Dead Man’s Blues Fuckers PHASE II
La schiatta dei figliastri dei Black Keys non smette di fare proseliti. Ma questa “fase due” è l'effetto di cause che vengono da lontano, ed una naturale loro conseguenza sonora. Dopo una decina d'anni di onorata carriera come “one man band”, il chitarrista e cantante Diego “Dead Man” Potron recluta lo scatenato batterista Christian “Amen” Amendolara per dar vita a Dead Man’s Blues Fuckers, una di quelle formazioni bipolari che stanno facendo la fortuna del lato più trash e hard boiled ispirato alle classiche 12 battute. Quello stesso che ha riempito quella meravigliosa pattumiera sonora di Hound Dog Taylor, in cui hanno frugato a turno i vari Black Pistol Fire, i misconosciuti Jackson Firebird, i Black Diamond Heavies del vampiresco James Leg e soprattutto i Left Lane Cruiser più untuosi di “Dirty Spliff Blues”.
Strumenti DIY e barbe folte anche per i D.M.B.F., che da una veranda nodosa del profondo sud italiano tracannano bourbon e birra, heavy rock, vibrazioni stoner (l'intro di Black Woman sembra cascata direttamente da “Welcome To Sky Valley” dei Kyuss), calumet aciduli e tanto tanto blues elettrico, primitivo, rozzo, elettrico ancora, con una subdola venatura voodoo a rendere il mix ancor più distorto e affascinante; e c'è pura un'enorme apertura hard gospel in Song For Mr. Occhio. Infine qualche fendente di slide è l'ultimo ingrediente per rendere il chili ancora più piccante e rossastro. Se venissero dall’Ohio, staremmo qui ad osannarli ben di più. Nel suo genere un disco eccellente, pur se con non molta varietà e con una patina polverosa nel suono. Ma è questo il bello in fondo.
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