Canned Heat Seconda Parte, 1971-2000: “Una Storia Infinita”
I N T R O
Nella prima parte di questo Profilo, pubblicata in Distorsioni Blog nell’Aprile 2011 (la trovate linkata alla fine di questo Profilo), Pasquale ‘Wally’ Boffoli con la collaborazione di Rebecca Davis Winters (biografa ufficiale dei Canned Heat), ha tracciato, con grande precisione e professionalità, la parabola iniziale del percorso storico musicale dei Canned Heat, quella del periodo più creativo, di maggiore successo per vendite discografiche e popolarità planetaria. Anche tramite una accurata analisi dei loro primi sette lp, quelli che hanno contribuito a fare la storia del rock blues psichedelico degli anni ‘60. I Canned Heat furono una della band fondamentali del blues rock bianco americano, sino dal 1965, anno della loro fondazione. La nostra intenzione in questo Profilo è riprendere quel percorso da dove è stato lasciato, per compiere tutto l’arco dei 50 anni dell’attività musicale della band, sino ad oggi, perché i CH sebbene attraverso un accidentato percorso disseminato da ogni genere di difficoltà e tragedie, ancora oggi nel 2016 sono attivi, sia dal punto di vista discografico che con un intensa attività live, che li porta ancora in tour un po’ in tutto il mondo, anche in questo imbarazzante e un po’ tristo XXI secolo ultratecnologico.
DOPO LA SCOMPARSA DI ALAN WILSON (BLIND OWL)
La morte di Alan Wilson (nella foto a destra) nel settembre del 1970 fu un momento decisivo per la band, i CH persero il loro elemento più creativo, autore e arrangiatore di quelle hits che hanno dato loro fama mondiale e musicista tecnicamente superiore, capace di caratterizzare il loro mood con il suo sublime blues harp sound, la sua voce particolarissima, la chitarra slide suonata come pochi bianchi hanno saputo fare in quegli anni e la sua profonda conoscenza filologica del blues. Dopo l’uscita di "Hooker N’ Heat", magnifico doppio vinile registrato con il grandissimo bluesman John Lee Hooker, (Liberty /UA 1971) e ultima registrazione con Alan Wilson, la band attraversò un periodo difficile. Harvey Mandel e Larry Taylor, in tempi diversi, lasciarono la band, andando a suonare con John Mayall, furono sostituiti dal redivivo Henry Vestine, a suo tempo cacciato dal gruppo per eccessi stupefacenti, dal bassista messicano Antonio De La Barreda, amico di Fito Della Parra, già presente in Hooker N’ Heat e nel difficile ruolo che fu di AW, dal chitarrista/vocalist Joel Scott Hill, proveniente dai Flying Burrito Brothers, ovviamente il ruolo di leader si rinsaldò nelle mani di Bob Hite (The Bear), possente cantante, vulcanico frontmen, buon armonicista e grande conoscitore del blues sino dalle sue origini più lontane. Nel 1972 pubblicarono il primo lavoro con la nuova formazione: "Historical Figures & Ancient Heads" (UA 1972), un buon lavoro che abbracciò tematiche rock blues più classiche, perdendo però quell’afflato tra lo psichedelico e il Delta blues, patrimonio tipico dell’intelligenza musicale di Alan Wilson. Nel disco covers di Jimmy Rogers, That’s All Right, Jud Baker, Long Way From L.A. Robert Landers, Cherooke Dance, sino al cameo di Little Richard, Rockin With The King, scatenato r n’ r scritto a quattro mani dal vecchio rocker con il manager dei CH, Skip Taylor, alla finale Utah, lungo brano ipnotico e distorto con la chitarra di Vestine protagonista. Un buon disco di boogie e rock n’ roll, che ottenne un discreto seguito, garantendo comunque ai CH di mantenere la loro popolarità e di andare in tour molto di frequente, con una intensa attività live, che confermò il loro indubbio valore nella dimensione del concerto. Soprattutto in Europa in paesi come l’Olanda,la Svezia, la Finlandia e la Germania Ovest ebbero sempre grande seguito di pubblico. L’anno seguente uscì "The New Age" (UA 1973), dove si ebbe un altro cambio di formazione, con James Shane alla chitarra e Ed Beyer alle tastiere, una novità per i CH, al basso Richard Hite, il fratello più giovane di The Bear. Registrato al Record Plant di Los Angeles, prodotto da Skip Taylor, fu un lavoro piuttosto mediocre, pochi i brani validi, la bella versione di Framed di Leiber & Stoller, il buon Election Blues, la ballad Lookin For a Rainbow con la cantante Clara Ward e soprattutto Harley Davidson Blues, brano rock leggerino che ebbe un certo successo come singolo e per passaggi radiofonici, un hit minore che rilanciò i CH nelle charts.
