Stromboli STROMBOLI
Stromboli è l’EP di debutto di un’oscura one man band di un’oscura etichetta arrivata fino a questo punto alla seconda release, la bolognese Maple Death. Tutto nella concezione estetica di questo lavoro lascia supporre una precisa volontà di rivolgersi a fruitori di nicchia. Una splendida e curatissima cassettina color ocra confezionata su pregevole carta con artwork intarsiato in una edizione rigorosamente limitata a 100 copie. Anche la cura messa nel contenuto e nella metodologia rimanda a luoghi fuori dal tempo, luoghi introspettivi dell’anima che si scardinano in qualche modo da una realtà frenetica e perfezionista per collocarsi in anfratti reconditi che appartengono all’immaginifico e al sensoriale. La registrazione su quattro piste suona di sapore retrò così come lo strano assemblaggio strumentale: un organo analogico e una chitarra lap steel. Tutto ciò che è limite spaziale e tecno logistico sembra invece dare l’input ispirativo ad una metafisica dell’etereo e dell’impalpabile, dello sconfinato così come dell’intimo più assoluto. Waving sono una serie di impulsi compressi che rilasciano eco pregnanti. Una serie di contrazioni spastiche che cercano ariosità e fluidità esplodendo in battiti e impulsi che diventano palpiti, pulsazioni vive. Ogni costruzione segue traiettorie sofferte e tortuose per aprirsi varchi di luce. Ci sono momenti apneici, afasici e catatonici, ci sono una serie di prospettive vacue e vagamente accennate che si lasciano intravedere, rivoli di intuizioni che si muovono verso esplorazioni del tutto aperte.
Low Radiation è sporca, abrasiva, melmosa e allo stesso tempo esoterica, piena di vibrazioni ancestrali e simbologie criptiche. Il gioco dei riverberi, della propagazione liquida e ostentatamente lenta è un crescendo emotivo di grande suggestione. Endless Flow ancora una volta gioca con gli opposti e coi contrasti, una sfumatura sulfurea eterea, lattiginosa che nel suo flebile accrescersi e dilatarsi incide solchi emozionali profondi. Canyons è un incedere di battiti metronomici che si fanno impellenti, alcune timbriche dei brani precedenti riaffiorano come in reminescenze pervasive e disturbanti. I droni di Program 2 saturano l'atmosfera, progrediscono quasi plasticamente fino a frantumarsi in scie di luce. No Agitation è oscura e ansiogena. Il suono si fa magmatico con la commistione della propulsione dei fiotti siderali dell'organo e lo stridore metallico delle corde. Anche nella breve distanza le premesse qualitative ci sono davvero tutte e ne è prova il supporto alla masterizzazione dato da Brian Pyle (Ensemble Economique). Una gemma preziosa da non farsi sfuggire. Foto Giulia Mazza, design di Emanuela Drei.
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