Lindsay Kemp Un dandy in plié
1938 - 2018
Lindsay Kemp, mimo-ballerino, attore-regista, coreografo-performer inglese, nato il 3 maggio 1938 a Irby, nel Cheshire, si è spento nella notte del 25 Agosto a Livorno, la città in cui viveva ormai da diversi anni e per cui nutriva grande affetto (“Perché a Livorno mi sento a casa, e sento tanto amore in giro, qui sono felice, mi sento a mio agio, vado al mare, al porto, al mercato. Sono molto contento di aver trovato qui un rifugio. Cos’è che fa la differenza? La gente, i livornesi. Qui mi sento amato”).
Il ricordo
Era l'estate del 1980 e a Pisa era in pieno svolgimento il Festival Jazz che dal 1976 al 1982 ha portato in questa città i più bei nomi del jazz e dell'avanguardia europea e statunitense. La sensazione del bacio sulle labbra di Lindsay, sceso dal palco alla fine di “Flowers”, lo spettacolo nato nel 1968 e ispirato a “Nostra signora dei fiori” di Jean Genet, è difficile da dimenticare; gli insulti verso la compagnia, i cui interpreti si mostravano per la maggior parte completamente nudi, dalla strada arrivavano sugli spalti del Giardino Scotto. Da sempre appassionati di musica, non potevamo rimanere insensibili al gran finale pinkfloydiano con Saucerful of Secrets nella versione di “Ummagumma“ ‘ in repeat’ mentre gli attori non smettevano di ringraziare in un avanti e indietro da brividi.
La danza di Lindsay e gli spettacoli piu famosi
“Kemp, come la danza, non racconta cose, vicende, fatti. Racconta quello che non si può raccontare con le parole: la metafora di cose, vicende, fatti. Racconta l'ineffabile”: con queste parole Vittoria Ottolenghi nella presentazione dell’opera “Nijinski j il matto” del 1983, chiarisce lo stile di Kemp. Infatti pur avendo avuto come principale maestro e ispiratore iniziale il grande mimo Marcel Marceau, Kemp prende lentamente le distanze dai modi didascalici e bozzettistici propri della mimica del francese. Con il tipico viso infarinato a cui ci ha abituato negli anni, si avvicina invece sempre di piu al butoh giapponese e in particolare a uno dei suoi fondatori, l'incredibile Kazuo Ohno. Il caratteristico movimento rallentato, la morbidezza dei gesti, i travestimenti femminili e il corpo infarinato sono tutti elementi distintivi di questa danza nata negli anni ‘50, ma arrivata in Europa all'inizio degli ‘80.
Senza dimenticare gli inizi di Kemp, partito dal balletto classico e la danza contemporanea per poi approdare al teatro, teatro-danza, cabaret, musical, mimo, tutti questi elementi vanno a fondersi insieme al già citato butoh, rivisitato secondo il suo stile, e danno vita al suo teatro-danza ibrido, contaminato e decadente. Nel 1964 fonda la Lindsay Kemp Company. Nel 1968 realizza “Flowers” (nella foto) considerato unanimemente il suo capolavoro, in seguito verranno “Salomè” (1972) da Oscar Wilde, “Mr. Punch's Pantomime” (1976), “Sogno di una notte di mezza Estate” (1979) da W.Shakespeare, “Duende” (1980) da F.Garcia Lorca, “Nijinskij il matto” (1983), ispirato al diario del celebre danzatore, “The big parade” (1984), e altri ancora fino almeno agli anni ‘90. Per approfondire vita e opere dell’artista si consiglia la lettura della biografia “Lindsay Kemp”, di David Haughton (1982).
Lindsay Kemp e il rock
Negli annali degli appassionati di rock resta celebre la messa in scena dei concerti “The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars” del suo allievo David Bowie, pietra miliare nel genere dell’opera rock, in cui Bowie cantava accompagnato da mimi e dallo stesso Kemp, che di lui ha detto: “E' difficile in poche parole. Sono stato molto innamorato, lo sono ancora e sto ancora soffrendo per la perdita. Indubbiamente un altro genio, intelligente, multiforme. Gli ho insegnato molto, gli ho fatto vedere come fare”. Sua allieva è stata Kate Bush (“Si muove troppo”): con lei ha realizzato un video per l’album “The Red Shoes”. Anche Peter Gabriel (“Genius”) ha preso ispirazione dal maestro per i suoi travestimenti nei primi ’70 con i Genesis. Infine Kemp su Mick Jagger: “Sexy man, I love him, non ho altre parole”.
Due epitaffi
“Chi non danza, ignora quel che accade”
(Cristo in un inno gnostico del II secolo)
“Danzare è molto più dilettevole che lavorare, io danzo.”
(Lindsay Kemp)
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