ATLANTIC & MUSCLE SHOALS
Sempre nel 73 i nostri firmarono un contratto con la major Atlantic e registrarono un nuovo disco presso i prestigiosi studi Muscle Shoals in Alabama. Il disco ebbe la produzione di Barry Beckett e Roger Hawkins, numi tutelari di Muscle Shoals e i CH furono coadiuvati dalla horn section degli studios. Il loro sound vide un cambiamento di rotta verso il soul con una certa influenza southern, il disco fu intitolato "One More River To Cross" (Atlantic 1973), riascoltato oggi si fa apprezzare, con le sue atmosfere rilassate e con i fiati a contrappuntare la voce di Bob Hite e le chitarre di Shane e Vestine. One More River To Cross, I Need Someone, blues ballad con The Bear autore e protagonista, I’m A Hog For You Baby, Shake Rattle And Roll, ci portano in atmosfere anni 50, la finale We Remember Fats (Fats Domino medley), con il piano di Beyer e la sezione fiati sugli scudi, fa battere il piede. Un buon disco a cui forse mancò quel quid per farne un lavoro da ricordare, soprattutto a livello compositivo, fu un po’ un occasione persa. Nel 74 durante un tour europeo registrarono a Parigi "Memphis Heat" (Barclay 1974), con il pianista Memphis Slim, con i Canned Heat come band di supporto al celebre bluesman, qui nelle vesti di totale protagonista, un buon disco di blues dove i CH si limitarono al ruolo di accompagnatori, produzione di Bob Hite, lead vocalist in un solo brano. Nel medesimo periodo registrarono anche Gates On’ Heat (Barclay 1974) con Clarence “Gatemouth” Brown e un ruolo simile a quello del disco con Memphis Slim , ma con un risultato decisamente più scadente.
"THE BEAR" MUORE…: FINISCE UN'EPOCA
Seguì un periodo piuttosto buio, i gusti musicali erano cambiati, arrivò il punk e la disco music fece sfracelli e per i CH gli spazi anche a livello di possibilità discografiche si fecero molto stretti e i nostri sopravvissero come live band con un pubblico di fedelissimi. Il 5 settembre dell’81, I CH suonarono al Palomino Club di L.A. North Hollywood, Bob Hite intossicato dall’alcool e da anni dipendente dalle droghe, pensò erroneamente che una dose di polvere regalatagli da un fan fosse cocaina, una volta inalata si rivelò essere eroina, la dose fu letale e The Bear crollò con tutto il suo peso a terra, trasportato dai roadies in casa di amici, morì dopo alcuni minuti. Una tragica fatalità che ci privò di una delle più belle voci del blues bianco e di un personaggio che definì un epoca, di sballi, di eccessi, di slow blues da brivido e di boogie infiniti (celebre l’episodio in cui The Bear si presentò ad un concerto allo Shrine Auditorium di NY cavalcando un elefante dipinto di rosa). Sembrò che le condizioni per continuare non ci fossero più, ma la leadership della band fu presa da Fito De La Parra, il batterista messicano e la favola dei CH continuò anche negli anni 80. Da qui in poi la vicenda dei CH e delle varie formazioni che suonarono in quegli anni, si fa un po’ complicata. Tra la fine degli anni 70 e la scomparsa di The Bear furono pubblicati altri dischi, "Human Condition" (Takoma 1979), con i nuovi Mike Halby (Chitarra e armonica) e Ernie Rodriguez (basso), un discreto disco di boogie nobilitato dalla presenza dei Chambers Brothers e dal remake della inedita, omonima song composta da Alan Wilson nel 1970; poi "Kings Of The Boogie" (Destiny Records 1981), con il solo De La Parra dei vecchi CH e Bob Hite lead vocal in alcuni brani registrati prima della sua scomparsa, un disco francamente