Pugwash I Beatles d’Irlanda
Gli irlandesi Pugwash sono un gruppo nato nel 1992, ispirato ai Beatles, ai Kinks, agli XTC e, più in generale, alla grande tradizione di songwriters britannici degli Anni '60 e '70. Con all'attivo sei album in studio, uno live e ben tre compilation, in quasi 25 anni di carriera costellata di piccoli capolavori pop, si sono conquistati un'autorevole quanto vasta reputazione di compositori e performers, e ricevuto attestazioni di stima da alcuni tra i più grandi nomi della musica a livello mondiale. I Pugwash hanno raggiunto subito la notorietà nel circuito indipendente, pur non essendo mai riusciti a ritagliarsi un posto al sole nello star system. Un loro pezzo, forse non tra i migliori, Anyone Who Asks -tratto dal secondo album in studio della band, "Almanac" del 2002- è stato scelto da Hollywood per la colonna sonora del film del 2008 "Pride and Glory" ("Il prezzo dell'onore", in Italia), con star del calibro di Jon Voight, Colin Farrell e Edward Norton.
Il loro quinto lavoro in studio, "The Olympus Sound", ha ricevuto la nomination di miglior album dell'anno in Irlanda. Inoltre, l'indubbio talento compositivo del gruppo ha procurato ai Pugwash collaborazioni importanti, come quella con Andy Partridge degli XTC (ha definito i Pugwash una delle migliori bands degli ultimi 30 anni), che è stato per breve tempo anche loro produttore e quella con Nelson Bragg, già noto per il sodalizio con Brian Wilson nel celebre album "Smile". La loro reputazione, purtroppo non adeguatamente controbilanciata dalla notorietà presso il grande pubblico, è talmente solida che ad oggi è raro che il nome dei Pugwash non venga citato tra le influenze di un artista pop emergente.
L'anima ed il motore della band è senza dubbio il musicista dublinese Thomas Walsh (foto a sinistra), cantante ed autore di gran parte delle canzoni, cui si affiancano il chitarrista Tosh Flood e, da qualche anno, anche il bassista Shaun McGee ed il batterista Joey Fitzgerald. L'iconica figura del barbuto e corpulento songwriter dublinese è diventata negli anni una costante di qualsiasi festival indie rock che si rispetti su entrambe le sponde dell'Atlantico.
Thomas Walsh, attivissimo su più fronti musicali, ha persino trovato il tempo di fondare insieme al leader dei Divine Comedy Neil Hannon una "band collaterale", i Duckworth Lewis Method, per cui ha scritto due album nei quali gli attori inglesi Stephen Fry e Daniel Radcliffe offrono le loro performance recitative. Tuttavia, l'instancabile ricerca di nuovi stimoli di Walsh non poteva che avere un impatto negativo sull'attività della band, come la discografia facilmente rivela: un album in studio ogni tre o quattro anni non è una media adeguata se si aspira a farsi un nome presso il grande pubblico; anche se, ad onor del vero, tutti i loro lavori racchiudono brani per cui è valsa l'attesa. Se ne suggeriscono qui di seguito alcuni, in una playlist-discografia ragionata.
