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5 Aprile 2015

Due Psych Tribute della Cleopatra Records The Rolling Stones-The Beatles

2015 - Cleopatra Records

stonedVV.AA. : Stoned (A Psych Tribute To The Rolling Stones) (Cleopatra Records, 19 gennaio 2015)

 

VV.AA. : The Magical Mystery Psych Out (A Tribute To The Beatles) (Cleopatra Records, 3 marzo 2015)

 

     

                             

                                         

               I N T R O

 

Non tutti amano i tributi, anzi. Il più delle volte questo tipo di uscite viene ritenuto, anche a ragione, fondamentalmente 'inutile'. Perché mai assemblare una serie di rifacimenti, che oltre ad esser quasi sempre di modesto livello rispetto ai modelli di riferimento, vanno a formare delle scalette troppo disomogenei, passando da uno stile di un musicista all'altro senza un vero e proprio filo conduttore, al di là del repertorio di provenienza? Certo è che se nell'approcciarsi anche a questi due tributi, pubblicati quasi in contemporanea dalla losangelesina Cleopatra Records, il criterio di valutazione è quello del confronto con le maxresdefaultversioni originali, si può tranquillamente passare oltre. Chiedere a queste bands di aggiungere veramente qualcosa a brani che stavano su capolavori della storia del rock quali "Aftermath" o "Rubber Soul", sarebbe troppo. Uscendo però da una prospettiva troppo rigorosa, l'occasione di ripercorrere alcuni dei brani dei Beatles e dei Rolling Stones così come li vedono queste giovani e quasi tutte pressoché sconosciute formazioni che partecipano al progetto, può anche riservare delle piacevoli sorprese. Diciamo subito che il riferimento, nei titoli dei due dischi, al rock psichedelico, è da intendersi in maniera molto ampia. E' pur vero che, a differenza dei soliti tributi che, come dicevamo, quasi mai brillano per coerenza degli accostamenti stilistici, questi due dischi scorrono invece in maniera fluida senza bruschi scarti di genere tra un brano e l'altro, ma se di psichedelia si tratta, siamo quasi sempre più dalle parti degli Spacemen 3 o di Jesus & Mary Chain, piuttosto che dei Jefferson Airplane o dei Grateful Dead.

 

Stoned (A Psych Tribute To The Rolling Stones)

 

maxresdefault (1)In un tripudio di riverberi i Lorelle & The Osolete danno il via a "Stoned! (A Psych Tribute To The Rolling Stones)" con una What A Shame piuttosto distante da quella che era sul secondo disco delle pietre rotolanti. Gli Shiny Darkly mostrano un po' più di muscoli in una Under My Thumb, che ci offre un'idea di quella che avrebbe potuto essere quel brano in mano... agli Stooges. Forse l'interpretazione del cantante tradisce infatti un'eccessiva somiglianza con lo stile di Iggy Pop, ma funziona. I partecipanti al tributo si cimentano soprattutto con brani dal reperotrio dei 60's, con sporadiche eccezioni risalenti al decennio successivo (Beast Of Burden è il ripescaggio più 'recente'). I Clinic, che già avevano partecipato, circa due anni fa, ad un analogo tributo dedicato dalla medesima etichetta ai Doors, si cimentano in una It's Only Rock'n'Roll molto distante dall'arrangiamento originale, dilatando l'atmosfera ed inserendo sprazzi di elettronica lo-fi. Coraggiosi. Scorrendo poi la scaletta troviamo i Sons Of Hippies - un po' debole la voce femmnile per una Gimme Shelter di cui abbiamo in  mente interpretazioni ben più grintose - e i più apprezzabili The Vacant Lots, che nascondono lalots She Smiled Sweetly che era su "Between The Buttons", ancora tra riverberi e batterie elettroniche, così come avrebbe potuto fare forse il Moon Duo. Entrambe le formazioni erano presenti anche nel disco natalizio dell'etichetta: "Psych Christmas". Gli spagnoli Celestial Buns reinterpretano Child Of The Moon (altro brano per così dire 'minore': la b-side di Jumpin Jack Flash) rifacendosi più agli Stone Roses che ai Rolling. La pericolosa cover di Satisfaction viene affidata ai Pink Velvet, che non si azzardano a modificare il più classico dei riff del rock, pur cercando (riuscendoci in parte) di offrire un'interpretazione personale del brano. Tra le cose migliori troviamo poi i Tulips, che non si peritano a prendere Wild Horses e portarla in un'atmosfera tra il dream-pop e lo shoegaze. Notevole, sempre però a patto che non si pretenda di confrontarla con l'immortale versione presente su "Sticky Fingers". La band più nota del lotto, gli Allah Las, è anche quella dalla quale ci si aspetterebbe la versione più calligrafica degli Stones, trattandosi sì di ragazzi giovani, ma innamoratissimi delle sonorità della seconda metà dei sixties. La loro è un po' un'occasione persa, essendosi limitati al breve strumentale che dà il titolo al disco.

 

The Magical Mystery Psych Out (A Tribute To The Beatles)

 

MagicalIl clima generale non cambia se passiamo al tributo ai Beatles. Anche qui troviamo impegnate formazioni (prevalentemente) americane, attive discograficamente al massimo da 4-5 anni, che abbiamo avuto modo di conoscere con i precedenti tributi pubblicati dall'etichetta, gravitanti tra l'indie-rock, il neo-shoegaze e il lo-fi. Per quanto con il repertorio di riferimento sia ancor più facile scottarsi, i ragazzi presenti in questo "The Magical Mystery Psych Out (A Tribute To The Beatles)" non sembrano avere troppi timori reverenziali. L'unica remora pare essere stata quella di tenersi alla larga dal disco psichedelico per eccellenza dei Beatles ("Sgt. Pepper"), andando per il resto a pescare quasi sempre nei dischi della seconda metà dei sessanta. Pur senza stravolgere la struttura del brano i tedeschi Electric Moon (nome ricorrente, anche questo, tra le varie uscite collettive della Cleopatra) aprono le danze con una Tomorrow Never Knows che se possibile, è forse ancor di più acida di quella che era su "Revolver". Gli inglesi Underground Youth si gettano in Come Together rallentandone il ritmo, mentre gli appena più noti The KVB, già presenti con Sympathy For The Devil nel tributo agli Stones, si permettono addirittura di maneggiare Taxman, offuscandone il riff: ne esce fuori qualcosa di intrigante! Ritroviamo poi The Vacant Lots, già alle prese con i Rolling Stones, che forse eccedono nell'accelerare l'esangue The+Blank+Tapesballata lennoniana Julia. Più rispettosi delle versioni originali i Blank Tapes, alle prese con The Word, o i Quilt che si dedicano diligentemente al rifacimento di Cry Baby Cry. Una dose di psichedelia in più viene invece iniettata nella versione di  Helter Skelter proposta dai giapponesi Kikagaku Moyo. Il coraggio non manca infine neppure alla Strangers Family Band, che dilata la Sun King che era sul secondo lato di "Abbey Road": poco più di un frammento di durata inferiore ai due minuti, in una ballata lo-fi sgangherata e acida. Pur senza volare troppo alto e senza che si debba mai gridare al miracolo (ma davvero potevamo aspettarcelo?), questi viaggi 'alternativi' tra due dei songbook più classici che si possa immaginare, si rivelano quindi più che gradevoli e ci permettono di imbatterci in qualche nome nuovo che potremmo tenere d'occhio, per il futuro.

Filippo Tagliaferri

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