mediocre. Fu pubblicato anche un lp intitolato "In Memory Of Bob Hite 1943/1981, Don’t Forget To Boogie" (RCA Mexico 81), un disco, pare curato e prodotto da Tony De La Barreda, molto poco noto. In questo periodo nel tourbillon di musicisti va segnalata la formazione che partecipò ai concerti per i 10 anni di Woodstock nel 1979, tenuti a New York, con il ritorno di Larry Taylor, il pianista cieco Jay Spell e il formidabile chitarrista Mike Mann aka Hollywood Fats, nel 95 fu pubblicato un cd per la serie King Bisquit Flower Hour, cronaca di quei concerti, veramente notevole con i CH in forma smagliante e grintosi come pochi, uno dei migliori live album dei CH, potente e ben suonato, ironicamente i tre pesi massimi, Bob Hite, Hollywood Fats e Jay Spell, si facevano chiamare anche The Burgers Brothers, parodiando il successo del film Blues Brothers che fece da volano per un rilancio del blues e della black music a livello di pubblico di massa.. In quel periodo fine 70 si avvicendarono anche i chitarristi Chris Morgan e Mark Skier, il pianista Gene Taylor poi con i Blasters, per un breve periodo Stan Webb chitarrista inglese leader dei Chicken Shack, il grande pianista di New Orleans Ronnie Barron, collaboratore di Dr.John e anch’esso scomparso nel 1997 e altri di cui si è perso il ricordo.
SOPRAVVIVERE NELL’EPOCA DEI NEW ROMANTICS E DELLA DANCE
Le mode erano drasticamente cambiate, spopolavano fighettoni truccati con le facce dipinte di bianco, elettronica, dance e metallari gorgheggianti, per i CH brutti, sporchi e cattivi, con il loro boogie n’ blues senza compromessi la vita professionale si fece sempre più difficile. Nel’81 fu pubblicato un altro ottimo live album: "Hooker N’ Heat Live at Fox Venice Theatre" (Rhino 1981), registrato nel 1978 in casa dei CH (Venice Beach) con John Lee Hooker e The Bear alle voci, un disco potente con il classico Boogie ipnotico a concludere il disco; a base di classici di The Hook come It Serve You Right To Suffer, medley Going Up The Country/Let’s Work Togheter, House Of Blue Lights, It Hurst Me Too; Tease Me Baby ecc….gran disco. Poi Un altro live: Boogie Up The Country (Inacoustik 1987) registrato live in Germania, a Kassell, con il chitarrista/armonicista James T. Thornbury, Rehated (Friday Records), album in studio con De La Parra, Taylor e I chitarristi Junior Watson e James Thornbury, pubblicato solo in Germania, che diede segnali di risveglio a livello compositivo e poi "Burnin" (Friday Rec.) un buon live australiano semi acustico con la stessa formazione, molto swingato e raffinato, con Larry Taylor al contrabbasso, un buon sound atipico e nuovo per I CH. Nell’82 lavorarono ad un video titolato The Assault Boogie girato con gli Hell’s Angels California, questo titolo fu ripreso per un live album registrato in Australia, paese devoto ai CH (con Rick Kellog nel ruolo che fu di The Bear e i chitarristi Mike Halby e Walter Trout, che in seguito suonerà con John Mayall Band e sarà protagonista di una interessante carriera solista): "The Boogie Assault" noto anche come "Live From Oz" e "Live From Australia" fu la conferma della bontà live della band, con un suono durissimo e selvaggio che fece proseliti tra le bande di bikers e il pubblico australiano. Con Fito De La Parra come catalizzatore, i periodici come back di Harvey Mandel, Henry Vestine e Larry Taylor (che nel frattempo suonò in molti lavori di John Mayall e di Tom Waits) la favola CH andò avanti ancora nel decennio successivo.
