Daevid Allen L’epopea senza fine
Melbourne, 13 gennaio 1938 - Byron Bay, 13 marzo 2015
Nel 2014, a giugno, Daevid Allen aveva subito un intervento per rimuovere una ciste dal collo poi rivelatasi, purtroppo, cancerogena. Da quel momento tutta la sua energia positiva e la sua determinazione si erano dirottate nella lotta caparbia a questa terribile malattia. Ne era uscito vincente e rinvigorito, rafforzato e arricchito in saggezza e carisma, tanto è vero che solo una manciata di settimane prima di Natale dello stesso 2014 era riuscito a sfornare il suo ultimo, commovente regalo ("I See You") per tutti i suoi affezionati fans e per rendere davvero indelebili nella storia, le coordinate di space rock e psichedelia free form inaugurate dalla sua creatura più rappresentativa: i Gong.
Un capitolo finale che rendeva davvero incise col fuoco le sue volontà, la sua estetica creativa, il suo eclettismo ineffabile. A dispetto delle vicissitudini vissute dal gruppo, dei periodi che ne avevano sancito l'allontanamento e la deriva verso formalismi e autoindulgenze che certo non gli appartenevano e certo non potevano caratterizzare qualcosa di così profondamente suo. A febbraio 2015 però era stata diffusa su tutte le principali testate d'informazione la terribile notizia di una recidiva del cancro, ormai arrivato ad intaccare i polmoni. Un verdetto impietoso che aveva decretato la sua resa rassegnata e dignitosa al volere del destino con la decisione ferma di non voler più ricorrere a nessuna radioterapia o forma di accanimento terapeutico per tentare di prorogare una morte ormai annunciata. Con un anticipo quasi beffardo di alcuni mesi sul compiersi inesorabile della prognosi funesta, è arrivata notizia della sua pacifica dipartita alle ore 1, 05 del 13 marzo 2015, tra le braccia dei suoi amati figli. Nella pagina di facebook queste sono le toccanti parole scritte da Orlando Monday Allen:
"And so dada Ali, bert camembert, the dingo Virgin, divided alien and his other 12 selves prepare to pass up the oily way and back to the planet of love. And I rejoice and give thanks,” ... “Thanks to you dear dear daevid for introducing me to my family of magick brothers and mystic sisters, for revealing the mysteries, you were the master builder but now have made us all the master builders. As the eternal wheel turns we will continue your message of love and pass it around. We are all one, we are all gong. Rest well my friend, float off on our ocean of love. The gong vibration will forever sound and its vibration will always lift and enhance. You have left such a beautiful legacy and we will make sure it forever shines in our children and their children. Now is the happiest time of yr life. Blessed be"
Aveva appena compiuto 77 anni Christopher David Allen, davvero pochi in proporzione alla vastità delle cose fatte. Sulle sue esili spalle c'era una ricchezza di vissuto e di esperienze che non è troppo considerare leggendaria. Dalla fondazione dei Soft Machine nel 1966, uno tra i primi gruppi che aveva inaugurato la progressive fusion, fino alle esperienze di performance visive che legavano l'arte e la letteratura (la poesia della beat generation e l'accompagnamento musicale e scenografico). E' protagonista assoluto della cosiddetta scuola di Canterbury ma nello stesso tempo si muove benissimo tra i maggiori circoli culturali dediti all'avanguardia e all'arte cosiddetta contemporanea. Conosce personalmente Terry Riley, William S. Burroughs, Robert Graves. Frequenta Soho, il Marquee Moon, l'Ufo Club. Sempre coerente con se stesso, sempre innovatore e sperimentatore a tutto tondo, noncurante delle mode e delle tendenze predominanti ma libero, inquieto e lungimirante, alternativo e aperto verso nuove forme espressive. La sua fantasia smisurata lo porterà nel 1967 a dar vita alla saga filosofico esistenziale dei Gong, un progetto ed un'esperienza che supera di gran lunga la musica per diventare multimedialità ad ampio spettro.
Con i Gong verrà sfornata la celeberrima trilogia Radio Gnome Invisible che racconta la storia visionaria dei Pixies, strane creature extraterrestri piovute sulla terra con il compito di trasmettere nuovi segreti musicali e nuove tecniche esoteriche per il raggiungimento della felicità. Tra il 1973 e 1974 escono quindi i tre capolavori che decreteranno il successo planetario e definitivo del gruppo: "Flying Teapot", "Angel's Egg" e "You". In questi anni frenetici ci saranno moltissime collaborazioni e progetti paralleli, tra i più importanti la partecipazione al disco "Obsolete" del poeta musicista Dashiell Hedayat e la realizzazione di una colonna sonora per il film di Jérôme Laperrousaz: "Continental Circus". Anche la momentanea fuoriuscita dai Gong darà in qualche modo risvolti positivi ad Allen, consentendogli una determinante pausa riflessiva per raccogliere le proprie idee e per decidere di non rimanere allineato a nessun meccanismo commerciale e a nessun interesse che non sia la libera espressione della sua arte, della sua stravaganza e del suo estro. Nel 1976 "Good Morning" sarà il suo primo disco solista a nome Daevid Allen & Euterpe. Raccontare intanto le tortuose ramificazioni della Gong Global Family e di tutte le band satellite che vi ruotavano intorno è impresa titanica. Se ne rimanda l'approfondimento al nostro speciale di qualche anno fa che trovate linkato in calce a questo articolo.
Ricordiamo semplicemente la grande rientry nel 2009 con l'album "2032" a cui aveva partecipato, dopo You, anche Steve Hillage. Una intensa ripresa dell'attività concertistica con svariati tour mondiali insieme alle band affiliate, tra cui la University of Errors in cui milita in veste di batterista suo figlio Orlando Allen. Fino a poco meno di una settimana prima della sua morte Daevid ha voluto conservare il contatto diretto con il suo pubblico, continuando ad esibirsi, continuando a tenere alto il suo humor sagace, tentando di esorcizzare una malattia davvero impietosa contro cui non voleva più combattere ma che almeno ha voluto a suo modo 'sminuire', dimostrando che la sua vita era stata piena e gioiosa, dimostrando che la terapia musicale guarisce l'anima e non c'è cancro che possa tenere, riuscendo a fare fino quasi all'ultimo ciò che da sempre amava fare. Ora per lui, tutta la mitologia fantastica del suo sgangherato e coloratissimo pianeta è diventata realtà. Si può quasi vedere come se la stia spassando insieme agli ometti verdi. Li avrà già convinti a rimischiare ancora una volta le carte. Sì, perché l'epopea Radio Gnome Invisible non può certo finire più ormai.
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