La Discografia
Il primo album, "Almond Tea (As Served By The Pugwash)" del 1999, un disco introvabile, se non a prezzi da collezionista, contiene la splendida ballad Finer Things In Life, sia pure in una versione che la stessa band subito rinnegherà, definendola "manieristica" e sostituendola con un arrangiamento più sobrio ed adeguato alla qualità della composizione. Altre gemme dal sapore beatlesiano sono Shine On Norvell Jefferson, la successiva Two Wrongs ed il brano di chiusura, Nonsense. Ma a colpire è il livello generale di qualità dell'album, in cui nessuna canzone appare scontata, al punto che ci si ritrova facilmente ad ascoltare il disco per intero. "Almanac", il secondo album pubblicato nel 2002, contiene Apples, una bella composizione dalle sonorità vicine ai Kinks, la particolarissima gemma introspettiva The Season Of Flowers & Leaves, la maccartiana Weaker Man e la buona Fix Me For Today, oltre alla sopracitata Anyone Who Asks che, paradossalmente, rappresenta una delle cose meno interessanti in un lavoro altrimenti di ottimo livello. L'album "Jollity", uscito nel 2005, si apre con la piacevolissima ballad rétro It's Nice To Be Nice, seguita dall'ottimo brano psichedelico Black Dog, e da un'altra eccellente ballad, stavolta dal sapore folk celtico, intitolata A Rose In A Garden Of Weeds. Un altro pezzo, I want You Back In My Life (For Mam), vede la collaborazione di quell'autentico genio pop che è Dave Gregory degli XTC per l'arrangiamento della sezione archi, talmente bello da valere da solo l'ascolto del brano, già di per sé molto ben scritto ed interpretato.
Il successivo lavoro in studio, dal titolo "Eleven Modern Antiquities", viene pubblicato nel 2008. Il pezzo di apertura, Take Me Away, come anche la canzone At The Sea, ricordano un po' le cose scritte da Andy Partridge nel periodo "Nonsuch". Queste e Your Friend sono le composizioni più interessanti di un disco sicuramente di buon livello, anche se non tra i loro migliori. Il quinto album, "The Olympus Sound" del 2011, merita un discorso a parte. Si è già detto della nomination a miglior disco dell'anno in Irlanda. La cosa è sì dovuta alla presenza di brani pregevoli, ma soprattutto al livello altissimo di un album che non conosce praticamente cadute qualitative. Da citare la stupenda To The Warmth Of You, l'ottima Be My Friend Awhile, le solite grandi ballad rétro come See You Mine o I Don't Like But I Gotta Do It e le belle Here We Go 'Round Again e Such Beauty Thrown Away. L'ultimo album in studio, pubblicato nel 2015, a quattro anni di distanza dal precedente, si intitola "Play This Intimately (As If Among Friends)". Probabilmente non il miglior disco dei Pugwash, se si eccettua la presenza di un brano davvero stupendo come Hung Myself Out To Dry e altre tre canzoni di pregio: la psichedelica We Are Everywhere e le due rétro The Fool I Had Become e Lucky In Every Way. E’ stato annunciato infine un "Live In Dublin", emanazione del tour europeo 2016 che si concluderà a fine agosto, prima che la band voli negli Stati Uniti per altri concerti. Lo attendiamo fiduciosi.
Oh! Finalmente un bel resoconto dei Pugwash in italiano!! Non se ne trovano molti. Seguo il gruppo dai tempi di Eleven Modern Antiquities e sono assolutamente un loro super super fan, tanto da aver trovato piano piano tutti gli album precedenti difficilissimi da reperire (Almond Tea è stato appena ristampato su vinile dalla Omnivore Records e presto seguirà anche Almanac).
Concordo alla grande con Andy Partridge che li considera la miglior band degli ultimi 30 anni. E concordo col fatto che dovrebbero essere SUPER-MEGA famosi. Ma tantè forse oggi fare grandi capolavori pop non “sfama” più come una volta…
Comunque se si è cresciuti ascoltando i grandi maestri del pop come Beatles, Kinks, Beach Boys, Small Faces, ELO, XTC (e un sacco di altre formidabili, storiche e meno blasonate bands) penso sia naturale innamorarsi della band di Thomas Walsh.
completamente d’accordo con te! (p.w.b., dir.edit-art distorsioni webmagazine)
Ciao krysalis, sono l’autore del pezzo e volevo ringraziarti per il tuo commento. Qui a Distorsioni siamo tutti –proprio come te– consapevoli di quanto limitata sia la disponibilità di contenuti in lingua italiana, sia di sintesi che di approfondimento, e facciamo il possibile per rimediare. Con il nostro lavoro ci auguriamo di soddisfare sempre le tue aspettative. Di nuovo grazie e ciao.