ANNI '90 E 2000
Gli anni '90 si aprirono con la solita, cronica instabilità della line-up della band, novità fu il tour in Francia, Germania e Isole Hawaii con la chitarrista e vocalist Becky Bercksdale, che sostituì il redivivo Harvey Mandel che suonò a sua volta in vari tours americani, portando con se il bassista Ron Shumake. Nel '94 un nuovo album in studio: "Internal Combustion" (River Road Records), a cui parteciparono Mandel, Vestine; Tornbury e altri, un cd a base di cover decisamente deludente. Due anni dopo nuovo lavoro in studio: "Canned Heat Blues Band" (RUF Records 1996) con un nuovo frontman, Robert Lucas, grande voce bluesy, ottimo armonicista e chitarrista slide, presenti anche Taylor, Vestine alla sua ultima apparizione in studio e Junior Watson. Un buon lavoro con il brano Stranger, potente rock blues ad aprire il cd in modo convincente, la riproposizione di classici anni 60 come Boogie Music, One KInd Favor e Going Up The Country e Keep It Yourself di Sonny Boy Williamson II, Lucas dette nuovo brio compositivo alla band, il miglior studio album dei CH dai tempi di Historical Figures e One More River…..Nel 1997 purtroppo la tragedia fu ancora in agguato, Henry Vestine reduce dall’ennesimo tour con i CH, con un fisico prostrato da una vita al limite, venne colto da infarto a Parigi, ultima data del tour, la sua una vita borderline caratterizzata da pluriennali eccessi tossici, ne ha fatto sempre il più sballato della band, Sunflower il suo nickname, quando saliva sul palco da giovane alto, magrissimo e biondissimo sembrava un girasole, Vestine è nella TOP 200 dei migliori chitarristi rock di Rolling Stone, il suo uno stile sofferto e molto distorto, super acido, figlio legittimo degli anni 60 e dell’LSD.
Con i CH sempre molto popolari in Europa e Australia, iniziò la pubblicazione di numeroso materiale inedito live e in studio, registrazioni dagli anni 60 ai 90, Il doppio cd "Uncanned" (EMI 94) ottima raccolta zeppa di brani live e outtakes tra cui l'inedita versione originale di The Human Condition, lunare pseudo boogie con Alan Wilson lead vocal e brani proposti per la prima volta e di altissima qualità come The Hunter, Fannie Mae, Terraplane Blues e una eccitante versione alternata di On The Road Again, a seguire i tre doppi cd della serie: "The Boogie House Tapes vol.1/2/3 " (RUF Records) con materiale inedito raccolto negli anni dal dj belga Walter De Paduwa aka Dr.Boogie e frutto della collaborazione tra lui e Fito De La Parra, tra le tante chicche spiccano le rare registrazioni home made di un Alan Wilson ricoverato in ospedale dopo un tentativo di suicidio, country blues acustico, solitario, scheletrico e disperato; ancora il doppio cd live: Under The Dutch Sky, cronaca dei concerti olandesi periodo 70/74 e Live At Turku Rock Festival 71, con i CH protagonisti del Ruisrock festival sull’isola finlandese di Turku, con Pink Fairies, Kinks e Fairport Convention, con Joe Scott Hill in formazione e un sound decisamente greve e una qualità di registrazione piuttosto scarsa. Poi Montreux 73 con la formazione Hite/Vestine/ Beyer/Shane/Richard Hite/De La Parra, cd e dvd, ottima la qualità della musica proposta (molto meglio che su un disco come The New Age) con un micidiale set con Clarence “Gatemouth” Brown, scatenato al violino, alla chitarra e all’armonica.
