enorme mole di release pubblicate (ben tredici in tre anni e mezzo) dall’artista sardo e dall’impatto più che positivo che tali pubblicazioni hanno avuto sulla scena sperimentale internazionale, possiamo affermare che questo è un debutto da tenere fortemente in considerazione e da procurarsi assolutamente. Consigliato vivamente agli amanti del micro e macro rumore.

 

Diego Loporcaro
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