Arrivati alle soglie del XXI secolo i CH registrarono: "Boogie 2000" (RUF Rec. 1999), con De La Parra e Taylor, Robert Lucas e il bassista Greg Kage, guest alla chitarra Javier Batiz, musicista messicano noto per essere stato il maestro di chitarra di Carlos Santana. Anche in questo caso il risultato non fu molto positivo….anzi. Nel 1997 Fito dette alle stampe l'lp inedito "The Ties That Bind", registrato nel 74 per l'Atlantic ma mai pubblicato, interessante, con due songs inedite di Alan Wison: Get Off My Back e Somethings Gotta Go. Nel 2000 Lucas lasciò i CH sostituito da Dallas Hodge cantante e chitarrista negli anni 60 con i Catfish, band blues psichedelica con all’attivo un paio di interessanti lp. Nel 2003: "Friends In The Can" (RUF Rec. 2003), un album ancora con Dallas Hodge, l’armonicista Stanley Bahrens, Robert Lucas e molti ospiti: Roy Rogers, Walter Trout, Taj Mahal, Mike Finnigan, Corey Stevens e un brano inedito con John Lee Hooker, registrato anni prima. Un buon lavoro, apprezzabile. Nel 2007 "Christmas Album" (Fuel 2000), album natalizio con il nuovo chitarrista Barry Levinson, brani vecchi, Christmas Blues con un fantastico Bob Hite alla voce e nuovi, Christmas Boogie di Levinson, ospiti di lusso Eric Clapton e John Popper armonicista dei Blues Traveler. Poi un'altra disgrazia, Robert Lucas muore nel 2008 a Long Beach, apparentemente per overdose di eroina, una lugubre tradizione che ha accompagnato i CH sino ai nostri giorni. Nel 2001 era scomparso a soli 50 anni anche il bassista Richard Hite ucciso dal cancro. Nel 2015 i CH festeggiano i 50 anni di attività, con i sopravvissuti De La Parra, Taylor e Mandel con John Paulus alla solista e il nuovo frontmen, il texano Dale Spalding e il doppio cd live "Songs From The Road", registrato nella amata Germania a Bonn, all’Harmonie Club nel marzo 2015. I CH e la loro passione confermano che la classe non è acqua e l’amore per il blues e il boogie non hanno età. Harvey Mandel non c’era perché sta
combattendo la sua battaglia contro il cancro.
In questa foto, di Amy Taylor, scattata nel marzo del 2016, compaiono, da sinistra a destra:
John "JP" Paulus, Adolfo "Fito" de la Parra, Larry "The Mole" Taylor e Dale "Kingfish" Spalding.
UN RICORDO PERSONALE DEI CANNED HEAT
Li ho ascoltati per la prima volta nell’estate del 1970, avevo 14 anni, su una cassetta regalatami da un mio cugino, il brano era On The Road Again..ovviamente…. e quell’armonica e quel ritmo magico causò un colpo di fulmine istantaneo tra me e la band, destinato a durare per molto tempo. Solo pochi mesi prima, nel febbraio 1970 i CH avevano suonato a Milano, con la formazione storica nel concerto gratuito al Cinema Nazionale (oggi Teatro), non li conoscevo ancora ed ero troppo giovane e pensare che quel cinema è a soli 500 metri da casa mia. Poi la prima volta che li vidi live fu nel 1999 (erano già stati in Italia dopo il '70, anche a Pistoia Blues Festival) con Robert Lucas e John Paulus alle chitarre, De La Parra e Greg Kage al basso, c’era con loro anche il messicano Javier Batiz, con un incredibile completo di lamè verde smeraldo, pantaloni a zampa anni 70, capelli afro e una Stratocaster psichedelica multicolore, tamarrissimo e simpaticissimo.
Poi un concerto mancato a Scandiano (RE) discoteca Corallo, sospeso per neve…i CH da buoni professionisti arrivarono lo stesso, mangiai vicino al loro tavolo, c’era Dallas Hodge alla chitarra e alla voce. Concerto replicato nello stesso posto un paio di anni dopo, con un formidabile Robert Lucas come frontmen. Poi ancora a Milano al celebre Blue Note, con Barry Levinson e senza Fito sostituito chissà perché da un biondo batterista tedesco…..L’ultima volta in Svizzera, Magic Blues Festival qui con Fito c’erano anche Harvey Mandel, Larry Taylor e Dale Spalding, opener Tolo Marton, gran concerto con jam finale con il chitarrista veneto.
Canned Heat, 1973, ad Amsterdam.
Da sinistra a destra: in piedi, James Shane, Henry Vestine, Ed Beyer, Richard Hite; seduti Bob Hite, Adolfo Fito de la Parra.
SUPPLEMENTO DISCOGRAFIA
Oltre ai dischi/cd già citati altro materiale dei CH e' uscito in questi anni, molti cd live: Live Heat 86 Reno Nevada (con Ronnie Barron al piano, consigliato) --- llinois Blues 1973 --- Stockholm 1973 --- Live At Topanga Corrall --- Live At Kaleydoscope 69.. (pubblicato nel 1971) --- Then And Now, 40 years of Boogie, Carnegie Hall 1971 feat. J.Lee Hooker (registrazione di cattiva qualità) --- Live Heat 1972 (2CD Relayer Rec. 2013), prodotto da Fito De La Parra e rimasterizzato da Joey Ragoso --- Instrumental 67/96 (RUF 2006), raccolta di brani solo strumentali, francamente un po’ inutile.
Da ricordare anche: "Guitar Gangster" (foto qui su a destra), lp solista di Henry Vestine con l'ex Mother of Invention, Jimmy Carl Black (USA 1991), "The Vipers" feat.Henry Vestine (USA 1993), "I Need To Be Mad" feat. Heat Brothers, lp di Vestine registrato in Nuova Zelanda dopo il tour australe dei CH del 1981. Nel 2013 esce il doppio cd: "Alan Wilson The Blind Owl" (Maryland's Severn Records), raccolta dei principali brani composti da AW nella sua breve carriera, un omaggio dovuto ad un musicista geniale quanto sottovalutato.
Un disco solista anche per Joel Scott Hill, "L.A. Getaway"(ATCO 1971), con Johnny Barbata, Chris Ethridge, Dr.John e Clarence White, lavoro tra blues e country rock di ottima qualità. Da ricordare la partecipazione di De La Parra, Taylor e Vestine insieme a molte star del rock, alla registrazione di "The Healer", disco dell’89 di J.L. Hooker, che ebbe un notevole successo. Nel 2008 il cd: "Dr.Boogie Presents From The Vault Bob Hite Rarities", compilation di brani rari tratti dalla enorme raccolta di race records e dischi blues anni '50, appartenuta a The Bear.
Doveroso segnalare anche i lavori solisti di Robert Lucas (a nostro parere il miglior frontman dei CH dopo Bob Hite): Luke And The Locomotives, Built For Comfort, Usin Man Blues, Layaway, Completely Blue (Audioquest). Poi c'è la discografia di Harvey Mandel, molto corposa, di cui vale la pena ricordare almeno il primissimo bel lavoro "Baby Batter" (1971, Janus Records), dall'impronta -oltre che rock blues- anche jazz e funk; "Get Off In Chicago" (1971, Ovation Records) e "The Snake" (1972, Janus Records).
Ciao, Guido.
Ho letto con grande interesse la tua lunga rievogazione dei CH.
Sono innamorato dei CH fin dai loro primissimi lavori.
Ho molti dei lori dischi(cd, ma tanti anni fa anche in vinile)
alcune loro “canzoni” fanno parte del mio vissuto quotidiano, mia moglie li adora quanto me e i miei figli musicisti li hanno sempre nei loro concerti.
ma il mio ricordo particolare è legato al mio arrivo a Rotterdam – giugno 1970 – a quel rock festival immortalato in video dal raro film Sta/omping Gruoud (ora più facilmente disponibile sulla rete).
Ho un ricordo ormai “confuso” di quelle giornate, ma è rimasto indelebile il mio ingresso nel circuito del festival quando vidi per primi proprio i Canned Heat con la massiccia figura di “The Bear” che giganteggiava sul palco. non ancora diciottenne e “sbarazzino” hippie barese mi scescero le lacrime dagli occhi.
poi i restanti tre giorni furono per me proprio quelli che fecero si che il festival olandese venisse chiamato la woodstock europea.
non sto a ricordarti tutti quelli che si esibirono, santana e jefferson (+ hot tuna) Pink floyd e soft machine, resaissance, e Dr. john (the nightripper), Birds e i family di roger chapman e altri ancora (non li elenco tutti perché sto scrivendo frettolosamente devo andar in stazione a accogliere mia moglie di ritorna da roma.
grazie guido per avermi dato occasione di memoria, commozione e amore per i mei meravigliosi anni 60/70
and don’t forget to boogie
boogie
boogie!
grazie a te Francesco per le tue parole appassionate e sincere! Ti consiglio di leggere anche la mia Prima Parte, 1967-1970 del Profilo linkata alla fine di questo articolo. Sono anch’io barese e abito a Bari. Ci conosciamo? Non è che sei ‘Cavallo Pazzo’? Un abbraccio
p.w.boffoli
dir.edit.art.distorsioni